Sharenting: postare le foto dei figli. Perché il parlamento francese vuole vietarlo

Sharenting: postare le foto dei figli. Perché il parlamento francese vuole vietarlo

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di Stefano Montefiori

Sar discussa il 6 marzo la proposta di legge per scoraggiare lo sharenting: da sharing e parenting, la tendenza di molti genitori a diffondere sui social le immagini dei figli. Non solo contro i pedofili. Ma anche per il diritto del minore alla propria immagine

Il parlamento francese esaminer luned 6 marzo una proposta di legge per scoraggiare lo sharenting (da sharing e parenting), ovvero la tendenza di alcuni genitori di diffondere sui social media le immagini dei figli.

Si va dalle banali foto delle vacanze alle immagini dei voti presi a scuola, ai video pi elaborati di genitori che su YouTube o TikTok trasformano i bambini, magari di 3 o 4 anni, in vittime di scherzi pi o meno divertenti e personaggi di una sorta di reality. Si stima che un bambino appaia in media in 1.300 fotografie pubblicate online prima dei 13 anni, sui propri account, su quelli dei genitori o dei famigliari, scrive il deputato macronista Bruno Studer nella proposta di legge, citando un rapporto del 2018 del Children’s Commissioner for England.

La vita privata dei minori a rischio, e la principale minaccia arriva spesso dai genitori. Uno degli argomenti principali del partito di maggioranza Renaissance, che vuole sensibilizzare contro la pratica dello sharenting, che molte foto in partenza innocenti vengono poi usate nei siti pedopornografici.

Ma al di l di questo aspetto estremo, c’ la questione della privacy dei bambini, che si trovano protagonisti di storie e racconti senza il loro permesso, e rinunciano cos a una possibile anonimit futura, senza avere voce in capitolo.

Che si tratti di una semplice foto, o un canale YouTube strutturato come una serie, i bambini diventano involontari protagonisti di avventure seguite da un pubblico non sempre benevolo.

Il deputato Studer un insegnante di storia e geografia che stato testimone di casi di bullismo tra ragazzi originati da foto pubblicate sui social dai genitori. L’intento della legge non repressivo ma cerca soprattutto di sensibilizzare l’opinione pubblica: l’unica misura concreta prevista all’articolo 4: nei casi pi estremi, si prevede che il giudice tolga ai genitori il diritto all’immagine dei figli e affidi la tutela della loro immagine a un terzo.

I primi due articoli stabiliscono che la protezione della vita privata uno dei compiti dei genitori, che devono associare il figlio alle scelte che lo riguardano, dice il deputato. L’Observatoire de la Parentalit & de l’ducation numrique (OPEN) ha pubblicato uno studio secondo il quale il 53% dei genitori francesi ha gi condiviso contenuti riguardanti il proprio figlio. Per il 43% di loro, la condivisione di contenuti avvenuta fin dalla nascita del bambino e per il 91% tra gli 0 e i 5 anni.

Contro la tentazione della viralit – scrive il deputato Studer – bisogna privilegiare l’imperativo dell’intimit.

5 marzo 2023 (modifica il 5 marzo 2023 | 15:54)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, https://www.corriere.it/esteri/23_marzo_05/sharenting-postare-foto-figli-perche-parlamento-francese-vuole-vietarlo-ae73d178-bb52-11ed-bd21-1b5b3f6000de.shtml, Esteri,

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