Shoah e Binario 21: trentanni di ricerca per costruire la memoria

Shoah e Binario 21: trentanni di ricerca per costruire la memoria

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di Paola D’Amico

La scoperta dei sotterranei della Stazione Centrale dove prigionieri ebrei e detenuti politici furono caricati sui vagoni dei treni per essere deportati ai lager nazisti nel ‘43-’44. Luned 30 alle 18 l’evento al Memoriale della Shoah

Un totem in Stazione Centrale oggi indica come raggiungere il Memoriale della Shoah. Luned 30 gennaio alle 18 sar punto di incontro per i milanesi per una preghiera insieme alla Comunit di Sant’Egidio e alla Comunit ebraica. Ma per ricostruire la storia di come questo luogo, che oggi un monumento vivo e visibile a tutti, da cui tra il ’43 e il ’44 partirono i convogli ferroviari che trasportarono nei campi di sterminio nazisti migliaia di cittadini ebrei – uomini, donne, bambini – e deportati politici, bisogna fare un salto indietro di 30 anni esatti. A quando cio un gruppo di studenti e studentesse universitari della Comunit di Sant’Egidio ascoltarono una delle prime testimonianze di Liliana Segre e poi insieme a lei, guidati da Milena Santerini, decisero di riscoprire le tappe e i luoghi della sua deportazione. Ulderico Maggi era uno di loro. Ascoltando la storia di Liliana Segre che da poco aveva iniziato a testimoniare capimmo che potevano esserci dei luoghi a Milano che dovevano diventare elementi cruciali della memoria della citt – racconta – e con lei decidemmo di percorrere il tragitto che dal carcere l’aveva portata al treno, passando per via Carducci dove c’era la sua casa. Ci parlava di un sotterraneo scuro, di un montacarichi, dei rumori dei treni sui binari che rimbombavano l sotto. Inizi cos la ricerca, dai sotterranei lungo la via Tonale, dove a lungo c’erano state le Poste, poi trasferite. Non fu semplice la ricostruzione, ci impiegammo qualche anno per capire, elaborare, trovare quell’enorme spazio ormai dismesso dove entravano i camion e scaricavano le merci che fu usato per trasportare i prigionieri. Intanto, per, le proponemmo di ritrovarci il 30 gennaio, la data in cui lei era stata deportata da l con oltre 600 persone. E nel 1997 ci fu il primo incontro al quale inaspettatamente si present anche il rabbino Laras. L’anno seguente venne il cardinale Martini e fu posta una lapide con una frase di Primo Levi.

In un volume dato alle stampe nel 2017, sono riportate le parole pronunciate da Liliana Segre proprio quel giorno, il 30 gennaio 1997, durante l’incontro con i ragazzi e le ragazze della Comunit: La nostra impossibilit di capire quello che ci stava succedendo provata dal fatto che nessuno di noi si era reso conto che non erano dei treni quelli preparati nei sotterranei ma solo dei tronchi, uno, due, tre vagoni, che man mano che venivano riempiti – questo l’abbiamo saputo da poco – e poi, con un meccanismo incredibile che c’ ancora in uso, portati, spinti su una specie di piattaforma che, come un enorme ascensore, portava vagone per vagone al livello superiore. Conclude Ulderico Maggi: Quando nel 1977 uscimmo da quel sotterraneo buio e umido ho in mente chiaramente due cose, la ricerca e la responsabilit: il nostro ingresso in quel luogo era stato preceduto da una lunga ricerca, dovevamo capire quale fosse il punto giusto, e ci eravamo assunti la responsabilit di costruire un pezzetto di questa storia di cui solo un passo alla volta abbiamo compreso l’enormit. E sono, siamo grati a questa amicizia, l’amicizia dei grandi maestri che segnano la vita, ed quel sentimento che coglie tantissimi oggi quando incontrano Liliana.

26 gennaio 2023 (modifica il 26 gennaio 2023 | 19:14)

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