Siamo tutti fuorionda.
«Chiedo scusa a Giuseppe Conte per un fuorionda poco elegante ma usato in modo del tutto falso, scorretto e decontestualizzato». Lo ha affermato in una nota il ministro della Difesa, Guido Crosetto, dopo che «Striscia la notizia» aveva diffuso un fuorionda con alcuni suoi giudizi che riguardavano il presidente del M5S: «Ho a che fare con un deficiente».
Decontestualizzato?
La verità è che siamo tutti decontestualizzati quando non ci rendiamo conto di vivere ormai in una società mediatizzata, sommersi in un mondo digitale, inseguiti ovunque da una telecamera o da un microfono.
Non esiste più la vecchia distinzione tra mondo e rappresentazione, anzi è giunto al suo apogeo quel lungo processo che ha trasformato il mondo in immagine e, grazie ai media e ai social, lo ha smaterializzato.
A scuola i professori sono tenuti sotto controllo dai telefonini degli studenti, non c’è personaggio famoso che non parli mettendosi una mano davanti alla bocca, il fuorionda è sempre online.
La famosa illuminazione di Nietzsche, «non esistono fatti, ma solo interpretazioni», è stata diversamente riformulata dalla tecnologia digitale: non esistono fatti, ma solo interviste. Accecati dalle immagini abbiamo perso ogni pazienza cognitiva. Tutto in noi ha urgenza di manifestarsi, persino a microfono spento.
12 novembre 2022, 22:29 – modifica il 12 novembre 2022 | 22:29
© RIPRODUZIONE RISERVATA
, 2022-11-12 22:22:00,
Siamo tutti fuorionda.
«Chiedo scusa a Giuseppe Conte per un fuorionda poco elegante ma usato in modo del tutto falso, scorretto e decontestualizzato». Lo ha affermato in una nota il ministro della Difesa, Guido Crosetto, dopo che «Striscia la notizia» aveva diffuso un fuorionda con alcuni suoi giudizi che riguardavano il presidente del M5S: «Ho a che fare con un deficiente».
Decontestualizzato?
La verità è che siamo tutti decontestualizzati quando non ci rendiamo conto di vivere ormai in una società mediatizzata, sommersi in un mondo digitale, inseguiti ovunque da una telecamera o da un microfono.
Non esiste più la vecchia distinzione tra mondo e rappresentazione, anzi è giunto al suo apogeo quel lungo processo che ha trasformato il mondo in immagine e, grazie ai media e ai social, lo ha smaterializzato.
A scuola i professori sono tenuti sotto controllo dai telefonini degli studenti, non c’è personaggio famoso che non parli mettendosi una mano davanti alla bocca, il fuorionda è sempre online.
La famosa illuminazione di Nietzsche, «non esistono fatti, ma solo interpretazioni», è stata diversamente riformulata dalla tecnologia digitale: non esistono fatti, ma solo interviste. Accecati dalle immagini abbiamo perso ogni pazienza cognitiva. Tutto in noi ha urgenza di manifestarsi, persino a microfono spento.
12 novembre 2022, 22:29 – modifica il 12 novembre 2022 | 22:29
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, Aldo Grasso