Spari in classe alla docente, arriva la mediazione penale per i tre studenti coinvolti. Il legale: Occorre capire il reale pentimento dei ragazzi

Arriva la mediazione penale per i tre studenti che aggredirono, nell’ottobre 2022, la docente Maria Cristina Finatti sparandole pallini ad aria compressa.

La proposta arriva dall’Ufficio Servizio sociale minorenni di Venezia. Quanto proposto all’insegnante segue la direzione stabilita dalla Procura presso il Tribunale per i minorenni di Venezia, garantendo il trattamento necessario ai giovani coinvolti, nel rispetto della riservatezza tipica dei procedimenti minorili.

Il difensore dell’insegnante, a Il Gazzettino, ha evidenziato che l’adesione alla proposta non implica automaticamente un esito favorevole. È fondamentale valutare la consapevolezza e il pentimento dei ragazzi, aspetti cruciali per Finatti, che hanno motivato la sua decisione di sporgere querela. La mancanza di scuse sincere ha sollevato dubbi sulla loro reale consapevolezza.

La mediazione penale, introdotta in Italia nel 1988 e recentemente riformata, rappresenta un importante strumento di giustizia riparativa nel contesto minorile. Il processo prevede incontri tra presunti autori e vittime di un reato, facilitati da mediatori, per promuovere un percorso di rieducazione e responsabilizzazione. La “giustizia riparativa”, secondo il ministero della Giustizia, mira a un maggior riconoscimento del danno emotivo e psicologico subito dalla vittima, oltre al risarcimento materiale.

Il percorso di mediazione può concludersi con la “messa alla prova”, un meccanismo che prevede la sospensione del processo e l’assegnazione di lavori socialmente utili all’imputato. Le condizioni e la durata di questi lavori sono stabilite dal giudice, e una successiva udienza valuterà l’esito del programma. Se positivo, il reato può essere considerato estinto; in caso contrario, il processo riprende.