La storia di Khadi, il racconto vincitore del premio del centro Astalli

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di Lilli Garrone

Pi di ottocento studenti per la nuova edizione del concorso La scrittura non va in esilio destinato agli studenti delle scuole superiori. La vincitrice una studentessa di Ciampino

Pi di 800 studenti delle scuole superiori di oltre 15 citt italiane sono stati i protagonisti de La scrittura non va in esilio. Hanno, infati, partecipato all’Auditorium dell’Istituto Massimo di Roma alla premiazione di questo concorso letterario per le scuole superiori, lanciato dal Centro Astalli per i Rifugiati, destinato a sensibilizzare i ragazzi dei licei sul tema dell’immigrazione, con altri due concorsi: Scriviamo a colori, per le scuole medie, e uno di poesie Versi diversi – La poetica della pluralit. E sono stati oltre 200 i racconti inviati negli scorsi mesi per partecipare a questi concorsi nell’ambito dei progetti didattici del centro Finestre-Storie di rifugiati e Incontri-Percorsi di dialogo interreligioso, attraverso i quali rifugiati e fedeli di altre religioni incontrano ogni anno pi di 27.000 studenti di oltre 170 istituti italiani, costituendo cos anche una fonte di ispirazione poi per i loro racconti.

Ecco il racconto vincitore, La storia di Khadi di Lucrezia Monteleone, studentessa del Liceo Scientifico Statale Vito Volterra di Ciampino, in provincia di Roma

Mamma, mi racconti una storia?. Khadija amava le storie, perch nelle storie le principesse erano sempre salvate dai principi e i draghi erano sempre sconfitti dai cavalieri. Certo rispose sua madre, prendendo un libro dalla pila sul comodino e sedendosi su una sedia accanto al letto. Non accese la lampada, non ce n’era bisogno. Quella notte la luna era piena e la sua luce entrava dalla finestra della cameretta. Non che lei avesse bisogno di leggere: non aveva intenzione di raccontare a sua figlia una delle solite storie, in cui le ragazze sono sempre solo fanciulle in difficolt da salvare o da sposare. Era arrivato il momento di farle ascoltare quello di cui aveva bisogno.

Ti racconter la storia di Khadi, le disse. La bambina esult di gioia: si era stancata di sentire sempre le stesse storie e amava il fatto che la protagonista si chiamasse come il suo soprannome. La madre sorrise e inizi a raccontare con gli occhi sul libro: sua figlia non sapeva leggere e non doveva ancora sapere che quella storia era stata inventata apposta per lei. C’era una volta una principessa di nome Khadi, che viveva rinchiusa in una torre assieme alla sua sorellina. Non potevano uscire, perch in cima alla torre viveva un drago, che le controllava. Ma pi Khadi cresceva, pi si stancava di restare prigioniera e desiderava vedere il mondo. Quindi arriv un principe a salvarla?, chiese Khadija interessata. No, nessun principe poteva avvicinarsi alla torre, perch avevano tutti troppa paura del drago. Khadi lo sapeva e sapeva anche che, se voleva avere una possibilit di andarsene, avrebbe dovuto farlo il prima possibile, perch presto sarebbe arrivato un secondo drago ad aiutare il primo. Cos una sera, mentre il drago dormiva, decise di scappare. E la sorellina?. Era troppo piccola per portarla con s, ma sarebbe potuta tornare a prenderla una volta diventata abbastanza forte da sconfiggere il drago. Ma ora basta domande e fammi finire la storia. A questo punto Khadi leg le lenzuola del letto per creare una corda e con quella si cal gi dalla finestra fino a terra. Fece attenzione a non fare rumore per non svegliare il drago e poi, dopo aver salutato sua sorella, si volt e corse via. Cos inizi il suo viaggio, che fu lungo e difficile. Lungo la strada incontr persone buone che la aiutarono e persone cattive che la ostacolarono, ma Khadi non glielo permise. Impar dai suoi errori a fidarsi delle persone giuste e semplicemente a vivere nel mondo fuori. Alla fine riusc ad arrivare nel regno dall’altra parte del fiume. Era un luogo bellissimo, dove Khadi visse per sempre felice e contenta.

La madre chiuse il libro, ma Khadija non era soddisfatta. E la sorellina? tornata a salvarla?. Non lo sappiamo. Non mi piace questa storia. Non ci sono n principi che salvano la principessa n cavalieri che uccidono il drago, Khadija si volt dall’altra parte e in pochi minuti si addorment. La madre le diede un bacio sulla fronte e and a letto. Mentre si sdraiava accanto a suo marito pens: Hai ragione, mia piccola Khadi, ma nella vita reale non ce ne sono mai. Ci sono solo draghi.

8 anni dopo. Erano passati ormai 8 anni da quando Khadija aveva ascoltato la storia di Khadi per la prima volta e negli anni successivi sua madre gliel’aveva raccontata innumerevoli altre volte, con sempre pi dettagli sul viaggio, che solo in seguito aveva capito fossero in realt indicazioni. Da tre anni aveva anche lei una sorellina, Safiyah. Da quando era nata, sua madre passava molto meno tempo con lei, ma a Khadija andava bene cos, perch, come ripeteva sempre, ormai era troppo grande per le favole della buonanotte. Tuttavia adesso mentre si guardava allo specchio e si toglieva il velo per andare a dormire, non si sentiva affatto grande. Circa un mese fa era diventata donna, a detta di tutti i suoi parenti, come se in un giorno solo si potesse smettere di essere una bambina e diventare un’adulta. Da quel giorno aveva dovuto indossare il velo davanti ad ogni sconosciuto o uomo, persino i suoi fratelli. Ma soprattutto da quel giorno suo padre aveva iniziato a cercarle un marito. Non ci aveva messo molto a trovarlo. Domani avrebbe incontrato per la prima volta l’uomo con cui era destinata a passare il resto della sua vita. Di lui sapeva solo che era un amico di suo padre non molto pi giovane di lui e di sicuro troppo grande per lei. E sapeva anche che non voleva sposarlo, ma non aveva alcuna voce in capitolo. L’unica sua possibilit era di non piacere all’uomo e che il prossimo sarebbe stato pi giovane. Una volta tolto il velo, si infil sotto le coperte e chiuse gli occhi. Dopo poco si alz per chiudere le tende, infastidita dalla luce della luna, che quella notte era piena. Khadija aveva sempre amato la luna, era sempre stata un luogo sicuro dove nascondere i suoi pensieri e i suoi sogni, ma quel giorno sembrava pi una presa in giro. Si coric di nuovo a letto e pianse fino ad addormentarsi. A svegliare Khadija fu la voce di sua madre che la chiamava. Che ore sono?, chiese confusa quando vide che era ancora buio. tardi, ma ora devi ascoltarmi bene, quando sent la voce un po’ tremante ma decisa di sua madre si svegli completamente e aspett che continuasse. Ti ricordi la storia di Khadi?. Certo, ma cosa c’entra ora?. “Quella non una storia qualunque. la tua storia. Domani incontrerai il secondo drago e non potrai pi scappare. Ti ho gi preparato la borsa, ma dobbiamo fare piano o tuo padre, il primo drago, si sveglier e non ti lascer andare. Mamma, cosa stai dicendo?. Era successo tutto troppo velocemente e Khadija scuoteva furiosa la testa, rifiutandosi di ascoltare oltre. Io non voglio lasciarti. Non voglio lasciare Safiyah. Mi dispiace tanto, amore, ma lasciarti andare la cosa migliore che posso fare per te. Devi lasciare la Nigeria e andare in Italia o in un altro posto sicuro. Ti ho lasciato una mappa, le indicazioni e i miei risparmi nello zaino.Khadija voleva ribellarsi, ma per cosa? Restare a casa, sposare un uomo e passare tutta la vita al suo servizio? Aveva sempre sognato di vedere il mondo, ma non immaginava che l’avrebbe fatto da sola. Abbracci sua madre e piansero entrambe, ma avevano troppo poco tempo per questo. Si fece forza e si alz. Lanci un’occhiata ai suoi fratelli, che dormivano nella stanza accanto e poi a sua sorella nella culla. Le diede un bacio sulla fronte e le fece una promessa silenziosa: Torner. Poi abbracci di nuovo sua madre. Non voleva lasciarla andare, ma si costrinse a farlo. Indoss il velo, prese la borsa e usc dalla porta. Ti voglio bene, mia piccola Khadi. Anche io, mormor Khadija, ma non si ferm, perch altrimenti non avrebbe trovato la forza per continuare a camminare. Invece di guardare indietro, guard in alto: la luna era piena e appariva pi luminosa che mai. Cos inizi il suo viaggio.

10 anni dopo Khadi, ormai era cos che si faceva chiamare, sognava spesso il suo viaggio. Era stato difficile e doloroso, ma l’aveva resa la donna che era oggi. Le aveva permesso di sbarcare in Italia, dove aveva deciso di rimanere a vivere. Aveva fatto qualsiasi lavoro pur di pagarsi gli studi e alla fine era diventata un’assistente sociale. Era sempre stato il suo sogno, da quando uno di questi l’aveva salvata dalla strada e fatta entrare in una casa famiglia, dove era restata fino ai 18 anni. Da l in poi se l’era cavata da sola e intanto era riuscita a mettere un po’ di soldi da parte, cos come aveva fatto sua madre. Stavolta per non per andarsene dalla Nigeria, ma per tornarci. Una comunicazione dall’altoparlante risvegli Khadi dai suoi sogni: l’aereo era arrivato a destinazione. Appena Khadi si trov di fronte all’edificio che non aveva mai smesso di chiamare casa, un misto di paura e nostalgia la travolse. Scacci la prima, ricordandosi che suo padre a quell’ora era a lavoro, e buss alla porta. Subito una donna le venne ad aprire, come se stesse aspettando qualcuno. Madre e figlia si riconobbero immediatamente e si abbracciarono commosse. Non c’erano parole per descrivere la gioia di entrambe in quel momento. Si separarono solo quando sentirono una voce proveniente dall’interno. Mamma, chi arrivato?. Khadi varc l’entrata e osserv la bambina che aveva davanti. Era cresciuta, ma per suo sollievo non indossava ancora il velo. Safiyah, disse senza esitazioni. Come fai a conoscere il mio nome?, chiese la bambina sospettosa. Io sono Khadi, le disse, porgendole la mano. Khadi? Come la guerriera della storia?. A questo punto entrambe guardarono la madre, che in risposta sorrise. Le hai raccontato la stessa storia? chiese Khadi. Oh no, le ho raccontato la storia di Safi, la sorellina di Khadi. Safi viene abbandonata nella torre dalla sorella maggiore, inizi a spiegare la bambina, che chiaramente sapeva la storia a memoria. Ma proprio quando pensa che sarebbe restata prigioniera per sempre, Khadi ritorna, sconfigge il drago e la porta via con s, nel regno oltre il fiume. Khadi guard sua madre: A me non hai mai raccontato quella parte della storia. Non volevo che ti sentissi obbligata a tornare, ma sapevo che l’avresti fatto. Pi tardi, mentre la sorella preparava le sue cose, sua madre le rivel che era arrivata giusto in tempo: Safiyah a 12 anni era gi diventata donna e lei non sapeva per quanto tempo ancora sarebbe riuscita a nasconderlo a suo marito. Al momento di salutarsi, Khadi chiese a sua madre di venire con loro, ma questa fu irremovibile: aveva dei nipotini a cui badare, le disse, e un drago da controllare. Khadi era preoccupata per la reazione del padre quando avrebbe scoperto della scomparsa della sua seconda figlia, ma sua madre minimizz, dicendole che gli sarebbe passato. Safiyah salut la madre, con meno lacrime e pi eccitazione di quando al tempo l’aveva fatto Khadi. Poi prese la mano della sorella maggiore e, da l in poi, non la lasci pi. (di Lucrezia Monteleone)

24 ottobre 2023 (modifica il 24 ottobre 2023 | 17:13)

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