Sidney Poitier, la storia della sua vita è un inno al fascino, al talento e alleroismo

Sidney Poitier, la storia della sua vita è un inno al fascino, al talento e alleroismo

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di Maurizio Porro

Diretto da Reginald Hudlin, il documentario prodotto da Oprah Winfrey illumina la vita e l’eredit del divo premio Oscar come artista, padre e attivista

Un’ora e 51 della vita di un uomo eccezionale, Sidney Poitier, non solo perch attore da due Oscar, pure regista e produttore, ma perch ha saputo investire le azioni della sua fortuna nel mondo dello spettacolo per far avanzare i diritti civili legati al razzismo contro gli afroamericani chiamati negri al momento in cui il giovane Sidney iniziava la sua lotta, partendo da ruoli piccoli appunto al’American Negro Theatre.

Sidney Poitier su Apple Tv+ un documentario molto tradizionale diretto da Reginald Hudlin e prodotto da Oprah Winfrey, leggenda della tv americana che per l’attore nato nei Caraibi ha avuto sempre una venerazione e un affetto che ha potuto dimostrargli finalmente, alla festa del suo 42mo compleanno, quando si sono incontrati e subito abbracciati. Poitier stato amato come attore che ha cambiato il destino del razzismo sugli schermi e nella societ, fin dalla Parete di fango di Kramer legato con le manette a Tony Curtis, fino all’indimenticabile Indovina chi viene a cena? , sempre dello stesso Stanley, dove sdogana per la memorabile coppia della tremante e meravigliosa Katharine Hepburn e Spencer Tracy che fa un discorso da Oscar, il matrimonio misto.

Stimato per la sua professione ma anche per il suo impegno che ha aperto la strada a tutti gli altri grandi attori afroamericani, dal suo amico Morgan Freeman, 85enne, che lo confessa apertamente, a Denzel Washington cui ha passato il testimone, a Will Smith, Eddie Murphy, Halle Berry, ma soprattutto al suo coevo, nati entrambi nel 1927, Harry Belafonte, cantante (Banana Boat, When the Saints…) e attore (Carmen Jones) che gli stato amico e complice. Furono compagni di marce e lotte per alcuni decenni in cui l’America ha fatto passi da gigante nella mai risolta del tutto questione razziale, passando dalle prime leggi liberal di Kennedy alla medaglia che gli ha appeso al collo il presidente Obama.

Morto a 95 anni il 6 gennaio del 2022, Poitier ha attraversato tutti i lati della scatola magica del cinema e quando si reso conto che come attore stava invecchiando, ha scelto la rega, scegliendo commedie da ridere, con tanti complimenti dalla Columbia, indi il producer, fondando con Paul Newman e la Streisand, l’ala democratica di Hollywood, la First Artists in cui avevano la prima scelta sui progetti dichiarandosi unici responsabili, proprio come era accaduto nel 1919 agli United Artists di Chaplin, Fairbanks, Mary Pickford e Griffith, i padri della cine-patria.

Considerato mito ma sempre in movimento, seguendo i terremoti della societ anche nei momenti peggiori (la morte nel ’68 nel Tennessee di Luther King), Poitier non viene solo un poco santificato ma, seguendo l’iter classico, mostrato anche uomo, come affezionato figlio, come due volte marito (la partner Joanna Shimkus seconda moglie), come padre affettuoso delle numerose figlie femmine che intervengono nella storia di pap secondo lo script di Jesse James Miller, che si era gi esercitato sulla vita di Hitchcock.

Il documentario si allunga soprattutto nel primo tempo della vita del protagonista dei Gigli del campo per cui vinse nel 64 il primo Oscar (nel 91 il secondo, onorario) alla Calda notte dell’ispettore Tibbs con Rod Steiger, raccontando della sua nascita settimina in pericolo di vita, la risposta esatta della fattucchiera cui si era rivolta la madre, e poi via via i suoi trasferimenti a Cat Island nelle Bahamas dove il 90% della popolazione era nera, mentre prendeva confidenza col mondo scoprendo l’esistenza dell’elettricit, delle automobili, degli specchi, del metr e purtroppo anche del Ku Klux Klan, fino ad arrivare a New York , mta la 116ma strada ad Harlem negli anni di Lena Horne, Ellington e Billie Holliday.

E qui s’industria, come vuole il vangelo del self made actor, facendo molti mestieri umili, in primis il lavapiatti e anche il delivery man, dormendo nel bagni pubblici e soprattutto imparando a leggere correttamente. E gli incastri del destino per cui arriva a Hollywood, chiamato e promosso dalla Fox, e la carriera parte alla grande con Mankiewicz (Uomo bianco tu vivrai) e diventa trionfale in quel momento in cui anche chi riceveva l’Oscar come Hattie Mc Donald per Via col vento era costretta ad aspettare fuori dalla sala e non seduta in platea. Poitier visse il cambiamento di questa situazione indegna di un Paese civile e molto ha fatto un certo cinema nell’aiuto per le cause delle minoranze, ascoltando Spike Lee, fra gli ospiti interrogati, come Quincy Jones, Robert Redford, Freeman, mentre si racconta il cambiamento della prospettiva quando eroi classici divennero black con Shaft e Blacula.

1 febbraio 2023 (modifica il 1 febbraio 2023 | 08:03)

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