di Beppe Severgnini
Una lezione per la piccola Agata che si è messa a piangere; l’Inter è fascinosa come Biancaneve o brava come Hermione di Harry Potter. Il Milan è il cacciatore o Ron Wisley, non la matrigna né Voldemort: quelli sono altrove
La bambina dormiva tranquilla nella carrozzina. Quando ha sentito che mi hanno chiesto un commento sullo scudetto del Milan, ha cacciato un urlo e s’è messa a piangere. Ho provato a consolarla. C’è di peggio, Agata: devi credermi. So che qualcuno dubiterà di questa storia, e non solo perché sette settimane di vita sembrano poche per sviluppare una piena coscienza nerazzurra. Ma le ragazze hanno un rapporto speciale con l’Inter, squadra femminile.
E del pianto per lo scudetto finito altrove è testimone Daniele Dallera, il capo dello sport del Corriere, che mi parlava al telefono. Comunque, ripeto: l’ho consolata. C’è di peggio, Agata. Per cominciare il Milan, questo scudetto, se l’è meritato. Era inferiore alla nostra squadra, che l’ha strapazzato in Coppa Italia e in campionato (per 70 minuti, ma le partite durano 90). Il Milan ha subito anche qualche piccolo torto arbitrale, diciamolo. E ha saputo reggere il confronto con i campioni.
Noi, con lo scudetto sul petto, abbiamo vinto Supercoppa e Coppa Italia, siamo usciti dalla Champions vincendo ad Anfield col Liverpool; loro sono arrivati ultimi nel girone. Però, in Italia, ha chiuso davanti a tutti. Un merito che va riconosciuto.
E poi, Agata: il Milan è di Milano. Noi interisti ci dividiamo in due categorie: c’è chi ha antipatie urbane, chi extraurbane. Noi apparteniamo al secondo gruppo, più numeroso. A Milano i tifosi non litigano in bianco e nero, sognano a colori. Negli ultimi due anni le nostre squadre hanno condotto a lungo le danze in serie A, come ai bei tempi. La rivalità ironica è il marchio del calcio milanese, qualcosa di cui andare orgogliosi.
Vedrai, Agata: il Milan, in fondo, è simpatico. Ha avuto un sacco di presidenti buffi, e tira fuori cose strambe. Quest’anno, per esempio, il centravanti — sì, quello alto coi baffi e il codino — fa l’allenatore, mentre l’allenatore fa l’assistente spirituale. E i milanisti — non dimenticarlo mai — sono nostri cugini: non vincono da undici anni, e noi vogliamo vederli contenti.
Non è mai stato facile, per loro. Pensa alle fiabe, quelle che ti racconterò. Biancaneve è fascinosa come l’Inter, ma il Milan non è cattivo come la matrigna: somiglia al principe, che compare alla fine (e si permette un bacio non consenziente). Cappucetto Rosso? Il Milan non è ingenuo come la protagonista, né feroce come il lupo. Diciamo che è il cacciatore, brava persona.
Harry Potter? L’Inter è Hermione Granger, ragazza speciale. Il temibile Voldemort sta altrove (quest’anno, zero tituli). Il Milan? Ron Weasley, ovviamente («Un ragazzo che non eccelle in alcun campo in particolare e si comporta spesso in modo superficiale, ma sa dimostrarsi leale, coraggioso e nobile d’animo», Wikipedia). Forza Agata, andiamo a cercare una neonata rossonera, e facciamole i complimenti.
22 maggio 2022 (modifica il 22 maggio 2022 | 21:55)
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, 2022-05-22 19:15:00, L’Inter è fascinosa come Biancaneve o brava come Hermione di Harry Potter. Il Milan è il cacciatore o Ron Wisley, non la matrigna né Voldemort: quelli sono altrove , Beppe Severgnini