Stones e Måneskin, satanisti e cover: a ogni generazione il proprio mito

Stones e Måneskin, satanisti e cover: a ogni generazione il proprio mito

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Caro Aldo,

i Rolling Stones alle soglie degli 80 anni ancora in concerto, con una voce che non è più quella di mezzo secolo fa. Quanta nostalgia nel vedere i simboli della nostra giovinezza, anche quando non sono più al massimo livello. Nello sport quando non sei più competitivo te ne rendi conto dal confronto con gli avversari. Con i cantanti il paragone è indiretto, ma siamo noi sfegatati fan a volerli sentire perché con loro rincorriamo la gioventù perduta sperando di ritrovarla in una canzone. Preferisco ascoltare e vedere una canzone online di modo che posso godermi un giovane Tony Manero ballare sulle note di Staying Alive dei Bee Gees.

Ivo Cozur

Caro Ivo,

I miti sono per loro natura generazionali. Per la mia generazione, cresciuta negli anni 80, i Rolling Stones erano già allora anziani signori. Né mi ha fatto cambiare idea l’incontro, in una suite di un hotel cinque stelle del sedicesimo arrondissement di Parigi, con Keith Richards: un’ora di intervista di cui non ricordo assolutamente nulla, se non l’impressione di vuoto che mi lasciò quest’uomo vestito da satanista che rivendicava la ribellione verso il mondo, il sistema, la borghesia benpensante da un albergo che sarebbe parso lussuoso a uno sceicco. Ma mi rendo conto che per la generazione precedente Keith Richards e gli Stones hanno invece rappresentato molto; e la scena di «Apocalypse Now» della barca che risale il Mekong al suono di «Satisfaction» è rimasta nella memoria di molti. Non c’è nulla di male se i Rolling Stones continuano a calcare le scene. Qualche lettore ha proposto confronti con i Måneskin, che a molti di noi sembrano una band di cover, che riproduce e imita una musica di cinquant’anni fa; ma per i loro coetanei quella musica è nuova, ed è giusto che si emozionino come se fosse la prima volta. Anche i campioni dello sport sono generazionali: Di Stefano e Rod Laver sono per noi puri nomi, come lo sono Maradona e John McEnroe per i nostri figli; e Youtube non ce li riporterà indietro.

LE ALTRE LETTERE DI OGGI

Storia

«Il nostro progetto per dare a tutti una seconda chance»

Il 25 novembre 2021 nasce l’Accademia della Legalità. L’idea parte da me e Paola Vegliantei che da anni siamo immersi nel terzo settore parlando di legalità, memoria, Costituzione, educazione civica e dalla parte dei più fragili. Abbiamo coinvolto altre persone appartenenti alle forze armate, all’imprenditoria, al terzo settore come lo scoutismo e nuove giovani speranze che un giorno prenderanno il nostro testimone. Da storie personali totalmente diverse ma con un unico obiettivo siamo arrivati a costituire questa forza, imprescindibile dai valori di base della nostra cultura italiana.Tutto ciò che facciamo è quello di dare i giusti strumenti per dare una seconda chance a chi ha bruciato la prima occasione, e portando il messaggio dell’importanza della parola vita. Nelle scuole portiamo la nostra esperienza nella speranza che tutte queste informazioni diano la possibilità di far crescere una generazione più informata e consapevole del nuovo mondo. Quello che ci interessa di più è far risvegliare quei valori di base ormai assopiti dalla serie di crisi economiche e sanitarie che hanno scollato il tessuto sociale tra i nostri concittadini e ricordargli che se lo Stato siamo noi, dobbiamo recuperare il sentimento del bene comune e non girarci mai dall’altra parte quando qualcuno ha bisogno. Solo così, con lo sforzo di tutti, possiamo sconfiggere il pensiero mafioso che sta distruggendo i nostri valori e la nostra cultura. Siamo convinti che #unitisivince.

Giampaolo Mattei

INVIATECI LE VOSTRE LETTERE

Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.

MARTEDI – IL CURRICULUM

Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino

Invia il CV

MERCOLEDI – L’OFFERTA DI LAVORO

Diamo spazio a un’azienda, di qualsiasi campo, che fatica a trovare personale: interpreti, start-upper, saldatori, liutai. 

Invia l’offerta

GIOVEDI – L’INGIUSTIZIA

Chiediamo di raccontare un’ingiustizia subita: un caso di malasanità, un problema in banca; ma anche un ristorante in cui si è mangiato male, o un ufficio pubblico in cui si è stati trattati peggio. Sarà garantito ovviamente il diritto di replica

Segnala il caso

VENERDI -L’AMORE

Chiediamo di raccontarci una storia d’amore, o di mandare attraverso il Corriere una lettera alla persona che amate. Non la posta del cuore; una finestra aperta sulla vita. 

Racconta la storia

SABATO -L’ADDIO

Vi proponiamo di fissare la memoria di una persona che per voi è stata fondamentale. Una figlia potrà raccontare un padre, un marito la moglie, un allievo il maestro. Ogni sabato scegliamo così il profilo di un italiano che ci ha lasciati. Ma li leggiamo tutti, e tutti ci arricchiranno. 

Invia la lettera

DOMENICA – LA STORIA

Ospitiamo il racconto di un lettore. Una storia vera o di fantasia. 

Invia il racconto

LA FOTO DEL LETTORE

Ogni giorno scegliamo un’immagine che vi ha fatto arrabbiare o vi ha emozionati. La testimonianza del degrado delle nostre città, o della loro bellezza.

Inviateci le vostre foto su Instagram all’account @corriere

, 2022-07-27 05:10:00,

Caro Aldo,

i Rolling Stones alle soglie degli 80 anni ancora in concerto, con una voce che non è più quella di mezzo secolo fa. Quanta nostalgia nel vedere i simboli della nostra giovinezza, anche quando non sono più al massimo livello. Nello sport quando non sei più competitivo te ne rendi conto dal confronto con gli avversari. Con i cantanti il paragone è indiretto, ma siamo noi sfegatati fan a volerli sentire perché con loro rincorriamo la gioventù perduta sperando di ritrovarla in una canzone. Preferisco ascoltare e vedere una canzone online di modo che posso godermi un giovane Tony Manero ballare sulle note di Staying Alive dei Bee Gees.

Ivo Cozur

Caro Ivo,

I miti sono per loro natura generazionali. Per la mia generazione, cresciuta negli anni 80, i Rolling Stones erano già allora anziani signori. Né mi ha fatto cambiare idea l’incontro, in una suite di un hotel cinque stelle del sedicesimo arrondissement di Parigi, con Keith Richards: un’ora di intervista di cui non ricordo assolutamente nulla, se non l’impressione di vuoto che mi lasciò quest’uomo vestito da satanista che rivendicava la ribellione verso il mondo, il sistema, la borghesia benpensante da un albergo che sarebbe parso lussuoso a uno sceicco. Ma mi rendo conto che per la generazione precedente Keith Richards e gli Stones hanno invece rappresentato molto; e la scena di «Apocalypse Now» della barca che risale il Mekong al suono di «Satisfaction» è rimasta nella memoria di molti. Non c’è nulla di male se i Rolling Stones continuano a calcare le scene. Qualche lettore ha proposto confronti con i Måneskin, che a molti di noi sembrano una band di cover, che riproduce e imita una musica di cinquant’anni fa; ma per i loro coetanei quella musica è nuova, ed è giusto che si emozionino come se fosse la prima volta. Anche i campioni dello sport sono generazionali: Di Stefano e Rod Laver sono per noi puri nomi, come lo sono Maradona e John McEnroe per i nostri figli; e Youtube non ce li riporterà indietro.

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Storia

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Il 25 novembre 2021 nasce l’Accademia della Legalità. L’idea parte da me e Paola Vegliantei che da anni siamo immersi nel terzo settore parlando di legalità, memoria, Costituzione, educazione civica e dalla parte dei più fragili. Abbiamo coinvolto altre persone appartenenti alle forze armate, all’imprenditoria, al terzo settore come lo scoutismo e nuove giovani speranze che un giorno prenderanno il nostro testimone. Da storie personali totalmente diverse ma con un unico obiettivo siamo arrivati a costituire questa forza, imprescindibile dai valori di base della nostra cultura italiana.Tutto ciò che facciamo è quello di dare i giusti strumenti per dare una seconda chance a chi ha bruciato la prima occasione, e portando il messaggio dell’importanza della parola vita. Nelle scuole portiamo la nostra esperienza nella speranza che tutte queste informazioni diano la possibilità di far crescere una generazione più informata e consapevole del nuovo mondo. Quello che ci interessa di più è far risvegliare quei valori di base ormai assopiti dalla serie di crisi economiche e sanitarie che hanno scollato il tessuto sociale tra i nostri concittadini e ricordargli che se lo Stato siamo noi, dobbiamo recuperare il sentimento del bene comune e non girarci mai dall’altra parte quando qualcuno ha bisogno. Solo così, con lo sforzo di tutti, possiamo sconfiggere il pensiero mafioso che sta distruggendo i nostri valori e la nostra cultura. Siamo convinti che #unitisivince.

Giampaolo Mattei

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Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino

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Ogni giorno scegliamo un’immagine che vi ha fatto arrabbiare o vi ha emozionati. La testimonianza del degrado delle nostre città, o della loro bellezza.

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, Aldo Cazzullo

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