«Soumahoro sapeva che noi lavoratori eravamo sfruttati e i minori trattati male»: l’accusa di un testimone

«Soumahoro sapeva che noi lavoratori eravamo sfruttati e i minori trattati male»: l’accusa di un testimone

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di Virginia PiccolilloLa procura di Latina indaga. Spunta un verbale che dimostra come fossero diversi i casi in cui i dipendenti non erano stati pagati. Il deputato eletto nelle liste di Verdi-Si dovrebbe avere un confronto a breve con i leader Bonelli e Fratoianni Documenti, testimonianze, racconti. Dalle carte dell’inchiesta emerge il mondo di Soumahoro. E non è solidale e trasparente. Il sindacalista ivoriano, eletto alla Camera nelle liste di Sinistra italiana e Verdi, in lacrime, sui social ha rivendicato la sua battaglia «per i diritti dei lavoratori sfruttati». E ha promesso di «essere il primo a lottare e scioperare »a fianco dei lavoratori delle cooperative di accoglienza gestite da sua suocera e sua moglie, qualora si accertasse che anche loro sono stati sfruttati. Il deputato che era sembrato sottrarsi al confronto dovrebbe vedersi a breve, forse oggi pomeriggio, con i leader Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, che comunque annuncia: «Non sarà sospeso, la magistratura indaga, la politica fa la politica». Ma c’è invece chi accusa: «Soumahoro era lì, portava la spesa. Era la sua famiglia. Lui era a conoscenza di quello che accadeva lì dentro». Il testimone Youssef Kadmiri, 42 anni, è un ingegnere nato a Marrakesh e non parla per sentito dire. E’ un testimone e una vittima di quello sfruttamento. E racconta al Corriere qualcosa di molto più grave di ciò che è emerso. Dice di essere stato pagato «due volte in due anni». Meno di quanto pattuito: «un totale di 6mila euro». Senza contratto, come altri suoi colleghi, alcuni dei quali ricevevano «bonifici dal Ruanda». «Ero operatore sociale, traducevo i ragazzi che venivano dalla Libia, dall’Albania, dal Bangladesh, dal Marocco. Ma poi facevo anche manutenzione. Le guardia la notte. L’orario non era giusto. Tante volte ho chiesto il contratto, sempre scuse. E lo stipendio di 1000-1200 euro non arrivava. Dicevano “mi dispiace”. Ma io dovevo pagare l’affitto. Dopo 6 mesi ho avuto 3000 euro. Poi niente. Per un anno e mezzo. Poi solo altri 3000». «La “capa” era la suocera di Soumahoro. Ma lui veniva, lo vedevamo spesso. Portava da mangiare». Ma soprattutto Yuseff accusa: i minori che erano nella struttura venivano tenuti in una «situazione grave: gli davano poco da mangiare e non gli davano il “poket money”», la diaria di 35 euro che la legge assegna loro per le spese personali. «Avevano sempre fame. Adesso sono in altre strutture, gli danno vestiti, li portano in ospedale se stanno male, hanno luce e acqua, non è come era lì. E tutti sapevano». Il verbale Sarà l’indagine, condotta dalla Guardia di Finanza, a chiarire ogni aspetto di questa vicenda. Ma le prove che ci si approfittasse dei lavoratori sono già nero su bianco. In un verbale della prefettura di Latina si riconosce a quattro lavoratori della società Aid il pagamento della retribuzione che avrebbe dovuto versare la cooperativa ma non lo aveva fatto: «Si procederà ad attivare l’intervento sostitutivo ai sensi dell’articolo 30 comma 6 del Dl 50/2016». Un formale riconoscimento che nei confronti dei quattro dipendenti la cooperativa era inadempiente. E, malgrado l’invito per iscritto a provvedere, non aveva pagato gli stipendi dovuti. E in tal caso, secondo la legge, lo aveva fatto la prefettura stessa. Una situazione capitata anche ad altri che poi sono stati assistiti dalla Uil. 23 novembre 2022 (modifica il 23 novembre 2022 | 13:09) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-11-23 11:39:00, La procura di Latina indaga. Spunta un verbale che dimostra come fossero diversi i casi in cui i dipendenti non erano stati pagati. Intanto il deputato eletto nelle liste di Verdi sembra sottrarsi al confronto con i leader Fratoianni e Bonelli, Virginia Piccolillo

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