l’editoriale Mezzogiorno, 20 settembre 2022 – 07:55 Al Nord l’innovazione, nel Mezzogiorno l’assistenza di Michele Cozzi No, non tira un’aria buona per il Mezzogiorno. Già nei programmi ufficiali dei partiti lo spazio, e soprattutto le idee, per il Sud sono sembrate da nota a piè di pagina. Ma, poi, nella realtà quotidiana del dibattito emergono progetti che hanno chiaramente una chiara direzione di marcia: autostrada del Sole, direzione Nord. Così la Lega propone di istituire il ministero dell’Innovazione, dell’intelligenza artificiale e della digitalizzazione a Milano. Un’idea che non sembra scandalizzare più di tanto la sinistra del Nord che, avendo, forse, quello che rimane delle vecchie roccaforti rosse nell’Italia centrosettentrionale, sembra dare per persa la partita del Sud. Quindi, salvo casi sporadici, non si è alzata nessuna azione di protesta contro un’idea che andrebbe a sacralizzare la separatezza tra un Nord, sede dell’innovazione e dei brevetti, e il Sud, area periferica e marginale, destinata ad alimentare la propria economia tranne lo scambio, figlio del Novecento, tra trasferimenti pubblici (ora il reddito di cittadinanza) e consenso. Quindi, non solo uno scippo a danni del Sud, ma anche la certificazione che il Nord è la terra dell’Innovazione e il Sud quella dell’assistenza. Un messaggio che non può passare, perché – come emerge da tanti studi – nel Mezzogiorno esistono tante aziende, università e centri di ricerca di alto livello, che reggono il passo con la competizione internazionale. E, se non bastasse già questo segnale, nella campagna elettorale ci sono altre questioni che stanno emergendo con efficacia: il tema dell’autonomia differenziata, quella che l’economista pugliese Gianfranco Viesti, ha definito la secessione dei ricchi, la proposta della flat tax e la richiesta di rivedere i fondamenti del Pnrr. Il primo tema è un cavallo di battaglia di Lombardia, Veneto e anche dell’Emilia Romagna. Una dose di autonomia è prevista dalla Costituzione, alcune facoltà possono essere delegate dallo Stato centrale alle Regioni. Ma il tutto in un contesto in cui siano garantiti i livelli essenziali di assistenza per tutti i cittadini. Se così non fosse, l’autonomia comporterebbe sacralizzare le posizioni di partenza, suscitando maggiori sperequazioni tra cittadini di serie A e cittadini di serie B. Quindi, l’auspicio è che anche nell’alleanza del centrodestra, prevalga un orientamento meno nordista e più attento alle esigenze complessive del Paese. Sulla flat tax, la tassa piatta, che sarebbe introdotta in varie tappe, gli economisti hanno posizioni differenti. Ha un costo elevato. Secondo uno studio pubblicato su Lavoce.info determinerebbe minori entrate pari a quasi 60 miliardi, in minima parte recuperati con il gettito di evasori pentiti. Il rischio? Una riduzione dei servizi, dalla sanità alla scuola ai trasporti, che colpirebbe i ceti più poveri. Che vivono essenzialmente al Sud. Poi, il tentativo dello scippo più pericoloso: il Pnrr. Che per alcune forze politiche, andrebbe rivisto, perché sono cambiati i conti, le spese. Sarà anche vero, ma è altresì vero che andare a mettere mani ad un impianto in via di realizzazione rischia di creare le condizioni per un crollo complessivo dell’intero edificio. E poi, ci sarebbe da ricontrattare le modifiche con l’Europa e nello scenario complessivo di tensione per gli effetti della guerra, non sarebbe proprio una passeggiata. Alcune, questioni, quindi, centrali nel dibattito elettorale, in cui gli interessi meridionali rischiano di essere dimenticati. Nulla di nuovo. È il destino di sempre del Mezzogiorno, ridotto a terra di conquista. Sud, sveglia. 20 settembre 2022 | 07:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-09-20 05:56:00, Al Nord l’innovazione, nel Mezzogiorno l’assistenza,