di Elisabetta Rosaspina
Errore di calcolo sui 31 nuovi convogli ordinati per la rete locale della Cantabria e delle Asturie. Fermata in tempo la produzione. Via anche il presidente delle Ferrovie
I progettisti si sono salvati in extremis, ma non il presidente della compagnia ferroviaria spagnola n la sottosegretaria ai Trasporti e alla Mobilit, ai quali una non trascurabile distrazione costata il posto: per un errore di calcolo, infatti, i 31 nuovissimi e confortevoli convogli che avrebbero dovuto prendere servizio l’anno prossimo sulla rete locale a breve e media percorrenza della Cantabria e delle Asturie, si sono rivelati troppo larghi per poter entrare negli angusti tunnel di quelle montagne.
Per fortuna qualcuno ha controllato in tempo le dimensioni dei treni progettati per Renfe (dalla vecchia denominazione Red Nacional de los Ferrocarriles Espaoles), e le ha confrontate con quelle delle gallerie ottocentesche nelle due regioni settentrionali, cui erano stati destinati. Ma il disguido comporter un ritardo di almeno due anni nella consegna dei tanto attesi convogli. E ha scatenato un putiferio che ha coinvolto governo e opposizioni.
L’accordo era stato concluso nel giugno 2020 con l’azienda costruttrice, la spagnola Caf, che aveva battuto la concorrenza della francese Alstom e della tedesca Siemens, assicurandosi una commessa da 258 milioni di euro. Restava una piccola formalit da sbrigare prima del fischio d’inizio dei lavori: un accertamento sulle misure delle gallerie riportate nel bando della gara.
Quasi un anno dopo, nel marzo 2021, la Caf, che ha sede nel Paese Basco, si resa conto che i dati forniti non coincidevano con quelli reali: i modernissimi e slanciati treni commissionati da Renfe non sarebbero mai passati per i secolari tunnel delle regioni di Santander e di Oviedo.
L’impresa ha tirato il freno d’emergenza e avvertito le autorit, prima ancora di far partire le catene di montaggio per la costruzione dei convogli.
Che cosa sia accaduto negli uffici competenti nei mesi successivi non dato di sapere. La notizia della clamorosa svista trapelata soltanto quest’anno, verso la fine di gennaio; e le prime ammissioni sono arrivate all’inizio di febbraio, seguite dai tentativi di rassicurazione della compagnia ferroviaria spagnola all’Afp, l’agenzia di stampa francese: Non c’ mai stato il rischio che i treni dalle misure sbagliate entrassero davvero in produzione, perch il costruttore aveva l’obbligo per contratto di procedere prima alle opportune verifiche.
I 258 milioni stanziati non sarebbero quindi andati perduti, ma non detto che adesso possano bastare per completare l’operazione, considerato il vertiginoso aumento dei costi delle materie prime negli ultimi anni. Inoltre lo slittamento della consegna dei treni al 2026 ha mandato su tutte le furie gli amministratori delle due regioni, che vogliono essere risarciti: Aspettiamo chiarimenti e soluzioni sul tavolo esige il presidente delle Asturie, Adrin Barbn Rodrguez (Psoe). Io mi aspetto che cadano delle teste — si augurato il suo omologo dalla Cantabria, Miguel ngel Revilla (Prc, Partito regionalista di Cantabria) —. In quarant’anni non avevo mai visto un lavoro cos sciatto.
Le sue speranze si sono realizzate luned scorso, quando la ministra dei Trasporti, Raquel Snchez Jimnez, ha accettato le dimissioni presentate dal suo braccio destro, Isabel Pardo de Vera, che all’epoca dei fatti presiedeva Adif, l’Amministrazione delle Infrastrutture Ferroviarie; e dal presidente di Renfe, Isaas Tboas Surez, al vertice della compagnia da cinque anni.
Da destra l’opposizione se l’ presa direttamente con il presidente Pedro Snchez, socialista: Il suo governo — ha ironizzato in parlamento la numero due del Partido Popular, Cuca Gamarra — ordina treni che non passano nei tunnel.
21 febbraio 2023 (modifica il 21 febbraio 2023 | 22:21)
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