Soldi russi, la telefonata tra Blinken e Draghi: l’Italia non è coinvolta

Soldi russi, la telefonata tra Blinken e Draghi: l’Italia non è coinvolta

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di Marco Galluzzo

Colloquio tra il segretario di Stato e il premier, che ha chiesto chiarezza. L’invito di Washington: resistiamo agli sforzi del Cremlino per dividerci

È stato Mario Draghi a cercare il segretario di Stato americano Antony J. Blinken. Gli uffici di Palazzo Chigi hanno chiesto un contatto fra i due nel pomeriggio di mercoledì e di notte c’è stata la telefonata richiesta dal nostro governo.

Ne ha dato notizia il Dipartimento di Stato americano, ma senza enfatizzare il reale motivo del confronto: il nostro capo del governo ha chiesto a Blinken, che ha diffuso il rapporto sui 300 milioni di dollari spesi dai russi, un elemento di chiarezza sul nostro Paese. La risposta di Blinken è stata netta: l’Italia non fa parte del rapporto, non è coinvolta in questo allarme lanciato dagli americani.

Nella telefonata con Draghi, il segretario di Stato americano ha ringraziato il premier italiano per «la sua guida esemplare in uno dei periodi più difficili della storia recente e per il forte sostegno dell’Italia all’Ucraina», ha sottolineato «l’importanza di mantenere la solidarietà e la resilienza di fronte agli sforzi della Russia per utilizzare l’energia e altri mezzi per dividere i paesi che sostengono l’Ucraina». Blinken ha anche rimarcato «l’impegno degli Stati Uniti a lavorare con il prossimo governo italiano sull’ampio ventaglio degli interessi condivisi».

Messaggi contenuti in una nota che il Dipartimento di Stato ha diffuso dopo la telefonata, mentre su Twitter Blinken ha voluto scrivere che «è stato bello parlare con il presidente del Consiglio Draghi della nostra stretta e duratura partnership con l’Italia . L’ho ringraziato a nome degli Stati Uniti per la sua guida in un momento critico della storia europea e mondiale».

In ogni caso in Italia non si placa la polemica sull’eventualità che fondi russi siano arrivati negli ultimi anni anche a partiti del nostro Paese. Anche perché si sa solo che la materia non è contenuta in quel rapporto specifico. Si sente chiamato in causa più di altri Matteo Salvini: «La notizia sui presunti finanziamenti russi ai partiti politici dell’Occidente? Sono quattro anni che cercano soldi russi, non li trovano perché non li abbiamo mai chiesti, né presi».

Ma ovviamente il giudizio cambia a seconda del fronte politico. «Sui finanziamenti russi a partiti italiani va fatta chiarezza prima del voto. Sarebbe utile a tutti. C’è ancora troppa confusione, troppe parti in commedia. La nostra democrazia è forte, ma occorre conoscere la verità per scegliere», è la posizione di Graziano Delrio, Pd.

Una posizione che si avvicina a quanto dichiara da giorni il ministro degli Esteri Luigi Di Maio: «Da tempo proponiamo una Commissione d’inchiesta sui rapporti tra leader e partiti italiani e Russia. È molto importante che si faccia chiarezza. Ricordate che nel 2018 c’era stato un tentativo da parte della Lega di mettere nella legge anticorruzione Spazzacorrotti una norma che permettesse sostanzialmente di ricevere finanziamenti da Paesi esteri o da personalità estere per i partiti. Allora io chiedo a Salvini, confrontiamoci: perché volevi una norma che consentisse a personalità estere, a governi esteri di finanziare i partiti italiani?».

Esprime anche una preoccupazione istituzionale l’ex premier Giuseppe Conte: «Il Movimento 5 Stelle fa della trasparenza la sua virtù: non abbiamo nulla a che vedere con questa storia e confido che nessun partito italiano abbia a vedere con questa storia. Dico anche: maneggiamola con cura, non buttiamo sul terreno di una battaglia elettorale complessa e delicata illazioni e insinuazioni. Stiamo molto attenti, si rischia di inquinare la campagna elettorale».

Guido Crosetto, fra i leader di Fratelli d’Italia, rafforza un timore: «Usciranno altri dossier e altri veleni, anche nei prossimi giorni: è normale, fa parte di una campagna elettorale giocata in modo molto sporco, che ignora i problemi delle persone».

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15 settembre 2022 (modifica il 15 settembre 2022 | 21:57)

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, 2022-09-15 21:03:00, Colloquio tra il segretario di Stato e il premier, che ha chiesto chiarezza. L’invito di Washington: resistiamo agli sforzi del Cremlino per dividerci, Marco Galluzzo

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