I cervelli dei bambini e degli adolescenti, ancora in fase di sviluppo, risultano più suscettibili all’influenza dei social media. Questo principio ha avviato dibattiti globali sull’impatto degli smartphone sull’attività cerebrale dei più giovani, spingendo molti governi e istituti a limitare l’uso di questi dispositivi nelle aule.
In Italia, pur essendo gli smartphone banditi dalle scuole da oltre 15 anni, il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha rilanciato una nuova circolare nel dicembre 2022, rafforzando l’importanza di rispettare queste regole. Inoltre, in alcune località, alcuni genitori sono andati oltre, siglando un accordo che prevede di limitare l’uso dello smartphone fino al termine della seconda media e di monitorare la navigazione sul web dei figli fino ai 14 anni.
La questione assume proporzioni maggiori quando ci si sposta nel Regno Unito. Nel luglio 2021, il ministro dell’Istruzione Gavin Williamson esprimeva la volontà di vietare l’uso di smartphone nelle scuole a tutti gli studenti sotto i 18 anni, non solo durante le lezioni, ma anche durante gli intervalli e a mensa. Secondo alcuni studi citati dal governo britannico, un simile “techno-detox” potrebbe aggiungere l’equivalente di 5 giorni di scuola all’anno.
Recentemente, anche l’Olanda si è unita a questa lista, vietando ampiamente l’uso di smartphone e altri dispositivi nelle aule dal 1° gennaio 2024. Il ministro dell’Istruzione olandese Robbert Dijkgraaf sostiene che “i cellulari sono un disturbo”, citando vari studi scientifici.
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