«Il Sud entrerà nella Manovra», il governo prova a mettere una toppa

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il mezzogiorno Mezzogiorno, 3 dicembre 2022 – 08:13 Il ministro Giorgetti: «Inseriremo le agevolazioni fiscali nel provvedimento di Paolo Grassi Alla fine — dopo le tante critiche per l’assenza del Sud nella Manovra — il Governo ha dovuto provare a mettere la classica pezza. «Per il Mezzogiorno stiamo predisponendo misure per la proroga di alcuni interventi, quali le agevolazioni fiscali in favore delle imprese che acquistano beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive ubicate in quei territori, nonché prevedendo la proroga dei crediti d’imposta per gli investimenti effettuati nelle Zone Economiche Speciali e nelle Zone Logistiche Semplificate e per le attività di ricerca e sviluppo in favore delle imprese localizzate nelle regioni meridionali». Lo ha annunciato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, in audizione alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. E ancora: «Sui crediti di imposta ribadisco l’impegno di risolvere nell’ambito della legge di bilancio, con decorrenza dal primo gennaio. Non ci sarà alcuna interruzione con riferimento a questo tipo di misure». Le critiche Passa poco e arriva una nota dell’ex ministra per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna: «A quanto pare il governo si è accorto di aver trascurato il Meridione nella legge di bilancio. Ora il ministro Giorgetti dice che stanno lavorando alla proroga del credito d’imposta per le imprese che investono nel Sud e del credito d’imposta per le Zes: meglio tardi che mai, ma non averli inseriti nel testo della Manovra approvato dal Consiglio dei ministri dimostra quanto il Mezzogiorno sia ritenuto residuale dal governo». E la presidente di Azione aggiunge: «Con il governo Draghi abbiamo raddoppiato il credito d’imposta nelle aree Zes portandolo da 50 a 100 milioni di euro per ogni investimento. Un intervento sulla convenienza fiscale che ha permesso di attrarre imprese e di favorire gli investimenti. Per essere certi che due misure così importanti per lo sviluppo e la crescita del Sud siamo prorogate – conclude Carfagna – presenteremo un emendamento su cui ci aspettiamo ovviamente la più ampia convergenza». Gli industrialiSull’argomento si era soffermato anche il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, durante la sua audizione parlamentare sulla Manovra: «Nella versione giunta alle Camere — ha commentato il numero uno dell’associazione di viale dell’Astronomia — non c’è la proroga del credito d’imposta per gli investimenti al Sud. Non possiamo nascondere di essere preoccupati perché proprio il credito d’imposta Mezzogiorno sui beni strumentali e il credito d’imposta Zes, insieme alla decontribuzione Sud, hanno sostenuto la tenuta produttiva del Mezzogiorno». Poi Bonomi rincara la dose: «Questa legge di bilancio, per come è configurata, non guarda a un modello di sviluppo del Mezzogiorno», ha detto nell’intervento all’Assemblea di Confindustria Catania. «Il Sud non chiede assistenza come ricetta unica, ci si aggrappa se gli si dà solo quella: invece serve una strategia per le risorse del Pnrr, per scuole e università. Serve un piano che vada oltre questa legislatura, che duri 10 anni. Dobbiamo dare una visione a questo Paese». E chiude: «Chiediamo un intervento di politica industriale per il Mezzogiorno, altrimenti il modello economico che proponiamo è quello del Reddito di cittadinanza». De Luca: «Troppi punti critici»Sulla Manovra attacca anche il governatore della Campania, Vincenzo De Luca: «Ci sono tre questioni assolutamente critiche. La prima è che si prevede la chiusura di 700 scuole, è intollerabile. Il calo di popolazione c’è, in modo particolare nel Sud, ma non c’entra». E spiega: «Per gli ospedali tu puoi dire, su una base di valutazione scientifica, chiudiamo i punti nascita se hai un reparto dove si fanno 10 parti l’anno. Nel caso dell’istruzione, anche se diminuisce la popolazione studentesca impiegheremo i docenti per fare una attività molto meno stressante, eppure è bene tenere aperte le scuole anche con pochi alunni perché sono un presidio sul territorio». Il secondo punto critico per De Luca riguarda le pensioni. «È intollerabile che quelle sopra i 1.600 euro non debbano più recuperare il costo della vita, cioè avere un adeguamento legato all’inflazione che ancora oggi è di quasi 11-12%». La newsletter del Corriere del MezzogiornoSe vuoi restare aggiornato sulle notizie della Campania iscriviti gratis alla newsletter del Corriere del Mezzogiorno. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui. 3 dicembre 2022 | 08:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-12-03 07:14:00, Il ministro Giorgetti: «Inseriremo le agevolazioni fiscali nel provvedimento,

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