di Salvatore Riggio
L’ex tecnico dell’Inter: «Ne parlai allo sceicco locale: “Questi arrivano in Maserati e in Lamborghini, le multe non gli fanno niente”. E allora ho iniziato a metterli fuori squadra»
Ha girato il mondo, Andrea Stramaccioni, fino ad arrivare in Qatar, dove mercoledì 31 ottobre è stato esonerato dall’Al Gharafa, Paese nel quale tra meno di tre settimane (al via il 20 novembre) inizierà il Mondiale. Nel suo passato il debutto da giovanissimo sulla panchina dell’Inter, poi le esperienze con Udinese, Panathinaikos, Sparta Praga e Esteghlal, in Iran. «Situazioni strane da gestire? È successo sugli orari, che in Italia per noi sono sacri», ha detto nell’intervista rilasciata a «Fanpage». «Qui, invece, sono stato costretto ad adottare il pugno di ferro e fare tante multe. Poi mi sono accorto che qui tutti i calciatori sono ricchissimi e se ne fregano. Ne parlai allo sceicco locale: “Questi arrivano in Maserati e in Lamborghini, le multe non gli fanno niente”. E allora ho iniziato a metterli fuori squadra. Probabilmente c’è ancora una mentalità da formare. Ma lo racconto con il sorriso», ha continuato.
Il Qatar
Il Paese si prepara ai Mondiali: «Ora è tirato a lucido con gigantografie dei grandi campioni su ogni grattacielo. Ci saranno otto stadi costruiti solo per il Mondiale: non sono di proprietà dei club, tranne uno, ma fatti ad hoc per l’evento. Sono strutture all’avanguardia, hanno aria condizionata e attrezzature di ultima generazione. La cosa che mi ha colpito è una sorta di trenino, una metropolitana emersa, che connetterà gli otto stadi. Praticamente esci dal tuo stadio, sali sul treno e vai a vedere un’altra partita: potresti vedere 3-4 incontri al giorno. Detto questo, il Qatar ovviamente non può competere per la vittoria, ma attenzione è l’attuale campione d’Asia. Non può presentarsi come una squadra che può lottare con le grandi nazionali, ma non è sicuramente la squadra materasso. Se ci sono stati cambiamenti sui diritti umani? L’ottenimento del Mondiale da parte del Qatar ha portato una serie di verifiche e adattamenti a molte normative di tutela dei diritti dei lavoratori, che è stato il grande tema di cui si è parlato».
L’avventura in Iran
L’esperienza in Iran per Stramaccioni, sulla panchina dell’Esteghlal, è durata sei mesi. Arrivato nel giugno 2019 rescinde il contratto, dopo tante peripezie, l’8 dicembre, lasciando la squadra prima in classifica e con il record di otto vittorie di fila tra campionato e coppa. Non veniva pagato, era stato lasciato senza traduttore e la sua squadra non aveva più l’acqua calda nelle docce (e lui era stato perfino bloccato in aeroporto perché gli veniva contestato un visto turistico scaduto). Tuttavia i tifosi, scesi in piazza dopo l’addio, erano tutti con lui: «Quando ero lì, ho vissuto il dramma di Sahar Khodayari, una nostra tifosa (che ha pagato con la vita la rivendicazione del diritto ad assistere ad una partita di calcio in Iran). Ricordo quel bruttissimo episodio per cui ho ancora la pelle d’oca: si diede fuoco e le ustioni la portarono a morire in ospedale. Ora la Federcalcio iraniana è obbligata, nelle partite casalinghe, a riservare un’area per le donne, che prima neanche potevano accedere allo stadio. Spero che anche la visibilità del calcio, magari attraverso calciatori importanti che si stanno facendo portatori di certi messaggi, possa quantomeno favorire un miglioramento della situazione in Iran. Io ero lì, le ho vissute e sono situazioni molto pesanti».
Commentatore Rai
Adesso commenterà i Mondiali in Qatar con la Rai, che ha l’esclusiva del torneo iridato. Ci sarà anche Antonio Cassano con la Bobo Tv. Famoso un litigio tra i due ai tempi dell’Inter: «Ero giovane e l’Inter è una piazza non facile. Cassano è stato un grandissimo talento, un campione. I primi sei mesi convinsi il presidente a prenderlo dal Milan perché per me aveva delle qualità incredibili. Purtroppo dopo siamo stati messi uno contro l’altro da situazioni esterne. Probabilmente ora non arriverei a un punto del genere. Antonio è un istintivo e avrà avuto le sue ragioni per pensare in un modo, così come io in un altro. Eravamo due ragazzi cresciuti per strada. Ma sono cose che nel calcio succedono. Tendo a ricordare quelle belle». In nerazzurro ha allenato Icardi: «A lui sono molto legato. È stato un obiettivo mio e di Branca e Ausilio nel momento in cui stavamo pianificando la stagione successiva e lui segnava alla Sampdoria. La verità è che non è facile emergere nell’ambiente Psg e questo non è successo solo a Icardi. Non è una squadra, ma una All Star. Secondo me a Mauro non ha fatto bene stare in una squadra in cui era solo il primo cambio. Lui è un leader, deve avere continuità, vive per il gol».
1 novembre 2022 (modifica il 1 novembre 2022 | 12:39)
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, 2022-11-01 10:51:00, L’ex tecnico dell’Inter: «Ne parlai allo sceicco locale: “Questi arrivano in Maserati e in Lamborghini, le multe non gli fanno niente”. E allora ho iniziato a metterli fuori squadra», Salvatore Riggio