di Paolo Conti Roma, centinaia di persone ai funerali. Tra la folla anche Meloni, La Russa e Letta La parrocchia di Santa Maria Liberatrice, nel cuore di Testaccio, è strapiena. Per metà sono amici e coetanei di Francesco, venuti a dirgli addio tutti insieme, come insieme hanno vissuti i pochi splendidi anni al liceo «Socrate» e il pugno di mesi al primo anno della facoltà di Lettere, indirizzo cinematografico e musicale, a «La Sapienza». Si abbracciano, si carezzano. Piangono a dirotto: i ragazzi quanto e forse più delle ragazze, gli antichi luoghi comuni sui maschi forti sono ruderi del vecchio secolo. Tanti cuscini giallorossi per la accesissima fede romanista di Valdo, come veniva chiamato da tutti, e della sua famiglia. A sinistra, su un cavalletto ricoperto da un telo azzurro cielo, un suo solare ritratto con la massa di capelli che lo faceva riconoscere sempre in qualsiasi fotografia di gruppo. Uno striscione scritto a mano su un lenzuolo («ti vogliamo bene») ricopre, tra i fiori, i gradini dell’altare. Ospita una fila di post-it colorati con i messaggi che raccontano Francesco e l’amore per la vita di chi ha appena cominciato ad assaporarla, l’allegria, i sorrisi, la musica e il fortissimo legame con le amiche e gli amici: «Ciao Valdo, canta anche per noi da lassù, x sempre tuoi», «Canta più forte che puoi noi ti ascoltiamo da quaggiù», «Grazie per aver illuminato i nostri giorni di scuola con i tuoi outfit unici». E poi uno che sintetizza l’espansiva vitalità di Valdo: «Non sappiamo dove sei ma di sicuro sappiamo che ovunque, qui o in un universo parallelo, resti e resterai per sempre il figo che abbiamo conosciuto noi». Altri pezzi di quella indimenticabile breve vita collettiva: «Entravo in classe ed ero contento perché c’eri tu, perché avrei scherzato con te, grazie Va (cioè Valdo) per tutto. Stammi bene lassù, al fianco dei tuoi idoli». Ovvero i divi del rock di cui parlava con gli amici. Arriva la neopremier Giorgia Meloni appena uscita dal Quirinale, che abbraccia in lacrime Paola, da anni apprezzata firma del Corriere della Sera per la politica: singhiozza, la carezza, tenta di consolarla. C’è il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ci sono i ministri Antonio Tajani e Anna Maria Bernini. Ecco Enrico Letta con la moglie Gianna: sono amici da sempre dei Valdiserri, vivono accanto, i loro figli sono cresciuti insieme. In rappresentanza della Roma (Luca Valdiserri è una firma dello sport del Corriere della Sera) arrivano Ryan Fredkin, Tiago Pinto e Vito Scala. Tra i banchi tantissimi colleghi del nostro giornale, tra loro il direttore Luciano Fontana, e di altre testate e tg. Nella messa, il brano del Vangelo secondo Giovanni parla di vita eterna lasciando la parola a Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me». Al parroco don Maurizio Spreafico tocca il difficilissimo compito di trovare un senso alla tragedia con la chiave della fede. Descrive Francesco citando i professori del liceo e i suoi amici: «Era un ragazzo sensibile, rispettoso degli altri, sognatore, pieno di interessi, decisamente bello, un figlio adorato. Spesso ce la prendiamo con Dio: perché hai permesso tutto questo? Dio risponde: io non voglio tutto questo, qui c’è la vostra libertà…». È in sintesi il libero arbitrio, l’uomo dispone di sé e della propria vita. Infatti don Maurizio parla ai giovani: «Scegliete il vero, il bello, il buono, la musica, lo sport, l’arte, il volontariato, non cedete allo sballo e ad altre dipendenze». E agli adulti: «Chiediamoci quali valori indichiamo, non a parole ma con la vita». Infine parla direttamente a Francesco: «Regala il coraggio ai tuoi genitori e a tua sorella di ritrovare il sorriso, quell’amore di cui sei stato capace, aiuta tutti, piccoli e grandi, a usare la libertà di scegliere il bene, non il male. Come diceva sant’Agostino, canta e cammina…». Alla fine della messa cantano davvero gli amici della sua band, «Origami smiles», fondata ad aprile. Francesco aveva stupito tutti per la sua bella voce profonda e aveva cominciato a scrivere brani come questo «Next Morning». Niccolò Amodeo è alla chitarra (era accanto a Francesco quella maledetta notte, lo ha visto morire), Daniel Bevilacqua alla batteria, Giulio Di Veroli al basso. Tutti seguono il ritmo battendo le mani, disperandosi come i genitori, piangendo. Una sconvolgente assenza, quella di Francesco, che col brano diventa presenza vivissima. All’uscita gli amici accompagnano la partenza del feretro con un grande applauso, con le loro lacrime e con uno striscione: «Per sempre con noi». Dai loro sguardi capisci che sarà così, davvero. Per sempre. 22 ottobre 2022 (modifica il 22 ottobre 2022 | 22:54) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-10-22 20:19:00, Roma, centinaia di persone ai funerali. Tra la folla anche Meloni, La Russa e Letta, Paolo Conti