l’intervista Mezzogiorno, 17 maggio 2022 – 09:12 La ministra per la Coesione: nostre due rivoluzioni, il vincolo del 40 per cento e i Lep di Simona Brandolini Ministra Carfagna, si è chiusa la due giorni di Sorrento. Lei aveva annunciato un cambio di paradigma. Trova che l’obiettivo sia stato raggiunto? «È stato fatto il primo passo, un passo importantissimo a cui intendo dare seguito. Per due giorni alla vecchia lettura rinunciataria del Sud si è sovrapposto un racconto più orgoglioso e aderente alla realtà: oggi, grazie al Pnrr e agli altri Fondi europei e nazionali, il Sud è l’area del Paese da cui si attende il maggiore sviluppo, il maggiore salto di qualità nelle infrastrutture, la maggiore avanzata in termini di servizi e diritti per i cittadini». Da Draghi ai ministri, tutti hanno ribadito che il cambio di scenario sposta l’asse dello sviluppo da Est a Sud. Dunque è un obbligo più che una scelta concentrare gli investimenti nel Mezzogiorno. Possono bastare gli 82 miliardi del Pnrr? O come dice il ministro Franco serviranno più di sei anni per ridurre il divario? «Il Pnrr avvierà il processo, i Fondi di Coesione e i Fondi di Sviluppo dovranno essere usati per puntellarlo insieme ai fondi ordinari dello Stato. L’importante è che la “missione” di riduzione dei divari sia avviata, poi certo andrà difesa anno dopo anno, incrementata anno dopo anno, per evitare che quel che è stato fatto nel 2021 sia disfatto nel 2023». Digitale, energia, formazione, i settori su cui puntare? Quali altri? «Di sicuro l’agricoltura, che è tra l’altro, insieme al gas uno dei “nodi” della crisi legata alla guerra in Ucraina. Al Sud più che altrove l’agricoltura è stata sfregiata da un vero e proprio disinteresse che ha preferito alimentare il consumo selvaggio di suolo agricolo per l’edilizia, la parcellizzazione degli appezzamenti coltivabili, la scarsa attenzione alla qualità delle acque e dei terreni. Proprio oggi partecipo al meeting Italia-Israele sul tema organizzato a Napoli, con una certezza: anche in questo settore dobbiamo recuperare autonomia produttiva». Un altro punto che è emerso a Sorrento è che governo, banche, grandi aziende di Stato puntano sul Sud. Ma se l’Europa mette i soldi, il governo programma, chi, per usare un termine in voga, localmente mette a terra i progetti? Confida che amministrazioni e imprenditori siano all’altezza della sfida? «Anche il racconto del “Sud incapace di spendere” deve essere aggiornato. Ci sono innumerevoli strumenti di sostegno a ogni organizzazione ed ente chiamato alla “messa a terra” dei progetti, e siamo assolutamente disponibili a vararne di nuovi se serviranno. Inoltre, in casi estremi, la cabina di Regia del Pnrr può attivarsi per sostenere o addirittura sostituire gli inadempienti». Oggi sottoscrivete il Cis di Napoli-Vesuvio-Pompei di cosa si tratta? «Il Cis coinvolge 19 Comuni, Napoli compresa, e investe 214 milioni di euro in 45 progetti per trasformare un’area percepita come il “contorno” di Pompei in partner a tutti gli effetti del parco archeologico più famoso del mondo. Ho voluto che il Contratto istituzionale di sviluppo fosse firmato all’interno degli scavi anziché in un ufficio a Roma per dare anche “visivamente” l’idea del Sud che stiamo costruendo con investimenti consistenti e progetti appassionati: un Sud senza complessi di inferiorità verso nessuno, consapevole del suo valore, deciso a metterlo a frutto e a non perdere l’occasione che si prospetta grazie alle risorse europee e nazionali». Lei ha detto di essere una donna del Sud orgogliosa di poter fare qualcosa per la propria terra. Da Sorrento è stata chiara la sua forza politica. Lei crede che questo governo e questa ampia alleanza possano essere determinanti rispetto al passato? «Credo che questo governo abbia impresso una svolta costruita con i fatti, e non con le parole. Cito solo due esempi, due piccole-grandi rivoluzioni: il vincolo al Sud del 40 per cento del Piano di Ripresa e la definizione con relativo finanziamento dei Livelli essenziali di prestazioni per asili nido, assistenti sociali e trasporto per gli alunni con disabilità. È stato cancellato, per la prima volta, l’odioso principio della spesa storica che dava molto a chi aveva già molto e nulla a chi non aveva nulla. Queste misure determineranno senza dubbio grandi e positivi cambiamenti rispetto al passato». I suoi alleati 5Stelle nel Sud hanno un bacino elettorale gigantesco grazie al Rdc. Conte ha chiesto che la decontribuzione al Sud venga resa strutturale. La campagna elettorale è cominciata o concorda? «Sto lavorando fin dall’insediamento in questa direzione, e i contatti con l’Europa sono in corso da ben prima dell’intervento di Conte. Stiamo spiegando all’Unione che la decontribuzione non è qualificabile come “aiuto di Stato”, così come è stato finora: non sostiene ne’ un settore ne’ un’impresa, ma un intero territorio. Qualificarla diversamente consentirà di trasformarla in misura strutturale. Il dibattito è avviato e sono fiduciosa sui suoi esiti». La newsletter del Corriere del MezzogiornoSe vuoi restare aggiornato sulle notizie della Campania iscriviti gratis alla newsletter del Corriere del Mezzogiorno. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui. 17 maggio 2022 | 09:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-05-17 08:47:00, La ministra per la Coesione: nostre due rivoluzioni, il vincolo del 40 per cento e i Lep,