Soveria Mannelli (CZ) – Riceviamo dal Comitato Pro Ospedale del Reventino e pubblichiamo: “L’ospedale è donna, ma più che donna è soprattutto mamma. Mamme che non ci stanno più a vedersi ingorgate in una spirale di circostanze approssimative, quasi fortunose quando si paventano, ogni qualvolta hanno bisogno di assistenza per i loro figli. Oggi desiderano soltanto un presidio sanitario costante per i loro piccoli, senza affrontare costosi e pericolosi viaggi che in questo periodo soprattutto in montagna diventano molto complicati. Desiderano più che altro, un dipartimento territoriale montano che possa avere una propria pediatra di base che assicuri una presenza costante e che, come usuale, abbia i suoi benedetti 800 assistiti. Non una pediatra una tantum che sebbene abbia fornito la sua innegabile disponibilità, ha potuto provvedere solo per 80 assistite in una fase iniziale, fino ad arrivare, pare, a 200. In pratica su un range completo, solo 4 mamme potenziali hanno una pediatra “di libera scelta”. Ma le mamme pretendono anche l’ambulatorio di pediatria aziendale capace di svolgere il servizio con turni ben precisi con la presenza del pediatra. SlideSlide Questo ed altro si è discusso durante un incontro con il Comitato, che si è allargato al resto dei problemi ospedalieri che in questo contesto si vivono con grande apprensione. Insomma si sono gettate le basi per trovare soluzioni possibili, e si è chiesto alle massime istituzioni regionali di essere ascoltati, poiché queste limitazioni impongono risposte solutive. Pare che si possano aprire degli spiragli, almeno questo abbiamo appreso, altrimenti carrozzine e figli in mano le mamme della montagna, sono pronte ad andare nelle sedi opportune a manifestare le loro difficoltà”.