Chi studia e ama l’arte non può essere violento. Anche con le donne, che rispetta. A sostenerlo è Vittorio Sgarbi, oggi sottosegretario alla Cultura, a commento della giornata contro la violenza sulle donne. Prendendo la parola alla Biennale Milano International Art Meeting, curata da Salvo Nugnes, il politico e critico d’arte ha detto che “dove c’è arte e sensibilità non può esserci violenza”.
Ribadendo un concetto espresso alcuni giorni fa, ha dichiarato – scrive l’Ansa – che “a scuola si deve insegnare la bellezza, la poesia, la letteratura e la pittura, non i sentimenti o la sessualità. Si deve insegnare Manzoni, Dante, Petrarca e Leopardi. La poesia italiana è una poesia d’amore e l’arte ti porta a sentire qualcosa di alto e a non essere violento“.
Fatta questa premessa, Sgarbi ha tenuto a dire che nella sua “vita il ruolo delle donne è stato assolutamente positivo: dalle donne ho avuto solo amicizia e amore, mai danno. Le polemiche le ho fatte con i maschi…”.
Il messaggio a chi gestisce la Scuola e l’Istruzione in Italia è chiaro: secondo Vittorio Sgarbi bisogna con più convinzione “educare alla poesia, ai testi con storie spirituali di grande bellezza come quelle di Dante e Beatrice o Tristano e Isotta, più che alla sessualità o a i sentimenti che sono dentro di te”.
Anche perché, ha concluso, “l’arte ti porta a sentire qualcosa di alto e a non essere violento. Non ne farei una questione patriarcale di forza del maschio, ma di ignoranza che ti porta a pensare che una persona sia tua e che il possesso sia un obiettivo”.
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