di Luigi Ippolito, corrispondente da Londra
A contendersi la successione saranno l’ex Cancelliere dello Scacchiere, figlio di immigrati, e la ministra degli Esteri. Penny Mordaunt , la viceministra del Commercio, è rimasta fuori
Non sarà un maschio bianco il prossimo primo ministro britannico: la scelta è fra un indiano e una donna. A contendersi la successione a Boris Johnson, che si è dimesso due settimane fa, saranno infatti l’ex Cancelliere dello Scacchiere Rishi Sunak, figlio di immigrati, e la ministra degli Esteri Liz Truss . Al momento è lei la favorita nei sondaggi: dunque la Gran Bretagna potrebbe avviarsi verso la sua terza leadership femminile, dopo Margaret Thatcher e Theresa May.
Sunak e Truss sono emersi come i due «finalisti» al termine di una selezione all’interno del gruppo parlamentare del partito conservatore, che ha la maggioranza assoluta a Westminster.
Se il primo è balzato fin dall’inizio in cima alle preferenze dei deputati, la seconda ha dovuto avere la meglio sulla temibile concorrenza di Penny Mordaunt , la viceministra del Commercio che i bookmakers davano addirittura vincente in assoluto. Alla fine, Sunak ha ottenuto 137 preferenze, Truss 113 e Mordaunt 105.
A questo punto la parola passa ai circa 200 mila membri del partito, che voteranno per posta nel corso del mese di agosto: il vincitore (o la vincitrice) verrà annunciato alle 12.30 (ora di Londra) del 5 settembre. Il giorno dopo ci sarà il passaggio di consegne con Boris Johnson: e per la prima volta non avverrà a Buckingham Palace. In quel periodo la regina sarà infatti ancora in vacanza in Scozia: dunque Boris rassegnerà le dimissioni finali nel castello di Balmoral, dove il nuovo premier riceverà l’incarico da Elisabetta.
Le prossime settimane vedranno i due finalisti tuffarsi in una vorticosa campagna elettorale per conquistare il favore della base del partito: ma comunque vada, non ci saranno svolte radicali rispetto a Johnson. Lui infatti è stato defenestrato per incapacità caratteriale, non perché le sue scelte politiche venissero contestate: dunque ci si aspetta una sostanziale continuità.
L’unico argomento del contendere, nella prima fase della corsa, sono state le tasse. Sunak ha fatto della prudenza fiscale la sua bandiera e sostiene che non è il momento di tagliare le tasse se prima non si rimette in carreggiata l’economia: tutti gli altri candidati si sono invece schierati per un abbassamento immediato della pressione fiscale.
L’ex Cancelliere dello Scacchiere è in qualche modo il candidato centrista dell’establishment del partito: ma rischia di risultare poco gradito alla base. Lui infatti è uscito dal prestigioso college privato di Winchester (una sorta di Eton) e ha fatto fortuna nella finanza, tanto da guadagnarsi l’appellativo di «Maharajah dello Yorkshire» (dove risiede); per di più, ha sposato una ricchissima ereditiera indiana. E sono proprio i suoi affari personali il suo tallone d’Achille: non molto tempo fa era emerso che la mogie, sfruttando un sistema legale, evitava di pagare le tasse in Gran Bretagna; mentre Sunak stesso ha fatto richiesta di una «green card» americana, dando adito dunque all’ipotesi che prima o poi voglia trasferirsi negli Stati Uniti. Non sono proprio le credenziali migliori per presentarsi come un uomo del popolo.
Liz Truss rappresenta invece la destra conservatrice: si atteggia a novella Thatcher (vestendosi pure come la Lady di Ferro) ed è una super «falca» in politica estera, sia per quanto riguarda i rapporti con Cina e Russia che quelli con l’Unione europea. Lei corteggia gli istinti profondi del partito, promettendo uno Stato minimo e una linea ultra-liberista: ma il suo punto debole è che durante il referendum del 2016 si era schierata contro la Brexit, che è un peccato abbastanza grave per i militanti conservatori.
Sul piano dello stile, Sunak è fin troppo curato e leccato, mentre Liz viene fuori come una figura po’ robotica e impacciata (e i suoi detrattori sussurrano dietro le spalle che sia una tipa un tantino strana). Ma la cosa bizzarra, se vogliamo, è che alla fine la scelta del nuovo premier è affidata a un campione ristrettissimo dell’elettorato e ben poco rappresentativo: gli iscritti conservatori sono infatti in maggioranza maschi bianchi benestanti di mezza età. Ma tant’è, da oggi da loro dipende il futuro della Gran Bretagna.
20 luglio 2022 (modifica il 20 luglio 2022 | 19:08)
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, 2022-07-20 22:49:00, A contendersi la successione saranno l’ex Cancelliere dello Scacchiere, figlio di immigrati, e la ministra degli Esteri. Penny Mordaunt, la viceministra del Commercio, è rimasta fuori, Luigi Ippolito, corrispondente da Londra