Berlusconi e  le tappe dellescalation pro Putin: dagli audio alle casse di Lambrusco

Berlusconi e le tappe dellescalation pro Putin: dagli audio alle casse di Lambrusco

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di Fabrizio Caccia Prima delle Politiche, il leader di Forza Italia disse: Il presidente russo stato costretto a questa “operazione speciale” Il suo pensiero su Zelensky e la guerra in Ucraina si era gi manifestato chiaramente il 20 maggio scorso, a tavola da Cicciotto a Marechiaro, il ristorante con splendido affaccio sul golfo di Napoli: Io credo che l’Europa unita deve fare una proposta di pace, cercando di far accogliere agli ucraini le domande di Putin, disse Silvio Berlusconi rivolto a Marta Fascina e Licia Ronzulli, in una pausa dei lavori della convention napoletana di Forza Italia, tra un piatto di scialatielli alle vongole e un’insalata di calamari. Allora al governo c’era ancora Mario Draghi e il Cavaliere si mise per la prima volta di traverso: Per portare Putin al tavolo delle trattative non bisogna fare le dichiarazioni che sento da tutte le parti. Salvo poi, scoppiata la polemica, ribadire la sua fedelt all’Europa, alla Nato, all’Occidente e agli Stati Uniti e dirsi d’accordo sull’invio delle armi a Kiev. Da quel giorno comunque stata un’escalation, fino alle parole di ieri a Milano. Il 22 settembre, alla vigilia delle elezioni che portarono Giorgia Meloni a Palazzo Chigi, Berlusconi and ospite da Bruno Vespa a Porta a Porta e rafforz il concetto giustificando l’amico Volodia. In quell’occasione forn per la prima volta la sua ricostruzione revisionista del conflitto iniziato un anno fa. Putin caduto in una situazione drammatica — disse — perch le due repubbliche filorusse del Donbass sono andate da lui dicendo: Zelensky ha aumentato gli attacchi contro di noi, siamo arrivati a 16 mila morti, difendici. E Putin perci stato spinto a inventarsi questa operazione speciale. Ma le truppe dovevano entrare, in una settimana raggiungere Kiev, sostituire con un governo di persone perbene il governo di Zelensky e poi tornare indietro. Invece hanno trovato una resistenza imprevista poi foraggiata con armi di tutti i tipi dall’Occidente. Una difesa a spada tratta: del resto, oltre 20 anni di feeling con il capo del Cremlino non si possono cancellare di colpo. Dal vertice di Pratica di Mare, 28 maggio 2002, quando Berlusconi fece stringere la mano a Putin e George Bush, fino alle tante vacanze trascorse insieme tra la Costa Smeralda e la dacia di Zavidovo col colbacco di pelliccia in testa. Ed ecco cos che il 18 ottobre scorso, il Cavaliere si mette di nuovo a parlare a ruota libera in una riunione con i deputati di Forza Italia. Ma l’intervento, che doveva restare riservato, viene registrato da una manina rimasta ignota e l’audio viene poi trasmesso in esclusiva dall’agenzia LaPresse: Io non vedo come possano mettersi a un tavolo di mediazione Putin e Zelensky. Zelensky, secondo me, lasciamo perdere, non posso dirlo…. La responsabilit della guerra, secondo lui, ricade tutta sull’uomo di Kiev. E ai deputati confida pure che quel telefono rimasto muto a febbraio, quando prov inutilmente a chiamare Putin dopo l’invasione russa, ora finalmente ha ripreso a funzionare: Ho riallacciato con Putin che mi considera il primo tra i suoi 5 veri amici, rivela. Poi il dettaglio delle 20 bottiglie di vodka inviate da Mosca per il suo compleanno (il 29 settembre) con tanto di letterina dolcissima vergata dal presidente russo in persona. E infine la dolce missiva spedita in risposta da Arcore, accompagnata da qualche cassa di Lambrusco. 13 febbraio 2023 (modifica il 13 febbraio 2023 | 08:34) © RIPRODUZIONE RISERVATA , , https://www.corriere.it/rss/politica.xml,

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