Nel corso degli ultimi due anni, i redditi reali degli italiani hanno subito un duro colpo, perdendo un preoccupante 15% del loro potere d’acquisto. Questa drammatica situazione economica è stata al centro del dibattito nel recente convegno intitolato “Inflazione e salari: quali politiche?”, tenutosi presso l’Università di Roma 3.
Il convegno ha visto la partecipazione di illustri personalità, tra cui l’ex primo ministro Giuseppe Conte del Movimento 5 Stelle, la parlamentare Elly Schlein del Partito Democratico, il leader sindacale Maurizio Landini della CGIL e Pierpaolo Bombardieri della UIL. Tuttavia, ad aprire i lavori è stato il professor Mario Pianta, presidente della Società Italiana di Economia (SIE) e docente presso la Scuola Normale Superiore.
Il professor Pianta ha lanciato un allarme importante, sostenendo che le politiche monetarie e fiscali restrittive adottate per combattere l’inflazione rappresentano una risposta profondamente errata, in quanto potrebbero aprire la strada a una recessione economica. È quindi diventato essenziale prendere provvedimenti immediati per porre rimedio a questa situazione critica.
Secondo Pianta, una misura urgente e necessaria è l’introduzione di un salario minimo adeguato, pienamente indicizzato all’inflazione. Questo permetterebbe ai lavoratori di far fronte alle crescenti spese quotidiane e di preservare il loro potere d’acquisto, riducendo così l’impatto negativo di questa crisi sui redditi delle famiglie italiane.
La proposta del salario minimo indicizzato all’inflazione mira a garantire che i lavoratori siano adeguatamente compensati, tenendo conto dei costi di vita in continua crescita. In tal modo, si potrebbe avviare un processo di recupero economico che mira a ridurre le disuguaglianze e a promuovere una distribuzione più equa della ricchezza.
Durante il convegno, le istituzioni presenti hanno condiviso la preoccupazione espressa dal professor Pianta e si sono impegnate a considerare seriamente questa proposta. È necessario un impegno congiunto tra governo, sindacati e associazioni di categoria per affrontare questa sfida economica e ripristinare il potere d’acquisto dei redditi degli italiani.
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