Sul Corriere Salute: anche i padri aspettano un figlio (e vogliono essere più presenti)

Sul Corriere Salute: anche i padri aspettano un figlio (e vogliono essere più presenti)

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di Chiara Daina

Ogni volta che i genitori entrano in contatto con i servizi sanitari ai padri deve essere garantita la possibilità di partecipare. Invece non sempre accade. Se ne parla nell’inserto in edicola giovedì

Pubblichiamo in anteprima parte di un articolo del nuovo «Corriere Salute». Potete leggere il testo integrale sul numero in edicola gratis giovedì 17 marzo oppure in Pdf sulla Digital Edition del «Corriere della Sera».

Anche i padri aspettano un figlio. E hanno quindi il diritto di essere coinvolti in tutto il percorso della gravidanza fino alla nascita del bambino. «Purtroppo stando ai dati che abbiamo raccolto da alcune Regioni la presenza del padre in sala parto, inizialmente limitata per effetto delle misure anti-Covid, non è più tornata ai livelli raggiunti pre-pandemia nonostante le evidenze scientifiche raccomandino la sua partecipazione accanto alla mamma» spiega Angela Giusti, ricercatrice dell’Istituto superiore di sanità (Iss).

Trattati da spettatori

Durante la degenza in ospedale per la nascita i papà non vanno trattati da spettatori. «Sono di diritto dei caregiver — sottolinea Giusti —. In generale ogni volta che i genitori entrano in contatto con i servizi sanitari, per gli incontri di accompagnamento alla nascita, per le visite in gravidanza e nel dopo parto, ai padri deve essere garantita la possibilità di partecipare in giorni e orari compatibili con i loro impegni di lavoro. In questo senso lo smart working e l’offerta di corsi preparto online hanno permesso a molti più papà di esserci». Giusti è la responsabile scientifica per l’Iss del progetto «Parent», finanziato dalla Commissione europa per promuovere il ruolo di cura paterno e prevenire la violenza maschile. Al progetto, durato dal 2019 al 2021, hanno preso parte Italia, Portogallo, Austria, Lituania. Da noi è stato coordinato dall’associazione «Cerchio degli uomini», per conto del network «Il giardino dei padri» (che comprende altre cinque organizzazioni che si occupano di identità maschile e contrasto alla violenza di genere), e ha previsto la formazione di 129 tra ostetriche, infermieri, pediatri e neonatologi, dell’Ausl di Reggio Emilia, Asl Roma 2, Asl Torino 4 e Asl Città di Torino. «Tutto quello che viene proposto alla madre vale anche per il padre, tranne gli esami clinici», sottolinea Alessandro Volta, direttore del programma Materno infantile dell’Azienda sanitaria reggiana e formatore del corso.

Potete continuare a leggere l’articolo sul Corriere Salute in edicola gratis giovedì 17 marzo oppure in Pdf sulla Digital Edition del Corriere della Sera.

15 marzo 2022 (modifica il 15 marzo 2022 | 19:35)

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, 2022-03-15 18:54:00, Ogni volta che i genitori entrano in contatto con i servizi sanitari ai padri deve essere garantita la possibilità di partecipare. Invece non sempre accade. Se ne parla nell’inserto in edicola giovedì, Chiara Daina

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