Simona Bonafè: «Gli elettori ci vedono come il partito del potere. Cambiamo le risposte»

Simona Bonafè: «Gli elettori ci vedono come il partito del potere. Cambiamo le risposte»

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l’intervista 30 settembre 2022 – 06:46 La segretaria regionale del Pd: «La mia ricandidatura alla segreteria toscana non è all’ordine del giorno. Io in ticket con il governatore dell’Emilia Romagna Bonaccini? Se partiamo dai nomi siamo punto e a capo» di Giorgio Bernardini Non esclude nulla la segretaria Simona Bonafè: né la sua ricandidatura alla guida del Pd toscano, né la sua partecipazione attiva nella prossima gara per il Nazareno. Ma parte da una netta autocritica: «Non parliamo più ad ampie fasce di elettorato, specie quello più esposto alla crisi e non garantito». Bonafè, lascia o si ricandida al prossimo congresso toscano per la guida del Pd? «La prossima direzione nazionale stabilirà tempi e modalità del congresso nazionale e di quello regionale. La questione, al momento, non è all’ordine del giorno». Oggi i dirigenti dem sostengono, tutti, che serva una rifondazione totale del partito. In che direzione deve andare il nuovo corso? «Serve un congresso nel quale stabilire con chiarezza l’identità del Pd e la nostra missione. Abbiamo passato gli ultimi anni a discutere solo di alleanze come se queste esaurissero la nostra proposta politica, siamo partiti dal campo largo e siamo arrivati a essere una riserva, presentandoci nel centrosinistra tutti divisi con una legge elettorale iper maggioritaria. Un esempio toscano fa capire cosa è accaduto: in quattro collegi alla Camera e in uno al Senato la differenza tra centrosinistra e centrodestra è inferiore ai voti presi dal Terzo polo». Avrebbe potuto fare lo stesso esempio con il Movimento 5 Stelle, ma ha scelto Azione e Italia viva. «Ho fatto questo esempio perché con Iv governiamo insieme in Regione». Il tema delle alleanze è centrale per il futuro del Pd? «Prima viene il progetto politico. Poi le alleanze. La verità è che abbiamo fatto parte, in questi ultimi anni, di molti governi di responsabilità in momenti complicati, senza aver mai vinto le elezioni. Questo ci ha fatto percepire come partito di potere e autoreferenziale. Non è più chiaro quale sia la missione del Pd e per questo fatichiamo a coinvolgere, appassionare, convincere. Per questo, serve un congresso rigenerativo. Non risolviamo i problemi cambiando i leader». Il Pd qui in Toscana ha perso 140 mila voti rispetto alle Politiche del 2018, un crollo. «I dati parlano chiaro. Anche se in termini percentuali rispetto alle Politiche abbiamo perso il 3% e oggi siamo al 26%. È il dato più basso di sempre, un campanello d’allarme che va preso molto sul serio, non possiamo più cullarci nelle rendite di posizione. Chi ci vota peraltro non lo fa con convinzione: è evidente la correlazione con la crescita dell’astensione. Teniamo a Firenze e nell’area metropolitana, anche se con voti inferiori rispetto a quattro anni fa. Soffriamo nei Comuni delle aree interne e della costa, non parliamo più ad ampie fasce di elettorato, specie quello più esposto alla crisi e non garantito. In Toscana però governiamo e abbiamo la possibilità di conquistare consenso attraverso la nostra azione amministrativa. Inoltre il dato di Pisa e Siena è una buona partenza per le elezioni amministrative 2023». Quali sono le sue responsabilità in questa sconfitta? «Dopo le ultime Amministrative con la segreteria stavamo lavorando su una conferenza programmatica aperta. La Toscana ha cambiato struttura economica e sociale in questi anni, figuriamoci dopo una crisi pandemica e con una guerra in corso. Abbiamo bisogno di aggiornare le risposte a cittadini e imprese. Poi sono arrivate all’improvviso le elezioni anticipate». Avete perso il 4% anche rispetto ai sondaggi nell’ultimo mese di campagna elettorale: il Pd non rappresenta più un blocco sociale o non sa dire cosa rappresenta? «Il congresso deve chiarire a chi ci vogliamo rivolgere. Il messaggio ora non è chiaro». Si è sentita sola nella guida del partito negli ultimi mesi? «Ho sempre sentito l’apporto e il supporto di tutti. La segreteria unitaria ha condiviso il lavoro fatto». Ha sofferto l’attivismo del sindaco Dario Nardella nella composizione delle liste? «Un segretario regionale deve cercare di tenere in considerazione tutti i territori e rappresentarli. Avevo avuto questo mandato dagli organismi dirigenti. Cosa che ho fatto. Non aggiungo altro…». Si parla di un suo ticket con il presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini per la guida del Pd: se lui glielo chiedesse, cosa direbbe? «Se partiamo dai nomi siamo punto a capo». Come sono i suoi rapporti politici con i compagni di viaggio, a volte alleati a volte no, renziani? «Con Italia Viva condividiamo un programma di governo per la Toscana. Credo che nei due anni e mezzo che abbiamo davanti dobbiamo solo pensare a realizzarlo. Non temo scosse». 30 settembre 2022 | 06:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-09-30 04:47:00, La segretaria regionale del Pd: «La mia ricandidatura alla segreteria toscana non è all’ordine del giorno. Io in ticket con il governatore dell’Emilia Romagna Bonaccini? Se partiamo dai nomi siamo punto e a capo»,

Pietro Guerra

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