di Antonio Carioti
Ucraina significa «terra di confine». Da Repubblica socialista sotto l’Unione Sovietica ha raggiunto l’indipendenza nel 1991. Poi la rivoluzione arancione e la guerra in Crimea
«È in periodi così drammatici, quando sono in gioco le nostre vite e la nostra libertà, che il valore dell’informazione diventa fondamentale». Le parole del direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana sono alla base di questo speciale che ha l’obiettivo di raccontare la guerra in Ucraina senza dare nulla per scontato. Un racconto per i ragazzi, le scuole e le famiglie. Abbiamo provato a fornirvi approfondimenti e strumenti di informazione – dai video ai podcast agli “spiegoni” di Instagram – dedicati a voi giovani, ai vostri insegnanti e ai vostri genitori.
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L’Ucraina è un Paese molto vasto, grande il doppio dell’Italia, che si trova a sud ovest della Russia e confina con gli Stati più orientali dell’Unione Europea: Polonia, Slovacchia, Ungheria e Romania. Il suo nome vuol dire «terra di confine» proprio perché è alla frontiera tra Est e Ovest. La capitale è Kiev.
Per molto tempo l’Ucraina è stata parte della Russia, governata allora da un imperatore chiamato zar: all’epoca la lingua e la cultura ucraina erano fuori legge e i movimenti per l’indipendenza del Paese venivano repressi dal governo.
Nel 1917 in Russia scoppiò la rivoluzione e prese il potere il partito bolscevico, detto anche comunista, che eliminò lo zar e la sua famiglia. Dopo una dura guerra civile tra i Rossi bolscevichi e i Bianchi contrari alla rivoluzione, che furono sconfitti, l’impero divenne una Unione di repubbliche socialiste (Unione Sovietica, in sigla Urss), tra le quali venne compresa anche l’Ucraina.
Gli ucraini ebbero così il diritto di usare la loro lingua e anche quello di staccarsi dall’Urss, ma solo in teoria, perché in quel Paese tutto il potere politico ed economico era in mano al Partito comunista, guidato prima da Vladimir Lenin e poi da Iosif Stalin. Anzi, dato che in Ucraina i contadini non volevano consegnare le terre allo Stato, Stalin li costrinse con la forza, provocando tra il 1932 e il 1933 una carestia per cui morirono di fame milioni di persone.
Nel 1941 la Germania nazista attaccò l’Unione Sovietica e alcuni ucraini, in odio a Stalin, combatterono dalla parte dei tedeschi, che però alla fine furono sconfitti. Con la vittoria dell’Urss nel 1945, il territorio dell’Ucraina sovietica si allargò anche a regioni che in precedenza non avevano fatto parte dell’impero russo.
Negli anni Ottanta del secolo scorso il sistema sovietico, basato su un’economia gestita tutta dallo Stato, entrò in crisi e nelle varie repubbliche dell’Urss presero forza i movimenti che volevano staccarsi dal governo centrale di Mosca. Il capo del Partito comunista, Mikhail Gorbaciov, cercò di cambiare le cose, ma senza riuscirci. Così nel dicembre 1991 l’Ucraina tenne un referendum sull’indipendenza e il 90 per cento dei votanti rispose «Sì». Poco dopo l’Urss venne sciolta e tutte le sue repubbliche diventarono Stati indipendenti.
Negli anni successivi gli ucraini si divisero tra quelli che guardavano a ovest, sperando di potere entrare nell’Unione Europea, e quelli che volevano mantenere un legame stretto con la Russia. Va tenuto conto che, poiché il russo in Urss era la lingua dominante, in alcune regioni dell’Ucraina è parlato ancora oggi più della lingua nazionale.
Nel 2004 con le manifestazioni di piazza della «rivoluzione arancione» (dal colore scelto come simbolo dai dimostranti) gli ucraini filo-europei ottennero la ripetizione delle elezioni, che il filo-russo Viktor Janukovyc aveva vinto in modo irregolare. Così divenne presidente Viktor Juscenko. Ma gli «arancioni» presto si divisero e al successivo voto del 2010 vinse di nuovo, senza contestazioni, Janukovyc.
Tuttavia quando il presidente rifiutò di firmare un accordo di associazione con l’Ue, nel dicembre 2013, i filo-europei suscitarono il movimento Euromajdan (majdan in ucraino vuol dire piazza) e alla fine, dopo un notevole spargimento di sangue, nel febbraio 2014 Janukovyc fu costretto a lasciare il potere. A quel punto però reagì la Russia, il cui presidente Vladimir Putin non ha mai accettato un reale distacco dell’Ucraina da Mosca.
Nel 2014 le truppe di Putin occuparono la Crimea, poi annessa alla Russia mediante referendum, e intervennero anche nella regione orientale del Donbass, dove furono create le due piccole repubbliche di Donetsk e Lugansk, formalmente indipendenti, ma legate a Mosca. I combattimenti durarono diverso tempo e gli accordi di Minsk del 2014-15 non fecero che congelare la situazione.
Nel frattempo in Ucraina è stato eletto Volodymyr Zelensky, un ex attore comico che interpretava un immaginario presidente in una serie televisiva e poi è diventato davvero leader del suo Paese. Contro di lui e contro l’Ucraina, con l’obiettivo di sottometterla del tutto alla Russia, Putin ha scatenato la guerra che abbiamo di fronte ai nostri occhi.
(Illustrazione di Antonio Delluzio)
23 marzo 2022 (modifica il 27 marzo 2022 | 15:30)
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, 2022-03-27 22:45:00, Ucraina significa «terra di confine». Da Repubblica socialista sotto l’Unione Sovietica ha raggiunto l’indipendenza nel 1991. Poi la rivoluzione arancione e la guerra in Crimea, Antonio Carioti