I ricorsi contro il decreto di sequestro preventivo di 665.000 euro e delle loro società proposti dagli amminitratori Franco e Pasqualino Perri sono stati rigettati dal Tribunale del Riesame. Il magistrato ha quindi, ha ritenuto valide le tesi accusatorie scaturite dalle indagini svolte dalla Guardia di finanza di Lamezia Terme sotto la direzione del procuratore della Repubblica di Lamezia, Salvatore Curcio. Franco e Pasqualino Perri (difesi rispettivamente da Aldo Ferraro e Vincenzo Visciglia) operanti nel settore della grande distribuzione sono indagati per il reato di sfruttamento del lavoro ai danni di 79 dipendenti per fatti che sarebbero accaduti tra il 2016 e il 2017. Dalle attività investigative sono emersi gravi indizi a carico degli indagati in ordine al prefigurato reato di cui all’art. 603-bis c.p.: in particolare, avrebbero – secondo l’accusa – impiegato manodopera per lo svolgimento dell’attività di azienda, sottoposta a condizioni di sfruttamento, corrispondendo retribuzioni in modo palesemente difforme dai contratti collettivi nazionali, violando la normativa relativa all’orario di lavoro e approfittando del loro stato di bisogno derivante dall’assenza di ulteriori opportunità occupazionali. , 2022-08-16 18:43:00, I ricorsi contro il decreto di sequestro preventivo di 665.000 euro e delle loro società proposti dagli amminitratori Franco e Pasqualino Perri sono stati rigettati dal Tribunale del Riesame. Il magistrato ha quindi, ha ritenuto valide le tesi accusatorie scaturite dalle indagini svolte dalla Guardia di finanza di Lamezia Terme sotto la direzione del procuratore […]
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