Dall’uscita del suo bestseller nel 1989, Lara Cardella ha denunciato i mali profondi della società: maschilismo e violenza in famiglia. Oggi, l’autrice ritiene che poco sia cambiato.
Il grave fatto di violenza accaduto a Palermo ha acceso nuovamente il dibattito sul ruolo dell’educazione sessuale e sentimentale nel plasmare le menti dei giovani.
Con un’esperienza di quasi due decadi come insegnante, Cardella vede una lacuna nel sistema educativo. “Le scuole dovrebbero parlare di più di educazione sessuale e sentimentale”, afferma in un’intervista a La Repubblica. Ma spesso, le famiglie impediscono questi dialoghi, temendo di introdurre “idee strane” nelle menti dei loro figli.
Questa reticenza genera un’ossessione insalubre per l’immagine fisica tra i giovani, portati a idolatrare la perfezione fisica promossa dai media. Ma questa ossessione è solo la punta dell’iceberg delle insicurezze adolescenziali. Cardella insiste sulla necessità di fornire ai giovani strumenti adeguati per comprendere e gestire le proprie emozioni e pulsioni, accettandole con naturalezza.
Ma la violenza, come lo stupro, è distinta dal sesso. È un atto di pura sopraffazione, spesso alimentato dalla mentalità del branco. “È abominevole”, commenta Cardella sullo stupro di Palermo. Tuttavia, l’autrice elogia il coraggio della vittima, che non solo ha denunciato l’atto, ma ha anche sfidato i suoi detrattori sui social media, sottolineando la potenza devastante delle parole.
Cardella sottolinea l’importanza di non lasciare sole le donne in queste lotte. Spera in un maggiore coinvolgimento maschile contro la violenza sulle donne, desiderando che gli uomini si levino in piedi, dissociandosi da atti brutali come lo stupro.
Nonostante le critiche e le umiliazioni, Cardella continua a camminare a testa alta, decisa a fare la differenza attraverso l’educazione. Come insegnante, si impegna a parlare di violenza sulle donne durante l’intero anno scolastico, non limitandosi a specifiche date simboliche. La sua storia e la sua passione sono un potente promemoria della necessità di un cambiamento culturale e della responsabilità collettiva nell’educare le future generazioni.
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