Superbonus, Forza Italia: Subito modifiche, non si arrivi al voto di fiducia |Cosa succede dopo lo stop a cessione del credito e sconto?

Superbonus, Forza Italia: Subito modifiche, non si arrivi al voto di fiducia |Cosa succede dopo lo stop a cessione del credito e sconto?

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Superbonus, Forza Italia: «Subito modifiche, no al voto di fiducia»

Si complica gi il cammino del decreto Superbonus. Forza Italia, che fin dall’inizio aveva manifestato perplessit sulle nuove misure, ha fatto sapere che vuole subito delle modifiche al testo e soprattutto dice no all’approvazione del decreto attraverso il voto di fiducia. Ha chiesto perci un tavolo di maggioranza, coinvolgendo anche le categorie, per discutere delle correzioni. In pratica il partito di Berlusconi chiede che il provvedimento non venga votato a scatola chiusa cos come illustrato dal ministro Giorgetti ma che intervengano dei correttivi.

Punti salienti del decreto sono lo stop alla cessione del credito d’imposta e agli sconti in fattura. Una situazione che, a giudizio di Giorgetti, ha costretto il governo a intervenire con un decreto per evitare squilibri ai conti pubblici.

La richiesta messa sul tavolo da Forza Italia pone adesso un ostacolo politico sul cammino dell’approvazione del decreto. Serve una nuova norma che introduca incentivi ragionati e studiati, non possiamo lasciar morire un settore fondamentale dell’economia, l’appello che ha lanciato la parlamentare azzurra Erica Mazzetti, membro della Commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici. Il Superbonus 110% stato un provvedimento eccellente – ha aggiunto -, perch arrivato dopo 10 anni di crisi del settore edilizio, ma allo stesso tempo scellerato nei tempi e nei modi. E oggi ne paghiamo tutti le conseguenze. La decisione di porre un freno alla cessione del credito e allo sconto in fattura stata un fulmine a ciel sereno per molti, il settore dei costruttori andato nel panico. Come Forza Italia ci siamo immediatamente riuniti alle 14 di ieri, assieme ai capigruppo. Abbiamo capito dal Mef che non c’era possibilit di modificare il provvedimento e abbiamo cercato nell’immediato di risolvere il problema della cessione del credito, togliendo la responsabilit solidale: questo lo abbiamo ottenuto, grazie al nostro vicepremier Tajani che ha portato in Cdm le nostre richieste.

Anche il senatore Fi, Roberto Rosso, convinto che la soluzione giusta sia studiare modifiche che vadano nella direzione di tutelare i meno abbienti e dare certezza alle imprese e ai condomni. Sono abbastanza sicuro che il governo e il ministro Giorgetti voglia confrontarsi – ha aggiunto -. C’era una situazione spiacevole nei conti rispetto alla quale bisognava intervenire, ma sono certo che ci saranno spazi per modificarlo. Le aziende ci chiedono stabilizzare i bonus magari abbassando le aliquote, per esempio dal 110% all’80%, ma dando certezza delle norme per i prossimi 10 o 15 anni. Perch il problema di questo Superbonus stato un continuo cambiamento di regole. Rosso ha poi spiegato che, almeno per le categorie meno abbienti importante che siano previsti la cessione del credito o lo sconto in fattura, perch non hanno capienza per detrarre dalle tasse e rischierebbero di perdere l’agevolazione.

Passer alla storia come il decreto vergogna. Questo il commento di Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, al decreto varato ieri in Cdm e pubblicato oggi in Gazzetta Ufficiale sullo stop a cessione crediti e sconti in fattura per il Superbonus. Parlamentari e consiglieri regionali del partito attaccano l’esecutivo: Il governo Meloni ha approvato un decreto legge che con un colpo di spugna cancella lo sconto in fattura e la cessione dei crediti d’imposta legati al Superbonus e agli altri bonus edilizi lasciando nell’assoluto sconforto cittadini e imprese del settore – scrivono in una nota Orrico, Baldino, Scutell, Tucci, Ferrara, Tavernise e Afflitto -. In questa situazione molti cantieri rischiano la chiusura e la tenuta di tante aziende del nostro territorio in bilico per il contraccolpo economico che dovranno subire. Nel Paese ci sono 90 mila cantieri in attesa di ripartire, 25 mila imprese in sofferenza, 15 miliardi di euro in sospeso con molti enti locali che stavano provando ad acquisire almeno una parte delle somme incagliate. […] Il decreto legge varato da Palazzo Chigi non un dispetto ad una misura ideata dal M5S ma una scelta miope ed opposta alle promesse elettorali che pagheranno tutti gli italiani in un momento in cui l’Europa ci chiede interventi di efficientamento energetico sui nostri immobili previsto, guarda caso, dal Superbonus tanto avversato.

Oltre ad aver scatenato la polemica politica, il provvedimento ha scosso anche sindacati e imprese. I lavoratori edili della Cgil temono la perdita di 100mila posti di lavoro e annunciano di essere pronti a scendere in piazza contro la decisione dell’esecutivo. Le associazioni imprenditoriali, grandi e piccole, temono fallimenti a catena: c’ chi parla di 25 mila aziende a rischio, chi addirittura di 40 mila. Quello che lanciano un vero e proprio allarme, ma il governo difende la sua scelta: Si doveva intervenire per arginare una situazione abnorme con 110 miliardi per il Superbonus che gravavano sulle casse dello Stato, spiega il viceministro all’Economia Maurizio Leo, l’esperto fiscale pi vicino alla premier Giorgia Meloni che parla di intervento mirato. La responsabilit di quello che accaduto – afferma anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani – del governo Conte, del governo dei 5 stelle, siamo stati costretti. Il governo, comunque, convocher luned 20 febbraio le associazioni di categoria interessate cos che possa spiegarele proprie ragione e ascoltare le problematiche.

(articolo in aggiornamento)

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