di Nando PagnoncelliElezioni regionali in Lombardia, il sondaggio di Pagnoncelli: il centrodestra in netto vantaggio sul candidato di Pd e M5S. Fratelli d’Italia al 24,9%, Lega al 13,4. Dem al 18,4, grillini all’8,1 sopra ad Azione e Italia viva C’ molta attesa riguardo alle elezioni in Lombardia, la Regione che dal 1995 in poi ha rappresentato uno dei feudi del centrodestra con le affermazioni di Formigoni, Maroni e Fontana, nella maggior parte dei casi con un vantaggio molto ampio sul centrosinistra. Molti si chiedono se per la principale regione italiana sia giunto il momento di voltare pagina. I risultati del sondaggio odierno, l’ultimo prima che scatti il divieto per la pubblicazione dei sondaggi, sembrano smentire questa ipotesi. Nonostante le complessit attraversate dalla Regione nell’ultimo quinquennio, la qualit della vita permane elevata, con oltre tre lombardi su quattro (77%) che si dichiarano soddisfatti. Le priorit della Regione sono rappresentate dalla sanit, menzionata dal 55% degli intervistati, con un picco del 67% tra le persone di oltre 65 anni, seguita dal tema dei trasporti e delle infrastrutture locali (34%), particolarmente sentite dai ceti produttivi, i lavoratori, i residenti nei comuni rurali, quindi il lavoro (26%), in particolare tra i pi giovani (e marcatamente tra i millenials), e l’ambiente (21%). L’operato dell’amministrazione uscente risulta apprezzato dal 55% degli elettori, mentre il 42% si esprime negativamente. Il voto medio, sulla base di una scala da 1 a 10, non raggiunge la sufficienza piena (5,8). I pi scontenti sono gli anziani, le persone di ceto popolare, casalinghe e pensionati, oltre agli elettori di centrosinistra e agli astensionisti. Al voto si presentano quattro candidati il cui livello di conoscenza diversificato e suscita una certa sorpresa, dato che Letizia Moratti, sostenuta da Azione-Italia viva e da una sua lista civica, risulta pi conosciuta (93%) rispetto al presidente uscente Fontana (83%). Il candidato del centrosinistra e del M5S Pierfrancesco Majorino noto a due terzi dei lombardi (66%), mentre Mara Ghidorzi, candidata di Unione popolare, risulta svantaggiata in termini di notoriet, essendo conosciuta da meno di un elettore su tre (29%). Riguardo all’apprezzamento dei candidati, rilevato presso coloro che li conoscono almeno nominalmente, Letizia Moratti appare penalizzata dalla decisione di lasciare il centrodestra: le valutazioni negative infatti prevalgono su quelle positive (51% contro 37%) e sono pi accentuate tra gli elettori di Fontana (53%), che si sentono traditi, e in misura ancora maggiore, per la sua esperienza pregressa, tra i sostenitori di Majorino (67%), a conferma delle resistenze che larga parte dell’elettorato del centrosinistra aveva manifestato quando si ipotizz una candidatura unitaria dell’ex vice presidente della Lombardia. Fontana il candidato che polarizza maggiormente i giudizi: 41% esprime gradimento per la sua candidatura a fronte del 41% che non la apprezza affatto. Majorino, seppure meno conosciuto, l’unico dei quattro che ottiene pi valutazioni positive (37%) che negative (35%). Quanto alle intenzioni di voto, Fontana con il 45% prevale su Majorino, stimato al 33,8%; a seguire Letizia Moratti che si attesta al 19% e Mara Ghidorzi, assai distante con il 2,2%. Le liste che sostengono Fontana si avvicinano al 50%, trainate da Fratelli d’Italia (24,9%), mentre la Lega (13,4%) e Forza Italia (6,5%) sono pi che dimezzate rispetto alle Regionali del 2018. Le liste a sostegno di Majorino si attestano a 32,5% con il Pd stimato al 18,4%, in lieve flessione rispetto a cinque anni fa, e il M5S all’8,1%, anch’esso dimezzato rispetto al 2018, quando si present con un proprio candidato. La lista civica Moratti presidente (8,6%) e Azione-Italia viva (7,5) si attestano al 16,1%. Nel complesso, quindi, ad oggi Fontana otterrebbe meno consenso rispetto alla coalizione che lo sostiene (infatti il 4,5% appare orientato al voto disgiunto), mentre Majorino e soprattutto Moratti sono accreditati di un elettorato pi ampio delle forze che li sostengono, rispettivamente di +1,3% e +2,9%. I pronostici degli elettori sono nettamente favorevoli a Fontana, indicato come vincitore dal 49% dei lombardi. A seguire si invertono le posizioni degli sfidanti rispetto alle intenzioni di voto: Letizia Moratti viene indicata dal 16% mentre Majorino solo dal 6%. Il pessimismo, dunque, alligna tra gli elettori degli avversari del presidente uscente e ci pu avere riflessi sulla motivazione a recarsi alle urne. Nonostante le traversie vissute dall’amministrazione durante la fase pi drammatica della pandemia che ha messo a dura prova la sanit lombarda e ha suscitato un diffuso malcontento che avevano fatto presagire un cambio di scenario politico, tra gli elettori prevale la volont di confermare Fontana alla guida della Regione, grazie alla forza e all’ampiezza del consenso di cui beneficia il centrodestra nonostante il significativo cambiamento nei rapporti di forza tra i partiti che ne fanno parte. Il voto lombardo assume quindi una grande importanza per gli equilibri politici futuri, dato che l’assai probabile vittoria di Fontana potrebbe avere ripercussioni politiche sia in ambito regionale (a partire dalla composizione della giunta) sia in quello nazionale, a seconda del risultato che otterranno i singoli partiti del centrodestra. E sul fronte opposto non mancheranno riflessi sulla definizione delle possibili alleanze, soprattutto in vista delle elezioni europee del 2024. 27 gennaio 2023 (modifica il 27 gennaio 2023 | 07:29) © RIPRODUZIONE RISERVATA