di Walter Veltroni
La storia dei soggetti inediti firmati da Sordi: l’unico superstite della battaglia di Lille Bighorn contro gli indiani, il trombettiere di Custer appunto, era italiano. L’attore voleva farne un film, come America sul mitico Meniconi
Alberto Sordi era molto divertito dalla storia di John Martin, il trombettiere del generale Custer. Di Giovanni Martini, come realmente si chiamava, nato a Sala Consilina, lo affascinava la faccia tosta, quella che si dice lo avesse portato ad essere colpito da un pugno di Garibaldi perch aveva venduto il di lui cavallo bianco, quella che lo aveva spinto a emigrare verso l’America inseguito dai parenti di una ragazza messa incinta, quella che lo aveva portato ad arruolarsi con il generale Custer, a combattere contro gli indiani, ad essere catturato e poi rilasciato perch entrato nelle grazie di una delle mogli di Toro seduto.
John, Giovanni, fu, non per caso, l’unico superstite della battaglia di Lille Bighorn dove venne raso al suolo dagli indiani il settimo Cavalleggeri. A John fu affidato, nel cuore della battaglia, il compito di portare un messaggio nelle retrovie. Non sapendo bene la lingua Martini salta a cavallo, si piega sul fianco dell’animale, risponde all’attacco degli indiani e consegna il foglio al colonnello Benteen. Torna da Custer e l, misteriosamente, riesce a salvarsi. Solo lui e un cavallo sopravvivono allo sterminio del Settimo Cavalleggeri. C’ chi dice, ma forse sono solo malelingue, che, vista la mala parata, Martini abbia detto a Custer che andava a cercare rinforzi e si sia volatilizzato. A conferma di questa tesi sempre i pettegoli riferiscono che Martini accamp per due anni un deficit di memoria che purtroppo gli impediva di rispondere a domande su Little Bighorn.
Fece otto figli, apr un negozio di alimentari nel quale faceva indossare ai clienti il cappello di Custer e suonare nella tromba con la quale lui stesso aveva intonato la carica. Lo strumento era stato rinvenuto sul campo di battaglia da un indiano, Donnola Gialla, che lo aveva conservato. Sordi scrisse sul tema un soggetto con Alberto Bevilacqua. Il romanziere di Parma, infatti, aveva scovato questa storia e si preparava a farne un articolo per un quotidiano. Sordi, informato dal collega Luigi Zampa, lo blocc e insieme scrissero il soggetto che pubblichiamo. Si scaten una guerra per la realizzazione del film tra Alberto, che lo aveva proposto ad Haggiag e De Laurentiis il quale, a sua volta, deposit un testo con titolo analogo e stessa storia. A un certo punto sembr addirittura che Frank Capra avrebbe diretto Sordi in questo film. Sarebbe stata una scelta magnifica. Il film, tanto conteso tra Robert Haggiag e Dino De Laurentiis, non fu per mai realizzato. Anni dopo, in una intervista a Settimana Tv nella quale gli si chiedeva quale fosse il suo film pi caro, Alberto rispondeva: Quello che devo fare da sette anni: Il trombettiere del generale Custer. Un western.
Pubblichiamo anche un altro soggetto inedito. Quello che negli archivi della Fondazione Sordi, che cura e classifica l’immenso patrimonio di Alberto, chiamato semplicemente America. La storia, scritta nel 1964, centrata sulla figura di Nando Meniconi, l’americano a Roma del magnifico film di quel genio di Steno. Si conosce l’amore di Sordi per il mito americano, l’idea che quella fosse la terra del futuro e delle promesse, il suo desiderio di conoscerla e raccontarla. Questo soggetto parla proprio di questo. Con una clamorosa curiosit. Nel 1964 Sordi aveva immaginato la scena degli schiaffi ai viaggiatori che si affacciano dai finestrini del treno che sta per partire. Sequenza che sar colonna portante del primo magnifico episodio di Amici miei. Ma non detto che Germi, Benvenuti, De Bernardi e Pinelli abbiano saputo dell’idea di Sordi e l’abbiano copiata. Avendo avuto la fortuna di conoscere molti di quella generazione, genio e allegria, non dubito che, tra loro, fosse una disciplina praticata davvero.
5 febbraio 2023 (modifica il 5 febbraio 2023 | 09:56)
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