“Questa storia degli stipendi differenziati per aree geografiche è un’offesa alla Costituzione e al personale della scuola. Piuttosto che sostenere la retribuzione del lavoro espletato nelle diverse forme sulla base della qualità e della quantità – questo recita la Costituzione italiana – si parla di differenziare gli stipendi dei docenti sulla base dell’area di residenza e del costo della vita”, lo scrive l’Ancodis.
“Allora, se si vuole differenziare, si differenzi sulla base dei seguenti criteri:
a) servizio nelle cosiddette “scuole a rischio” di dispersione;
b) servizio in territori ad alto tasso di devianza minorile, dove la scuola è l’unico avamposto di socialità e di legalità;
c) servizio in territori con elevata incidenza di povertà educativa;
d) servizio in aree territoriali con difficile accesso (aree montane e isole minori);
e) qualità e quantità del lavoro aggiuntivo e non contrattualizzato espletato – oltre l’attività didattica – per il funzionamento organizzativo e didattico.
Allora si che potremo finalmente dire di avere rispettato la nostra Costituzione Italiana!”, conclude l’Ancodis.