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L’azzurra ha adesso ben 75 punti di vantaggio sulla Suter, quando manca soltanto l’ultima gara
Il podio ritrovato — anche se stavolta il gradino è quello più basso va benissimo così — e la coppa della discesa più vicina: Sofia Goggia lascia Crans Montana con un doppio, importantissimo scalpo. Il terzo posto alle spalle della svizzera Priska Nufer e della ceca Ester Ledecka (che con la piazza d’onore ha dato un seguito alla vittoria di sabato 26 febbraio in gara 1) vale prima di tutto una spinta psicologica sulla strada del pieno recupero dopo l’incidente di gennaio a Cortina.
Ma notizia che interessa di più è che Sofia è rimasta davanti a Corinne Suter, quarta e beffata per soli quattro centesimi. Alla vigilia della libera-bis la neo-olimpionica era la principale rivale dell’azzurra per il trofeo di specialità, adesso è rimasta la sola che glielo può strappare. Ma con un divario cresciuto, a una gara dalla conclusione. Il 16 marzo nel primo giorno delle finali di Courchevel-Meribel, la nostra campionessa arriverà infatti con un primato da 482 punti contro i 407 dell’elvetica: nella peggiore delle ipotesi, ovvero la vittoria della Suter, a Sofia basterà arrivare non oltre il decimo posto.
Insomma, se nella prima discesa di Crans Montana s’era avvicinata alla coppa contenendo i danni in una prova non brillante (dodicesima, ma l’elvetica con il decimo posto aveva sprecato la vera occasione per riaprire i giochi), Goggia adesso può dire di aver messo le mani su quello che sarebbe il terzo globo di cristallo conquistato nella disciplina. Sorridente e con il volto finalmente più disteso, Sofia ha potuto raccontare il balzo in avanti compiuto nel giro di 24 ore: «Sabato non ero stata in grado di fare più di tanto e avevo dovuto accettarmi per quello che sono oggi, ovvero un’atleta che non è al meglio della condizione e che dopo essere stata a lungo imbattuta è vulnerabile e può perdere. Il podio della seconda discesa è invece un bel risultato sul percorso della piena riabilitazione fisica: sciare mi fa bene e mi aiuta a ritrovare fiducia, abbinerò il lavoro in pista a quello in palestra per arrivare concentrata all’atto finale della stagione».
A proposito di recupero, c’è un dettaglio che lega Sofia Goggia alla Ledecka, oltre al fatto di appartenere alla scuderia degli atleti Red Bull: quando l’azzurra ha ricominciato a sciare è stata seguita dall’altoatesino Franz Gamper, ex c.t. azzurro e a lungo coach di Aksel Lund Svindal e dei norvegesi e adesso guida della campionessa ceca per la parte relativa allo sci (Ester, come noto, è anche snowboarder, bi-olimpionica del gigante parallelo grazie ai successi ai Giochi 2018 e a quelli di Pechino appena conclusi).
È il podio numero 40 di Sofia — 17 i primi posti — ed è giunto in una gara equilibratissima, risolta sul filo di una manciata di centesimi: Nufer ha battuto Ledecka per 11, per 23 Sofia, per 27 Suter, per 31 la coppia Venier-Mowinckel, per 33 Federica Brignone, autrice di una prova convincente nella quale ha pagato solo un minimo appannamento tra il primo e il secondo intermedio. In un ordine d’arrivo molto «corto» (fino alla sedicesima, ovvero Petra Vlhova che ha raggiunto Mikaela Shiffrin in vetta alla classifica della Coppa del Mondo assoluta pareggiando i 1026 punti dell’americana, gli scarti sono stati sotto il secondo) le sorprese e i ribaltoni sono stati a lungo in agguato.
C’è chi si è addirittura presentata al penultimo riscontro cronometrico in vantaggio su Nufer: è stato il caso dell’austriaca Stephanie Venier, che però ha perso smalto nel finale ritrovandosi quinta. Gli ultimi metri, che conducevano al salto dello schuss d’arrivo, sono stati decisivi e su quel «jump» un’altra austriaca, Cornelia Huetter, ha rischiato l’osso del collo: non è riuscita a preparare per bene l’attacco e nella fase aerea s’è ritrovata a compiere una rotazione di 180 gradi con un violento impatto, di schiena, sul pendio. Per fortuna Cornelia se l’è cavata solo con un taglio al volto e tanto spavento. Un’ultima nota, per concludere, sul resto della squadra italiana. Dopo la novità (non piacevole) di sabato 26, quando nessuna azzurra per la prima volta nell’annata non era entrata tra le migliori dieci, la seconda discesa ha migliorato il bilancio, anche se dopo Brignone bisogna scendere al 14° posto per trovare Elena Curtoni e al 21° per incontrare Nadia Delago, la medaglia di bronzo olimpica. L’Italia è andata a punti anche con Pichler (27a) e con Marsaglia (28a) ma ha annotato un’altra occasione mancata da Nicol Delago: era stata la migliore in alto, però è uscita poco dopo. Le curve continuano così a rimanere il punto debole della maggiore delle Delago sisters: peccato, speriamo impari alla svelta perché come scivolatrice ha poche rivali.
27 febbraio 2022 (modifica il 27 febbraio 2022 | 12:24)
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