“1300 euro è lo stipendio iniziale di un docente italiano. Vivere con 1300 euro a Milano è diverso rispetto a vivere con 1300 euro a Bari, chi lo nega non è intellettualmente onesto. Pensare di pagare di più chi lavora in aree del Paese in cui il costo della vita è più alto non è sbagliato”.
Lo scrive Rossano Sasso, deputato della Lega, sulla propria pagina Facebook, facendo riferimento al tema degli stipendi differenziati per i docenti che lavorano in regioni dove il costo della vita è più alto.
“A Giuseppe Conte e a tutti i sinistri che accusano la Lega e il Ministro Valditara di voler pagare di più gli insegnanti che lavorano al Nord, ricordo umilmente che sono soprattutto docenti meridionali quelli che lavorano lì e che soffrono particolarmente il costo della vita da fuorisede. Proprio non ci arrivano“, aggiunge.
“Il contratto collettivo nazionale di categoria degli insegnanti è uguale per tutti e rimarrà tale, eventuali aumenti potrebbero essere materia di interesse delle regioni“, spiega l’ex sottosegretario, ricordando che ad esempio “gli insegnanti che lavorano in Trentino Alto Adige, già da anni guadagnano di più rispetto ai colleghi che lavorano in altre regioni e non ricordo prese di posizione o comunicati stampa dei grillini contro queste “gabbie salariali“.
“Grazie alla autonomia ciascuna regione potrebbe integrare lo stipendio di un docente come meglio crede. Io questa la considero una opportunità, non un problema“, aggiunge Sasso.
“Infine – conclude il leghista – rivendico con orgoglio il fatto che grazie al Ministro Valditara appena un mese fa abbiamo aumentato lo stipendio di circa 100 euro a tutti gli insegnanti, assegnando loro anche un assegno di 2000 euro circa di arretrati. Roba che pd e m5s in anni di Governo non sono mai riusciti a fare“.