Stipendio marzo 2023, docenti e ATA ma laumento dovè? Probabilmente ancora niente emolumento accessorio una tantum

Stipendio marzo 2023, docenti e ATA ma laumento dovè? Probabilmente ancora niente emolumento accessorio una tantum

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Stipendio marzo 2023, l’importo è già visibile nell’area riservata di NoiPA per il personale con contratto a tempo indeterminato o determinato al 31 agosto o 30 giugno 2023. Ma giungono già alla nostra redazione le prime reazioni: perché l’importo non è più alto? non dovremmo avere gli aumenti?

Naturalmente è difficile fare delle generalizzazione e la singola situazione può essere analizzata con l’ausilio di un professionista in grado di spiegare perchè l’ammontare complessivo dello stipendio non è quello atteso.

Innanzitutto una avvertenza: l’importo non va confrontato con quello di febbraio 2023, mese del conguaglio, ma eventualmente con quanto percepito a marzo 2022 e bilanciato con eventuali compensi percepiti in più.

NoiPA, con messaggio del 15 febbraio scorso ha  fornito alcune spiegazioni che potrebbero fornire elementi di comprensione, magari quando il cedolino sarà scaricabile.

Esse riguardano le addizionali regionali e comunali, il trattamento integrativo D.L. 3/2020 ex Bonus Renzi oppure potrebbero esserci debiti (congedo parentale, malattia fino a 10 giorni, scioperi) tali da annullare l’effetto “aumento stipendio” dovuto alla firma della parte economica del Contratto e la nuova indennità di vacanza contrattuale in vigore dal 1° febbraio 2023.

Probabilmente non è presente l’emolumento accesso una tantum 2023

Ci sarà l’emolumento accessorio? Probabilmente non ancora.

L’emolumento una tantum. definito dalla Legge di Bilancio per il solo 2023

  1. sarà corrisposto per tredici mensilità nella misura dell’1,5 per cento dello stipendio GLI IMPORTI
  2. ha effetti ai soli fini del trattamento di quiescenza;
  3. non è computabile agli effetti dell’indennità premio di fine servizio, dell’indennità sostitutiva di preavviso, del TFR, nonché delle indennità per cessazione del rapporto di lavoro da corrispondersi agli eredi che vivevano a carico del prestatore di lavoro in caso di morte di quest’ultimo.

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