Negli ultimi anni si affaccia nel panorama della scuola italiana la richiesta di attenzione sulla plusdotazione presente in taluni studenti, nota anche come “alto potenziale cognitivo” (APC), in inglese chiamato giftedness. Ad effettuare questo riconoscimento è stato il Miur che, da un’attenta analisi statistica, ha messo in evidenza come circa il l’8% dei soggetti di tutta la popolazione scolastica italiana sono risultati plusdotati tali da essere riconosciuti come soggetti con Bisogni Educativi Speciali (BES),
Questi alunni non sono semplicemente più intelligenti di altri, ma sono molto particolari e spesso possono manifestare una forma di disagio in classe con i compagni che va affrontato con molta attenzione da parte dei docenti. Per riconoscere un tale status serve un test specifico anche se è possibile individuarlo da alcune caratteristiche del tipo: l’alunno è molto curioso, fa molte domande agli insegnanti, a volte ha idee fuori dagli schemi originali, osserva attentamente qualunque cosa, ha ottime capacità di memoria, pratica molta autocritica e ha una elevata dose di creatività.
Il plusdotato, dunque, può presentare vari problemi per sé e per gli altri perché a volte può decidere di non manifestare le sue capacità per integrarsi meglio nel gruppo e quindi non farsi notare oppure può far sfociare il tutto in comportamenti di iperattività o mostrare anche difficoltà di apprendimento: avere dei piani di studio personalizzati per valorizzare al meglio le caratteristiche e le peculiarità di ogni soggetto in causa diventa la via maestra per attenzionare questo tipo di bisogno.
Quanto può incidere nell’alunnoPlusdotato il fattore genetico o ambientale e quali teorie psicologiche a supporto di tale bisogno educativo?
Inizialmente alcune teorie affermavano che il potenziale di un soggetto veniva definito a livello genetico e quindi indipendentemente dall’ambiente che lo circonda, mentre secondo altre il potenziale di un soggetto viene influenzato anche dall’ambiente.
Oggi è riconosciuto come la condizione di plusdotazione non è completamente innata e nemmeno causata interamente dall’ambiente e da come il soggetto interagisce con esso ma dipende dall’interazione tra attitudini neurologiche di base e influenze ambientali, tra cui fattori socio/culturali e familiari.
La definizione di plusdotazione che racchiude i principali aspetti della condizione è quella proposta nel 1991 dal Columbus Group laddove viene affermato come: “La giftedness è uno sviluppo asincrono in cui abilità cognitive avanzate si combinano con una profonda intensità dando luogo a esperienze interiori e consapevolezza che sono qualitativamente differenti dalla norma. L’asincronia aumenta con l’aumentare della capacità intellettiva. L’unicità dei gifted li rende vulnerabili e richiede modifiche nell’educazione, nell’insegnamento e nel counseling affinché possano crescere in maniera ottimale.”
In questa definizione vengono ripresi tutti gli aspetti necessari per definire la plusdotazione: abilità cognitive avanzate, vulnerabilità dei soggetti dovuta alla loro unicità che richiede delle modificazioni nel modo in cui vengono considerati e trattati dai genitori e dagli insegnanti, asincronia nello sviluppo dovuta alla presenza di capacità intellettive elevate e allo stesso tempo all’incapacità di comprendere pienamente le situazioni di vita a causa dell’assenza dell’esperienza necessaria.
Altra definizione utile per definire un soggetto plusdotato è quella data da Keating, Pfeiffer e Sternberg i quali identificano un soggetto che, rispetto ai pari, mostra o ha il potenziale per mostrare un’abilità sorprendente in un determinato momento e in specifiche aree considerate di rilievo nella propria cultura di appartenenza
Allo stesso modo, secondo l’Associazione Nazionale dei bambini gifted (National Associationof Gifted Children – NAGC), i soggetti con alto potenziale cognitivo mostrano, o hanno il potenziale per mostrare, livelli magnifici di risultati se confrontati con i loro pari.
La NAGC sostiene che gli studenti gifted provengano da tutte le etnie, da tutte le popolazioni e da tutti gli strati economici senza alcuna distinzione.
A tal proposito, secondo alcuni modelli teorici, se il potenziale di un soggetto non viene supportato in modo adeguato può, purtroppo, venire perso o abbandonato causando una perdita sia per la persona in sé che per la società in cui si trova.
Come il docente può riconoscere un soggetto plusdotato?
Alla luce di queste definizioni è chiaro come per riconoscere un soggetto plusdotato non è necessario che egli dimostri livelli eccezionali di risultati in un dominio di abilità generale perché questi possono essere dimostrati anche in un dominio specifico associato ad una misura generale di QI.
A questo proposito possiamo dire che il punteggio del QI è una misura necessaria per l’identificazione di una condizione di giftedness, ma non sufficiente. In particolare, il quoziente maggiormente utilizzato per definire come eccezionale e superiore alla media un risultato nei test di intelligenza è pari ad un QI di 130. Oltre al QI è necessario valutare altri elementi, tra cui il contesto sociale e familiare in cui vive il soggetto, quindi avere un quadro generale dell’individuo.
Il soggetto plusdotato viene spesso riconosciuto a livello scolastico, ed è per questo che è necessario saper distinguere tra soggetto plusdotato e soggetto con capacità superiori alla media. Queste due condizioni sono differenti in modo sottile e per questo vengono spesso confuse.
Attraverso la seguente tabella è possibile definire tali differenze tra studente con capacità plusdotato/gifted e studente superiore/brillante:
, 2022-05-29 05:30:00, Negli ultimi anni si affaccia nel panorama della scuola italiana la richiesta di attenzione sulla plusdotazione presente in taluni studenti, nota anche come “alto potenziale cognitivo” (APC), in inglese chiamato giftedness. Ad effettuare questo riconoscimento è stato il Miur che, da un’attenta analisi statistica, ha messo in evidenza come circa il l’8% dei soggetti di tutta la popolazione scolastica italiana sono risultati plusdotati tali da essere riconosciuti come soggetti con Bisogni Educativi Speciali (BES),
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