L’Italia, nonostante oltre 40 anni di sforzi verso una scuola inclusiva, non è ancora diventata un Paese completamente adatto alle esigenze dei disabili.
Questa è l’amara realtà emersa dal sondaggio nazionale “Inclusione scolastica: un valore irrinunciabile?”, presentato al 14° Convegno internazionale Erickson a Rimini. Il convegno ha visto la partecipazione di esperti nazionali e internazionali in tavole rotonde, dibattiti e workshop, focalizzati sull’inclusione scolastica in Italia e sulle strategie future in questo ambito.
Dario Ianes, professore di Pedagogia dell’inclusione presso la Libera Università di Bolzano e co-fondatore del Centro Studi Erickson di Trento, ha sottolineato la forte dimensione valoriale e ideale dell’inclusione. Tuttavia, la realtà quotidiana nelle scuole rivela crescenti difficoltà operative, alimentando uno scetticismo diffuso. Lo scetticismo, che raggiunge quasi la metà degli insegnanti intervistati, riflette la percezione di un’inclusione irrealizzabile, aggravata dall’indebolimento delle collaborazioni tra scuola, famiglie e servizi sanitari e sociali.
Il sondaggio, che ha coinvolto 3.137 persone tra insegnanti, educatori, pedagogisti, assistenti sociali, neuropsichiatri infantili e genitori, mostra che mentre quasi tutti concordano sull’importanza dell’inclusione per lo sviluppo cognitivo e sociale degli alunni, circa il 42% crede che l’attenzione all’inclusione sia diminuita nel tempo. Inoltre, il 40% ritiene che quarant’anni di scuola inclusiva non abbiano reso l’Italia un Paese più inclusivo, con quasi la metà degli intervistati (47%) che dubitano della fattibilità di una vera inclusione.
Il sondaggio evidenzia anche il deterioramento della collaborazione tra scuola, servizi sociali e sanitari, con il 74% degli intervistati che ne lamenta il peggioramento. Anche la fiducia nelle famiglie appare compromessa, con il 58% degli intervistati che la considera ormai logorata.
Di fronte a queste sfide, si rinnova l’urgenza per le scuole italiane di evolversi verso ambienti equi e attenti al benessere socio-emotivo di tutti gli studenti, promuovendo un apprendimento inclusivo e valorizzando il potenziale di ciascun individuo. Il rapporto Erickson solleva questioni cruciali sulla durabilità dei valori inclusivi di fronte alle difficoltà operative e alle pressioni di una visione meritocratica e individualistica dell’educazione e della società. Queste riflessioni non riguardano solo il mondo dell’istruzione, ma l’intera società italiana, chiamata a confrontarsi con il bisogno di un cambiamento significativo e concreto nell’inclusione scolastica.
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