Smartphone in classe? Tra poco non sarà più un problema, ecco perché

Smartphone in classe? Tra poco non sarà più un problema, ecco perché

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digital divide

Finirà presto la questione se lasciare l’utilizzo degli smartphone in classe o meno. Non perché l’argomento passerà di moda o perché alla fine avranno vinto gli studenti o i professori, ma perché è in arrivo un nuovo dispositivo che potrebbe a breve sostituire gli attuali smartphone.

Il nuovo dispositivo AI Pin

Parliamo di AI Pin, il nuovo dispositivo mobile creato dall’azienda Humane che non ha uno schermo ma ha una connettività di rete mobile è molto piccolo e si indossa sugli abiti. Ha il grande vantaggio che le sue app sono comandate in gran parte dall’Intelligenza Artificiale tramite la voce e ha un proiettore laser per leggere le informazioni sul palmo della mano.

Gli esperti si stanno già chiedendo se veramente questo piccolo innovativo strumento possa diventare lo smartphone del futuro.

Ai pin è molto piccolo quadrato di forma 44,5 x 47,5 mm, spesso 16,5 mm (con la batteria aggiuntiva), quindi meno di due centimetri e con il peso complessivo di 55 g. Si attacca ai vestiti con una clip magnetica che funge anche da batteria aggiuntiva che dovrebbe garantire circa una giornata di autonomia.

Come detto, non ha uno schermo ma ha un touchpad, una fotocamera, sensori di profondità e di movimento, un laser che proietta le informazioni su una superficie fino a 40 cm, un altoparlante, un microfono, un LED di cortesia che avvisa gli altri quando Ai Pin sta registrando, un LED di notifica per l’utente con codici colore.

Quali impatti nella scuola

Se si analizzano queste caratteristiche si intuisce facilmente che nel contesto scuola, se dovesse prendere piede ed arrivare a dei costi simili a quello dei cellulari di ultima generazione, diventerebbe uno strumento rivoluzionario ma anche difficilmente individuabile nelle mani degli studenti viste le ridotte dimensioni.

Immaginatelo in mano ad uno studente, mandare i messaggi, scrivere note , cercare qualcosa su Google, cercare parole e concetti o tradurre un dialogo in ogni lingua del mondo, tutto questo dentro una piccola scatolina che si tiene in una mano.

L’impatto sulla privacy

Uno degli aspetti su cui dovranno scendere in dettaglio gli esperti è il tema privacy.

Sebbene sul sito di Humane siano elencate una serie di caratteristiche legate alla privacy e alla sicurezza dei dati personali degli utenti, bisogna mettere in conto anche l’imbarazzo che si potrebbe creare nell’ascoltare, mandare o rispondere a un messaggio dai contenuti molto privati mentre si è circondati da persone estranee perché il piccolo strumento è per lo più comandato con la voce.

Per questo motivo dalla casa madre tengono a precisare che Il pin, non sarà “always on” cioè sempre attivo ma, per interagire con esso, occorrerà sempre un input da parte di chi lo indossa. Che sia un tocco oppure un comando vocale, se non verrà azionato alcun comando non compirà nessuna azione. Se da una parte questo continuo toccare o parlare al dispositivo è necessario per garantire la privacy, da una parte ne perde di usabilità.

Un altro aspetto limitante di AI Pin è non è paragonabile ad uno smartwatch e il possessore non potrà ad esempio partecipare ad una videochiamata o leggere una notizia condivisa da qualcuno.

Non sappiamo ancora se e come si svilupperà in futuro e non vorremo essere smentiti affondandolo subito come prodotto di nicchia.

Vedremo cosa ci riserverà il futuro prossimo, dove si spingerà l’IA e quali effetti avrà sulla vita quotidiana.

Di certo pensare ad un gruppo di ragazzi indossare questi dispositivi sopra la felpa alla moda, riprendersi di nascosto e proiettare i messaggi ricevuti mette un decisamente paura.

D’altro canto, forse pensare a togliere ancora gli smartphone in classe potrebbe diventare un problema di breve durata.

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