Solinas: «L’Udc mi critica? Sono i rituali della politica»

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Il governatore ritorna in Aula: «Noi rispondiamo con risultati e riforme»

di Umberto Aime 12 Febbraio 2022

CAGLIARI. Dalla Finanziaria, ancora in ballo, al rimpasto, che si farà ma senza avere ancora una data certa. Dai costi dell’insularità, «credo molto in un successo finale nella trattativa appena aperta con il Governo». All’emergenza sanitaria: «Dopo i picchi della pandemia, ci stiamo mettendo una pezza, ma i problemi arrivano da lontano». Fino alle ultime bizze nella sua coalizione, il centrodestra: «È il linguaggio della politica». Di tutto un po’, è la sintesi. Il governatore Christian Solinas ha parlato di nuovo in pubblico. Non più dalla scrivania di Villa Devoto, ma in Consiglio regionale. Prima che cominciasse in aula la seconda giornata di dibattito sulla prossima contabilità regionale, gli è stato chiesto di spaziare sull’attualità. Lo ha fatto, davanti a telecamere e taccuini. Ha risposto a tutto, anche se in alcuni casi ha circumnavigato intorno alle domande.

Finanziaria e investimenti. «La Legge di stabilità del 2022 – ha esordito – è ritornata a essere un contenitore. Ci sono solo progetti. Sottolineo subito il pacchetto contro lo spopolamento, la denatalità e gli incentivi per far mettere radici alle imprese nei Comuni sotto i 3mila abitanti. Sono interventi consistenti e soprattutto mirati. Oltre 260 milioni in tre anni e avranno un forte impatto sulle zone interne. Questi territori in difficoltà non devono sopravvivere, ma ritornare a vivere». Però senza far nessun accenno al fatto che buona parte del centrodestra, compreso il Psd’Az, ha annunciato: «I criteri di assegnazione proposti dalla Giunta sono generici. Li correggeremo per evitare squilibri ed errori». Non ha replicato, sempre Solinas, neanche alle opposizioni, convinte nel sostenere: «Questi soldi a pioggia non cancelleranno il deserto. Prima di tutto, per attrarre i giovani e le imprese, bisognerebbe garantire servizi essenziali e infrastrutture». Poi Solinas ha accennato agli altri pilastri della Finanziaria: sostegno a commercianti e artigiani dopo la pandemia, al mondo del lavoro in generale. Ancora: confermati i 600 milioni in transito verso i Comuni più altri 40 che riceveranno per riprendere a progettare idee di sviluppo, anche in vista del Piano straordinario di ripresa e resilienza, costruito grazie ai miliardi dell’Europa. A proposito del Pnrr il governatore ha detto che buona parte di quei finanziamenti saranno la polpa della prossima Manovra di bilancio. Perché presto, dopo la Finanziaria, ci sarà una seconda legge contenitore, con cui «riusciremo a dare risposte ancora più puntuali alle esigenze dei territori e alle difficoltà quotidiane delle famiglie». Senza dimenticare, infine, il recente avvio del confronto tecnico-politico con il Governo su come dovranno essere abbattuti i costi sociali, economici, infrastrutture comprese, scaricati dall’insularità sui sardi. «Con l’accordo del 2019 sul riequilibrio della finanzia pubblica, ovviamente a nostro favore, abbiamo ottenuto abbastanza, ma non tutto. E infatti ora, con decisione e conti alla mano, solleciteremo che la Sardegna sia messa finalmente nelle condizioni di competere alla pari con le altre Regioni. Sono sicuro che, alla fine, riusciremo a ottenere quanto ci spetta: le giuste e sacrosante compensazioni».

Politica e dintorni. Qualche giorno fa la Giunta è stata bacchettata dall’Udc: è fin troppo lenta. Nella controanalisi, quasi a caldo, il governatore ha giocato di carambola. Senza replicare, dritto per dritto, a chi lo ha picconato: «Sono i rituali della politica. Io e la Giunta preferiamo rispondere con i risultati e le riforme approvate: dalle Province al ritorno della sanità nei territori e anche il nostro voler costruire una Regione al passo con i tempi. Certo, tutti vorremmo fare di più e meglio, ma tanto abbiamo fatto, anche durante la pandemia». Per poi parlare di rimpasto in Giunta: ci sarà, come sarà e se sì quando? «È un tema richiesto e presto arriverà il momento della giusta riflessione. È evidente che, dopo tre anni di legislatura, i partiti vogliano discutere con quale squadra governare i prossimi due. Insieme faremo le necessarie valutazioni», senza aggiungere nient’altro o anticipare future mosse o altrettante contromosse. Ha accennato anche ai rapporti con lo Stato, in particolare sulla tempestosa urbanistica: «Stiamo fronteggiando un nuovo centralismo burocratico. È evidente il tentativo di spogliare le Regioni delle competenze riconosciute e conquistate. Noi replichiamo e replicheremo sempre così: i territori sono tutti diversi fra loro e di conseguenza anche le norme devono essere differenziate». Infine, il caso dei troppi manager, denunciano le opposizioni, in continuo arrivo dalla Penisola. «Personalmente auspico – ha risposto – che, a parità di curriculum e competenze, sopratuttto ai candidati sardi sia data la possibilità di cimentarsi nell’amministrazione pubblica». Ma spesso, troppo spesso, è accaduto l’esatto contrario.

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