Come già scritto in precedenza, nel mese di luglio, gli stipendi del personale scolastico vedranno un aumento. L’aumento, che varia da 182 euro fino a 365 euro lordi (comprensivi di arretrati), è il risultato del pagamento dell’indennità una tantum pari all’1,5% della retribuzione, introdotta dal governo con la Legge di Bilancio dello scorso anno.
Gli stipendi di luglio, dunque, includeranno anche il pagamento dell’indennità e degli arretrati maturati da gennaio a giugno.
Tuttavia, per il sindacato Flc Cgil si tratta di una notizia buona ma non sufficiente per andare incontro all’inflazione e alla perdita del poter d’acquisto.
Infatti, scrive il sindacato guidato da Gianna Fracassi, rispetto al 2023 l’Istat ha previsto un’inflazione (Ipca) pari al 6,6%, con la conseguenza che a fronte di un aumento disposto dal Governo per il medesimo anno di appena l’1,5% i lavoratori subiranno una perdita secca del 5,1% che, in termini economici, è di ben 1.500 euro annui.
Nel triennio la perdita sarà ben maggiore poiché all’inflazione del 2023 va sommata quella del 2022 – già certificata dall’Istat al 6,6% – e quella del 2024 – che secondo le previsioni Istat sarà del 2,9% – per un’inflazione complessiva nel triennio del 16,1%.
Poichè in legge di bilancio non è stata stanziata alcuna risorsa per il rinnovo contrattuale relativo al triennio 2022-2024, e a fronte del misero una tantum dell’1,5% disposto dal Governo, si profila per i lavoratori della scuola una riduzione secca del valore degli stipendi del 14,6% che in termini economici significa una perdita di ben 4.500 euro, osserva la Flc Cgil.
Per la Flc Cgil, dunque, il principale strumento di politica salariale è il rinnovo dei contratti di lavoro a partire da quelli del lavoro pubblico la cui responsabilità primaria è del Governo che deve disporre i necessari stanziamenti in legge di bilancio. Non stanziare le risorse per i rinnovi contrattuali e limitarsi a miseri una tantum significa voler colpire e impoverire il personale della scuola e di tutti i settori pubblici peggiorando la qualità dei servizi e di quelle funzioni essenziali per il benessere dei cittadini.
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