il pronunciamento Mezzogiorno, 28 aprile 2022 – 22:13 La Corte d’Appello di Bari sentenzia: «Il finanziamento illecito non alterò le elezioni» di Marco Santoro L’europarlamentare di Fratelli d’Italia Raffaele Fitto non dovrà risarcire la Regione Puglia per l’illecito finanziamento di 300 mila euro al partito “La Puglia Prima di Tutto” erogato dalla società Tosinvest dell’imprenditore romano Gianpaolo Angelucci. Il reato di illecito finanziamento è stato dichiarato prescritto in sede penale anni fa e risale al 2005, quando Fitto era presidente uscente della Regione, ricandidato. Il «no» al risarcimento lo ha stabilito, 17 anni dopo i fatti, la terza sezione civile della Corte di Appello di Bari, pronunciandosi in sede di rinvio, dopo l’annullamento parziale da parte della Cassazione nel 2017. «A differenza della somma di 200 mila euro (anch’essa erogata da Tosinvest e per la quale vi è già stata condanna al risarcimento, ndr) in cui vi è la prova dell’elemento soggettivo, ossia della consapevolezza da parte di Fitto di ricevere una erogazione per interposta persona – scrivono i giudici – , per le ulteriori erogazioni per 300 mila euro non risultano elementi da cui desumere tale consapevolezza». Cosa sosteneva la RegioneNella sentenza i giudici, rigettando il ricorso della Regione, motivano anche la insussistenza di un danno non patrimoniale. La Regione sosteneva che «la violazione delle norme sul finanziamento dei partiti, commessa da Fitto in occasione delle elezioni regionali pugliesi dell’anno 2005, avrebbe alterato le regole della sana competizione democratica tra i partiti e avrebbe arrecato un grave danno sia quale ente destinatario di quelle elezioni, sia quale ente rappresentativo dell’intero elettorato attivo pugliese». «Pagamenti ricevuti durante il silenzio elettorale» Secondo la Corte di Appello di Bari, però, «manca la prova di tale danno effettivo perché, nonostante il finanziamento illecito, le elezioni regionali del 2005 furono vinte dal candidato del centrosinistra, Nichi Vendola, il quale, facendo riferimento a un partito alquanto marginale ed estremo (Prc), attraverso il metodo innovativo e democratico delle primarie, si affermò nella propria coalizione e sconfisse un candidato certamente autorevole come Fitto, già da 10 anni presidente della Regione, così rendendo evidente il fatto che la sperequazione di mezzi non abbia svolto alcun ruolo inquinante della competizione, e tanto meno del suo risultato elettorale». «Risulta, peraltro, – aggiungono i giudici – che i pagamenti ricevuti dal partito “La Puglia prima di tutto”, da parte delle società del gruppo Tosinvest, furono erogati nel periodo compreso tra il 4 aprile 2005 e il 4 maggio 2005, durante il cosiddetto `silenzio elettorale´, per cui difetterebbe anche la prova del nesso eziologico tra le suddette erogazioni e il lamentato danno da alterazione delle regole della competizione elettorale». La newsletter del Corriere del Mezzogiorno – PugliaSe vuoi restare aggiornato sulle notizie della Puglia iscriviti gratis alla newsletter del Corriere del Mezzogiorno. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui. 28 aprile 2022 | 22:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-04-29 07:36:00, La Corte d’Appello di Bari sentenzia: «Il finanziamento illecito non alterò le elezioni»,