Smartwatch e bracciali che misurano la risposta ai vaccini contro il Covid

Smartwatch e bracciali che misurano la risposta ai vaccini contro il Covid

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di Ruggiero Corcella

Secondo uno studio condotto americano l’utilizzo di semplici sensori commerciali potrebbe aiutare a sviluppare campagne di immunizzazione più sicure ed efficaci

I dati ottenuti da sensori indossabili commerciali, come smartwatch e bracciali digitali da fitness, possono servire a «tracciare» la risposta fisiologica alla vaccinazione contro Sars-Cov-2. Sono le conclusioni di uno studio pubblicato su Npj Digital Medicine, rivista scientifica del gruppo Nature, dal gruppo di Intelligenza artificiale allo Scripps Research Translational Institute di La Jolla (Stati Uniti).

Il team ha analizzato i dati raccolti dai «wearable» su sonno, attività fisica e frequenza cardiaca di oltre 5.600 persone vaccinate contro il Covid. In particolare, è emerso che la frequenza cardiaca media a riposo dei partecipanti è aumentata significativamente il giorno successivo alla vaccinazione. L’effetto è stato più forte dopo la seconda dose del vaccino Moderna, rispetto al vaccino Pfizer-BioNTech, e più pronunciato nei soggetti più giovani.

Segnali fisiologici

Secondo l’autore principale dello studio, l’italiano Giorgio Quer, direttore del gruppo di Ia allo Scripps , il lavoro scientifico (al quale ha partecipato un altro italiano, Matteo Gadaleta sempre dello stesso istituto) è un primo passo verso la quantificazione della risposta fisiologica all’immunizzazione in persone che utilizzino sensori commerciali. «Indagare i segnali fisiologici nel periodo intorno alla vaccinazione può aiutarci a comprendere meglio la variabilità della risposta al vaccino, nonché i cambiamenti rispetto a uno standard individuale dovuti alla vaccinazione», afferma Quer. «Poiché questi cambiamenti individuali sono dovuti alla risposta immunitaria iniziale di una persona, possono potenzialmente aiutare a guidare lo sviluppo futuro di vaccini per ottimizzare la loro efficacia e sicurezza oltre a consentire regimi vaccinali più precisi e personalizzati».

Il progetto Detect

I ricercatori sono coinvolti in un progetto più ampio, chiamato «Digital Engagement and Tracking for Early Control and Treatment» (Detect) lanciato a marzo 2020 presso lo Scripps Research in risposta all’emergenza e alla rapida diffusione di Sars-CoV-2. Detect è una piattaforma di ricerca che consente ai partecipanti di condividere tramite app i dati fisiologici e di attività quotidiana raccolti con un bracciale digitale da fitness o uno smartwatch, nonché i sintomi inseriti manualmente, i risultati dei test e lo stato della vaccinazione. Per determinare se dispositivi indossabili di largo consumo siano in grado di evidenziare «segnali digitali» della risposta immunitaria indotta dal vaccino, gli scienziati hanno analizzato i dati di Detect nelle due settimane prima e dopo ogni vaccinazione. Hanno poi confrontato i cambiamenti post-vaccinazione di frequenza cardiaca media a riposo, livelli di sonno e attività dei partecipanti, con i loro valori di base.

L’analisi ha mostrato che la frequenza cardiaca a riposo è aumentata significativamente il giorno successivo all’inoculazione, raggiungendo il picco due giorni dopo e tornando alla normalità quattro giorni dopo la prima dose e sei giorni dopo la seconda . Oltre all’aumento della frequenza cardiaca a riposo dopo la seconda dose del vaccino Moderna, rispetto al vaccino Pfizer-BioNTech, lo studio suggerisce che una precedente infezione da Covid-19 sia collegata a un aumento della frequenza cardiaca a riposo significativamente più elevato dopo la prima dose di vaccino rispetto a chi non aveva riportato precedenti infezioni.

Asintomatici

«Tale reazione è potenzialmente legata alla risposta immunitaria (come evidenziato prima da altri studi). Dato che siamo in grado di monitorare anche piccoli cambiamenti, che non vengono percepiti dall’individuo (assenza di sintomi), questo ci potrebbe permettere in linea teorica di identificare quella piccola frazione di soggetti su cui il vaccino non ha l’effetto immunologico sperato e per i quali sarebbe molto importante una successiva attenta valutazione medica», aggiunge Quer.

Sempre a proposito della frequenza cardiaca a riposo, dai risultati emerge che le donne hanno sperimentato variazioni maggiori rispetto agli uomini nei cinque giorni successivi alla prima dose di vaccino. Gli individui sotto i 40 anni invece hanno avuto alterazioni di questo parametro più elevate rispetto alle persone più anziane, ma solo dopo la seconda dose. Attività quotidiana e sonno sembravano essere poco influenzati dalla prima dose, ma subito dopo la seconda sono stati osservati una significativa diminuzione dell’attività e un aumento del sonno rispetto ai valori normali.

Potenzialità

«Sebbene le informazioni raccolte possano non essere accurate come in un ambiente di laboratorio controllato — ammettono gli autori — , ci basiamo su lavori precedenti che confermano come i sintomi riportati e i dati dei sensori possano fornire informazioni preziose». «Questo studio può potenzialmente aiutare a sviluppare una campagna vaccinale più sicura ed efficace, con l’uso di semplici sensori commerciali», sottolinea Quer. «Benché il legame tra risposta fisiologica e risposta immunitaria richieda ancora ulteriori indagini, il tracciamento digitale potrebbe fornire un nuovo modo per identificare le persone che non rispondono in modo ottimale al vaccino», afferma Steven Steinhubl, professore associato presso Scripps Research e autore senior dello studio. «Detect mostra le potenzialità dei dati dei sensori indossabili nel migliorare la nostra comprensione delle molteplici sfaccettature di Covid 19», ribadisce Quer.

Dal lancio di Detect, 40 mila partecipanti negli Stati Uniti hanno acconsentito alla condivisione dei loro dati. Questo ha permesso agli scienziati di ottenere preziose informazioni su vari aspetti dell’infezione da Covid-19. Detect ha già portato a diverse pubblicazioni, sottoposte a revisione paritaria, che evidenziano come i dispositivi indossabili possano essere utili in relazione al Covid, e che dimostrano come le tecniche di apprendimento automatico possano fornire preziose informazioni anche sul long Covid.

28 giugno 2022 (modifica il 28 giugno 2022 | 21:28)

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, 2022-06-28 19:28:00, Secondo uno studio condotto americano l’utilizzo di semplici sensori commerciali potrebbe aiutare a sviluppare campagne di immunizzazione più sicure ed efficaci , Ruggiero Corcella

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