«Sior Tenente, i greci sparano» mai sottovalutare il nemico

«Sior Tenente, i greci sparano» mai sottovalutare il nemico

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SABATO 28 MAGGIO 2022

risponde Aldo Cazzullo

Caro Aldo,

la frase «Sior Tenente, i greci sparano» è rimasta emblematica della sorpresa che i soldati italiani ebbero in Grecia nel 1941, constatando la indomabile volontà di resistere del popolo ellenico. La stessa cosa deve essere capitata dopo 81 anni ai soldati russi in Ucraina. Mandati da Putin in una scellerata azione convinti di rovesciare il governo ucraino in due o tre giorni senza incontrare vera resistenza e con il plauso di una parte consistente degli ucraini. Ebbene è stato come in Grecia nel 1941, l’esatto contrario! Il popolo ucraino ha dato vita a una resistenza di massa che ha messo e sta mettendo durissimamente alla frusta l’esercito russo.

Francesco Squillante Subbiano

Caro Francesco,

Ci siamo detti molte volte che il passato non torna, e la storia non si ripresenta mai due volte. Ma in effetti è interessante l’analogia che lei propone tra la sottovalutazione della resistenza ucraina commessa dai russi, i cui soldati spesso si illudevano di essere accolti come liberatori o comunque come i più forti cui ci si deve necessariamente piegare, e la sottovalutazione della resistenza greca compiuta dal regime fascista, dai suoi generali e di conseguenza dalle truppe. La campagna di Grecia fu condotta in un modo così irresponsabile da configurare un crimine contro lo stesso popolo italiano: migliaia di vite perdute — morti, feriti, congelati — in seguito a una decisione cinica e improvvida. Il primo responsabile è Benito Mussolini: l’Italia non aveva alcun motivo di aggredire la Grecia; ad Atene era al governo un dittatore filofascista, Ioannis Metaxas; distrarre le forze dal fronte principale, che era quello africano contro gli inglesi, era palesemente un controsenso. Ma occorreva ripagare Hitler della stessa moneta: «Saprà dai giornali che ho occupato la Grecia» si compiaceva il Duce. Suo genero Costanzo Ciano gli aveva assicurato di aver corrotto i notabili di Atene, che avrebbero lasciato fare. Il resto lo fece la casta militare, a cominciare da Visconti Prasca (protetto da Badoglio), caso forse unico nella storia di un comandante che sottovaluta scientemente il numero dei nemici che ha di fronte, per evitare di ricevere rinforzi che sarebbero stati inevitabilmente guidati da un generale dal rango più alto del suo. Insomma fu un disastro morale e materiale. Con una precisazione importante: quando poi arrivarono i tedeschi e gli italiani occuparono una parte della Grecia, si comportarono con umanità, e non commisero le atrocità cui assistiamo in questi giorni per mano dei russi.

LE ALTRE LETTERE DI OGGI

Il Curriculum

«Ho più di 40 anni e un sogno: vorrei fare la libraia»

Ho quasi 44 anni e ho scoperto il mio sogno non da molto: fare la libraia. Nel mio caso il «difetto» maggiore sembra essere l’età, dico sembra perché da quando ho conseguito l’attestato per il corso di Alta formazione in gestione della libreria con la Scuola librai italiani a Roma nel 2019, a parte il periodo di stage presso la Libreria Grande di Perugia, la maggiore indipendente dell’Umbria, non ho mai ottenuto, non dico un lavoro, ma neanche un colloquio. Tranne che per una nota catena di librerie, per la quale ho continuato imperterrita a inviare il curriculum a ogni affissione di cartello ricerca personale e dove ho chiamato ogni volta per cercare di parlare con un responsabile. Solo nell’ultimo tentativo mi sono decisa a chiedere perché questo cartello continuasse ad essere affisso ad intervalli più o meno regolari e mai una volta venissi presa in considerazione. A questo punto qualcosa si deve essere smosso perché ho fatto un colloquio. Mi vengono riconosciute competenze e passione; tutto quello che c’è da imparare, l’avrei fatto con un breve periodo di formazione; la responsabile sarebbe felicissima di assumermi, però, dice, non è lei a decidere, pertanto non dovrei nutrire grandi speranze perché secondo la sua esperienza i vertici non approvano mai assunzioni di persone non più, come dire, ventenni. È andata che non mi hanno assunto ma neanche hanno specificato il motivo nonostante l’esito positivo del colloquio. Nonostante questa ultima doccia fredda io vado avanti. Faccio altri lavori per vivere, ma ho sempre il mio curriculum in tasca nella speranza di realizzare il mio sogno.

Angela Stoppini, angela.stoppini@gmail.com

INVIATECI LE VOSTRE LETTERE

Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.

MARTEDI – IL CURRICULUM

Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino

Invia il CV

MERCOLEDI – L’OFFERTA DI LAVORO

Diamo spazio a un’azienda, di qualsiasi campo, che fatica a trovare personale: interpreti, start-upper, saldatori, liutai. 

Invia l’offerta

GIOVEDI – L’INGIUSTIZIA

Chiediamo di raccontare un’ingiustizia subita: un caso di malasanità, un problema in banca; ma anche un ristorante in cui si è mangiato male, o un ufficio pubblico in cui si è stati trattati peggio. Sarà garantito ovviamente il diritto di replica

Segnala il caso

VENERDI -L’AMORE

Chiediamo di raccontarci una storia d’amore, o di mandare attraverso il Corriere una lettera alla persona che amate. Non la posta del cuore; una finestra aperta sulla vita. 

Racconta la storia

SABATO -L’ADDIO

Vi proponiamo di fissare la memoria di una persona che per voi è stata fondamentale. Una figlia potrà raccontare un padre, un marito la moglie, un allievo il maestro. Ogni sabato scegliamo così il profilo di un italiano che ci ha lasciati. Ma li leggiamo tutti, e tutti ci arricchiranno. 

Invia la lettera

DOMENICA – LA STORIA

Ospitiamo il racconto di un lettore. Una storia vera o di fantasia. 

Invia il racconto

LA FOTO DEL LETTORE

Ogni giorno scegliamo un’immagine che vi ha fatto arrabbiare o vi ha emozionati. La testimonianza del degrado delle nostre città, o della loro bellezza.

Inviateci le vostre foto su Instagram all’account @corriere

, 2022-05-28 04:16:00,

SABATO 28 MAGGIO 2022

risponde Aldo Cazzullo

Caro Aldo,

la frase «Sior Tenente, i greci sparano» è rimasta emblematica della sorpresa che i soldati italiani ebbero in Grecia nel 1941, constatando la indomabile volontà di resistere del popolo ellenico. La stessa cosa deve essere capitata dopo 81 anni ai soldati russi in Ucraina. Mandati da Putin in una scellerata azione convinti di rovesciare il governo ucraino in due o tre giorni senza incontrare vera resistenza e con il plauso di una parte consistente degli ucraini. Ebbene è stato come in Grecia nel 1941, l’esatto contrario! Il popolo ucraino ha dato vita a una resistenza di massa che ha messo e sta mettendo durissimamente alla frusta l’esercito russo.

Francesco Squillante Subbiano

Caro Francesco,

Ci siamo detti molte volte che il passato non torna, e la storia non si ripresenta mai due volte. Ma in effetti è interessante l’analogia che lei propone tra la sottovalutazione della resistenza ucraina commessa dai russi, i cui soldati spesso si illudevano di essere accolti come liberatori o comunque come i più forti cui ci si deve necessariamente piegare, e la sottovalutazione della resistenza greca compiuta dal regime fascista, dai suoi generali e di conseguenza dalle truppe. La campagna di Grecia fu condotta in un modo così irresponsabile da configurare un crimine contro lo stesso popolo italiano: migliaia di vite perdute — morti, feriti, congelati — in seguito a una decisione cinica e improvvida. Il primo responsabile è Benito Mussolini: l’Italia non aveva alcun motivo di aggredire la Grecia; ad Atene era al governo un dittatore filofascista, Ioannis Metaxas; distrarre le forze dal fronte principale, che era quello africano contro gli inglesi, era palesemente un controsenso. Ma occorreva ripagare Hitler della stessa moneta: «Saprà dai giornali che ho occupato la Grecia» si compiaceva il Duce. Suo genero Costanzo Ciano gli aveva assicurato di aver corrotto i notabili di Atene, che avrebbero lasciato fare. Il resto lo fece la casta militare, a cominciare da Visconti Prasca (protetto da Badoglio), caso forse unico nella storia di un comandante che sottovaluta scientemente il numero dei nemici che ha di fronte, per evitare di ricevere rinforzi che sarebbero stati inevitabilmente guidati da un generale dal rango più alto del suo. Insomma fu un disastro morale e materiale. Con una precisazione importante: quando poi arrivarono i tedeschi e gli italiani occuparono una parte della Grecia, si comportarono con umanità, e non commisero le atrocità cui assistiamo in questi giorni per mano dei russi.

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«Ho più di 40 anni e un sogno: vorrei fare la libraia»

Ho quasi 44 anni e ho scoperto il mio sogno non da molto: fare la libraia. Nel mio caso il «difetto» maggiore sembra essere l’età, dico sembra perché da quando ho conseguito l’attestato per il corso di Alta formazione in gestione della libreria con la Scuola librai italiani a Roma nel 2019, a parte il periodo di stage presso la Libreria Grande di Perugia, la maggiore indipendente dell’Umbria, non ho mai ottenuto, non dico un lavoro, ma neanche un colloquio. Tranne che per una nota catena di librerie, per la quale ho continuato imperterrita a inviare il curriculum a ogni affissione di cartello ricerca personale e dove ho chiamato ogni volta per cercare di parlare con un responsabile. Solo nell’ultimo tentativo mi sono decisa a chiedere perché questo cartello continuasse ad essere affisso ad intervalli più o meno regolari e mai una volta venissi presa in considerazione. A questo punto qualcosa si deve essere smosso perché ho fatto un colloquio. Mi vengono riconosciute competenze e passione; tutto quello che c’è da imparare, l’avrei fatto con un breve periodo di formazione; la responsabile sarebbe felicissima di assumermi, però, dice, non è lei a decidere, pertanto non dovrei nutrire grandi speranze perché secondo la sua esperienza i vertici non approvano mai assunzioni di persone non più, come dire, ventenni. È andata che non mi hanno assunto ma neanche hanno specificato il motivo nonostante l’esito positivo del colloquio. Nonostante questa ultima doccia fredda io vado avanti. Faccio altri lavori per vivere, ma ho sempre il mio curriculum in tasca nella speranza di realizzare il mio sogno.

Angela Stoppini, angela.stoppini@gmail.com

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Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino

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Vi proponiamo di fissare la memoria di una persona che per voi è stata fondamentale. Una figlia potrà raccontare un padre, un marito la moglie, un allievo il maestro. Ogni sabato scegliamo così il profilo di un italiano che ci ha lasciati. Ma li leggiamo tutti, e tutti ci arricchiranno. 

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Ogni giorno scegliamo un’immagine che vi ha fatto arrabbiare o vi ha emozionati. La testimonianza del degrado delle nostre città, o della loro bellezza.

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, Aldo Cazzullo

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