consumi
di Enrico Marro27 ago 2022
In piena campagna elettorale si accendono i toni dello scontro tra i partiti sul caro-energia, mentre il governo, a partire da domani, comincerà a valutare nel dettaglio le risorse a disposizione per nuovi aiuti a imprese e famiglie. La linea del presidente del Consiglio, Mario Draghi, e del ministro dell’Economia, Daniele Franco, che si sono sentiti anche in questi giorni, non cambia: non ci sarà nessun ricorso a un aumento del deficit, nonostante il pressing dei partiti affinché si finanzino i nuovi sostegni con uno «scostamento di bilancio». Quindi, spiegano a Palazzo Chigi, «prima occorre trovare le risorse» e poi si possono prendere i relativi provvedimenti.
Tutte le ipotesi
Sul tavolo il menù delle ipotesi è ricco, ma il mix che entrerà nel nuovo decreto (o emendamento al decreto Aiuti bis) dipende appunto dai fondi a disposizione. C’è la proroga del taglio delle accise sui carburanti, così da confermare il taglio di 30,5 centesimi al litro del prezzo della benzina e del gasolio. Lo sconto attuale scade il 20 settembre e ogni mese in più costa un miliardo. Quasi certa anche la messa a disposizione di un pacchetto di settimane di cassa integrazione gratuita per le imprese costrette a fermare o a ridurre temporaneamente la produzione per via del caro-energia. Altre ipotesi prevedono il rafforzamento del credito d’imposta sui maggiori costi delle bollette, che è del 25% degli stessi per le imprese energivore e gasivore e del 15% per le altre, ed è stato già finanziato anche per le bollette del terzo trimestre dell’anno con 3,4 miliardi di euro nel decreto legge Aiuti bis. Le proposte sul tavolo prevedono l’aumento delle aliquote del credito d’imposta, la sua estensione anche agli esercizi commerciali, la proroga al quarto trimestre del 2022. Anche qui, tutto dipenderà dalle risorse a disposizione. Sempre per le imprese che consumano più energia elettrica e gas, è allo studio un meccanismo per cedere loro a prezzi calmierati l’energia prodotta da fonti rinnovabili e il gas estratto in Italia. I tecnici fanno però osservare che, anche in questo caso, servirebbe una copertura finanziaria perché, secondo le regole europee, oggi il prezzo di tutta l’energia, indipendentemente dalla fonte, è agganciato al prezzo di quella prodotta col gas, le cui quotazioni sono alle stelle. Confindustria ha chiesto, inoltre, la sospensione dei costosi certificati Ets che autorizzano l’emissione di CO2.
Bollette a rate
Sul versante famiglie, potrebbe essere potenziata la rateizzazione delle bollette, ora prevista per quelle del primo semestre 2022 e con un massimo di 10 rate. Molto più costoso, invece, sarebbe un rafforzamento del bonus sociale per le famiglie a basso reddito (fino a 12mila euro di Isee) o l’ampliamento della platea dei beneficiari (adesso 5,2 milioni di famiglie). Sul tavolo, infine, vi sono anche norme regolamentari. Da quelle per rafforzare il piano di risparmi dei consumi (caloriferi, condizionatori, illuminazione pubblica, orari degli esercizi commerciali) a quelle per velocizzare la messa in funzione dei rigassificatori.
Le risorse
Per soddisfare tutte queste richieste servirebbero una ventina di miliardi. Al momento gli incassi delle entrate tributarie, superiori al previsto, e con i quali sono stati finanziati in parte i precedenti decreti, assicurerebbero solo pochi miliardi. Tra le ipotesi per reperire altre risorse c’è quella dell’aumento della tassa sugli extraprofitti delle imprese del settore energia (ora del 25%), ma si tratta di una strada in salita, visto che le imprese contestano il prelievo e finora il governo ha incassato poco più di un miliardo rispetto ai 10 preventivati.
I partiti
Su questa situazione si abbatte la polemica politica. Il segretario del Pd, Enrico Letta, attacca: «Con quale credibilità Conte, Salvini e Berlusconi, che hanno fatto cadere Draghi, pretendono oggi dal governo misure per la crisi energetica?». «Mentre noi incalzavo Draghi sul caro-bollette – replica il capo dei 5 Stelle, Giuseppe Conte – tu eri distratto tra furia bellicista sull’Ucraina, armi e inceneritori». I leader della Lega e di Forza Italia, invece, rilanciano. Matteo Salvini, dicendo che servono «30 miliardi di euro» di aiuti e Silvio Berlusconi ora un decreto e poi di ripartire col «nucleare sicuro». Il leader di Azione, Carlo Calenda, insiste invece sulla sua proposta di una tregua elettorale per chiedere tutti insieme a Draghi uno scostamento di bilancio, «perché servono 30 miliardi».
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e “L’Economia Ore 18”
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© RIPRODUZIONE RISERVATA
, 2022-08-28 04:56:00,
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In piena campagna elettorale si accendono i toni dello scontro tra i partiti sul caro-energia, mentre il governo, a partire da domani, comincerà a valutare nel dettaglio le risorse a disposizione per nuovi aiuti a imprese e famiglie. La linea del presidente del Consiglio, Mario Draghi, e del ministro dell’Economia, Daniele Franco, che si sono sentiti anche in questi giorni, non cambia: non ci sarà nessun ricorso a un aumento del deficit, nonostante il pressing dei partiti affinché si finanzino i nuovi sostegni con uno «scostamento di bilancio». Quindi, spiegano a Palazzo Chigi, «prima occorre trovare le risorse» e poi si possono prendere i relativi provvedimenti.
Tutte le ipotesi
Sul tavolo il menù delle ipotesi è ricco, ma il mix che entrerà nel nuovo decreto (o emendamento al decreto Aiuti bis) dipende appunto dai fondi a disposizione. C’è la proroga del taglio delle accise sui carburanti, così da confermare il taglio di 30,5 centesimi al litro del prezzo della benzina e del gasolio. Lo sconto attuale scade il 20 settembre e ogni mese in più costa un miliardo. Quasi certa anche la messa a disposizione di un pacchetto di settimane di cassa integrazione gratuita per le imprese costrette a fermare o a ridurre temporaneamente la produzione per via del caro-energia. Altre ipotesi prevedono il rafforzamento del credito d’imposta sui maggiori costi delle bollette, che è del 25% degli stessi per le imprese energivore e gasivore e del 15% per le altre, ed è stato già finanziato anche per le bollette del terzo trimestre dell’anno con 3,4 miliardi di euro nel decreto legge Aiuti bis. Le proposte sul tavolo prevedono l’aumento delle aliquote del credito d’imposta, la sua estensione anche agli esercizi commerciali, la proroga al quarto trimestre del 2022. Anche qui, tutto dipenderà dalle risorse a disposizione. Sempre per le imprese che consumano più energia elettrica e gas, è allo studio un meccanismo per cedere loro a prezzi calmierati l’energia prodotta da fonti rinnovabili e il gas estratto in Italia. I tecnici fanno però osservare che, anche in questo caso, servirebbe una copertura finanziaria perché, secondo le regole europee, oggi il prezzo di tutta l’energia, indipendentemente dalla fonte, è agganciato al prezzo di quella prodotta col gas, le cui quotazioni sono alle stelle. Confindustria ha chiesto, inoltre, la sospensione dei costosi certificati Ets che autorizzano l’emissione di CO2.
Bollette a rate
Sul versante famiglie, potrebbe essere potenziata la rateizzazione delle bollette, ora prevista per quelle del primo semestre 2022 e con un massimo di 10 rate. Molto più costoso, invece, sarebbe un rafforzamento del bonus sociale per le famiglie a basso reddito (fino a 12mila euro di Isee) o l’ampliamento della platea dei beneficiari (adesso 5,2 milioni di famiglie). Sul tavolo, infine, vi sono anche norme regolamentari. Da quelle per rafforzare il piano di risparmi dei consumi (caloriferi, condizionatori, illuminazione pubblica, orari degli esercizi commerciali) a quelle per velocizzare la messa in funzione dei rigassificatori.
Le risorse
Per soddisfare tutte queste richieste servirebbero una ventina di miliardi. Al momento gli incassi delle entrate tributarie, superiori al previsto, e con i quali sono stati finanziati in parte i precedenti decreti, assicurerebbero solo pochi miliardi. Tra le ipotesi per reperire altre risorse c’è quella dell’aumento della tassa sugli extraprofitti delle imprese del settore energia (ora del 25%), ma si tratta di una strada in salita, visto che le imprese contestano il prelievo e finora il governo ha incassato poco più di un miliardo rispetto ai 10 preventivati.
I partiti
Su questa situazione si abbatte la polemica politica. Il segretario del Pd, Enrico Letta, attacca: «Con quale credibilità Conte, Salvini e Berlusconi, che hanno fatto cadere Draghi, pretendono oggi dal governo misure per la crisi energetica?». «Mentre noi incalzavo Draghi sul caro-bollette – replica il capo dei 5 Stelle, Giuseppe Conte – tu eri distratto tra furia bellicista sull’Ucraina, armi e inceneritori». I leader della Lega e di Forza Italia, invece, rilanciano. Matteo Salvini, dicendo che servono «30 miliardi di euro» di aiuti e Silvio Berlusconi ora un decreto e poi di ripartire col «nucleare sicuro». Il leader di Azione, Carlo Calenda, insiste invece sulla sua proposta di una tregua elettorale per chiedere tutti insieme a Draghi uno scostamento di bilancio, «perché servono 30 miliardi».
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