Stipendi docenti più alti al Nord, la proposta piace ai presidi, opposizione attacca: Si crea diseguaglianza. Il ministro precisa: Mai parlato di compensi diversi

Stipendi docenti più alti al Nord, la proposta piace ai presidi, opposizione attacca: Si crea diseguaglianza. Il ministro precisa: Mai parlato di compensi diversi

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La proposta delle regioni riportata dal Ministro Valditara di aumentare gli stipendi degli insegnanti che lavorano al Nord crea un altro scontro politico, con l’opposizione in rivolta. Idea che piace invece ai dirigenti scolastici dell’ANP.

Io credo che il contratto nazionale non verrà toccato, non ritengo nemmeno che sia una richiesta delle Regioni, semmai la richiesta delle Regioni è consentire maggiore equità laddove il costo della vita sia molto più alto”, ha detto il ministro dell’Istruzione e Merito, Giuseppe Valditara, intervistato sull’autonomia nell’ambito di un webinar di Pwc. “Le sfide dell’autonomia sono altre – aggiunge – non mettere in discussione il contratto regionali”.

In una nota, poi, il ministro ha precisato: “Non è mai stato messo in discussione il contratto nazionale del mondo della scuola, non ho mai parlato di compensi diversi fra Nord e Sud; ho solo riportato una problematica sollevata da alcune regioni riguardo il differente costo della vita nelle diverse città italiane. Insieme con sindacati e regioni si ragionerà anche di questo aspetto, per cercare soluzioni adeguate in favore di docenti e personale scolastico”.

In base a quanto afferma all’Ansa Mario Rusconi, dell’ANP Roma, si tratterebbe di “una misura abbastanza sensata“.

Infatti, l’altra proposta di Valditara è proprio quella di finanziare tramite la scuola per pagare di più gli insegnanti: “Dobbiamo lanciare una grande sfida, dobbiamo trovare forme nuove di finanziamento alla scuola, che coinvolgano magari anche il privato, oltre ovviamente al governo che deve fare la sua parte. La scuola deve diventare la priorità per la società, non solo per il governo”.

Già questo avviene, soprattutto alle superiori e alle tecniche professionali”, osserva ancora Rusconi che aggiunge: “Bisogna vedere le condizioni in cui il privato entra, ma le scuole hanno bisogno di fondi, le risorse a disposizione degli enti locali non sono molte. E le scuole dovrebbero avere lo statuto di Fondazioni per avere celerità nello svolgimento dei lavori e risparmio nei costi“.

L’opposizione si compatta su questo tema. Il M5S dice:  “Valditara getta la maschera e descrive a chi avesse ancora qualche dubbio il modello che vuole realizzare questo governo: la scuola delle disuguaglianze. Garantire stipendi più alti al Nord perché il costo della vita è più alto non ha nulla a che vedere con il merito, né tiene conto degli sforzi enormi che molti docenti mettono in campo in contesti disagiati, dove la scuola rappresenta il principale presidio democratico”.

Quanto allo spalancare le porte ai soldi dei privati tramite sponsorizzazioni -proseguono i parlamentari – siamo consci della carenza cronica di risorse, ma questo non può portare a soluzioni che rischiano di aumentare il gap non solo tra Nord e Sud, ma anche tra centro e periferia e tra grandi e piccoli centri. Il disegno di Valditara ci inquieta: il suo piano è esattamente quello che gli contestammo in Parlamento e le sue parole ci stanno dando ragione“.

Anche il PD si schiera nettamente contro le proposte del Ministro: “Sarebbe una scelta politica molto grave aumentare i salari su base territoriale e quindi solo per alcuni docenti. Valditara non crei insegnanti di serie A e di serie B e, soprattutto, non divida il Paese e la scuola come, tra l’altro, la proposta di autonomia del suo collega Calderoli sta provando a fare. Il Ministro si preoccupi – piuttosto – di trovare le risorse per aumentare le retribuzioni di tutti i docenti in linea con gli stipendi europei visto che da quando è al governo l’unica cosa che ha fatto è aumentare le risorse per i suoi staff“. Così Simona Malpezzi, presidente dei senatori del Pd.

Critiche anche da Sinistra Italiana. Per il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto del Senato, “il ministro Valditara getta la maschera e propone stipendi differenziati per il personale della scuola. Ovviamente quelli alti sono per il Nord mentre per chi lavora nelle scuole del Mezzogiorno stipendi più bassi tanto vivono al sud. Gli stipendi differenziati spaccano la scuola e il Paese. Valditara anticipa quello che vuole fare Calderoli con l’Autonomia differenziata. Due proposte che aumentano le disuguaglianze. Un progetto che contrasteremo nelle Aule parlamentari e nel Paese”.

L’idea di Valditara viene legata al progetto di autonomia differenziata promossa dalla Lega. Secondo la segretaria della Cisl Scuola Ivana Barbacci, “va fatto salvo il contratto nazionale ma già oggi le Regioni possono assegnare alle scuole risorse per il personale“, afferma. “Noi – aggiunge – siamo drasticamente contrari all’autonomia differenziata: il contratto nazionale e il sistema di istruzione devono rimanere nazionali ma le Regioni, già oggi a normativa invariata, possono sostenere le scuole in particolari progetti, fornendo incentivi in termini di personale e di progetti a sostegno a dell’offerta formativa“. 

Per il segretario Flc Cgil, Francesco Sinopoli, l’idea “è totalmente strampalata, ci riporta indietro di 50 anni, alle gabbie salariali; semmai c’è un problema che riguarda tutto il personale della scuola: il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara dovrebbe far finanziare il contratto collettivo che ora vede zero risorse“.

Il combinato disposto tra ingresso dei privati e disarticolazione del sistema contrattuale è la distruzione della scuola pubblica, è la cosa peggiore che si può fare. Siamo pronti a mettere in campo ogni mobilitazione se questa sarà confermata come proposta“, aggiunge.

Nel frattempo abbiamo il responso del sondaggio condotto da Orizzonte Scuola proprio su questo tema: i docenti vogliono stipendi più alti per quanti lavorano in regioni con un costo della vita più alto. Il parere positivo conta il 54,67% dei votanti, ma con le dovuta precisazione che una piccola percentuale (il 10,10%) chiede un aumento solo per quanti sono costretti a viaggiare o ad affittare una casa perché provengono da fuori.

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