di Monica GuerzoniDalla casa alla guerra e alla giustizia, acque agitate tra gli alleati Il giorno dopo il blitz in Consiglio dei ministri, che ha fatto saltare i nervi a Berlusconi e ai dirigenti del suo partito, la parola d’ordine nella maggioranza placare, sopire, ridimensionare. Forza Italia ha smesso di minacciare barricate, ma chiede di non porre la fiducia sul decreto con cui il tandem Giorgetti-Meloni ha clamorosamente stoppato il superbonus. La tensione resta e non sar facile allentarla. Quattro mesi di governo sono bastati a sfilacciare i rapporti tra la premier e il fondatore di Forza Italia. Le esternazioni di Berlusconi contro Zelensky hanno messo Giorgia Meloni in grande difficolt anche sul piano internazionale, a pochi giorni dalla tanto attesa missione a Kiev. Uno strappo che non pu dirsi ancora ricucito. La prova nella virulenza con cui ieri azzurri e meloniani si sono azzuffati, a parole, sulle dimissioni della sottosegretaria Augusta Montaruli, condannata per peculato. Ed solo l’ultimo incidente di percorso. Venerd, la bufera sul superbonus. Il ministro Giorgetti presenta a sorpresa un decreto per fermare cessione dei crediti e sconto in fattura, i ministri azzurri votano ma mostrano tutta la loro sorpresa per essere stati avvisati solo mezz’ora prima, il partito insorge e minaccia lo strappo. Ieri Berlusconi era ancora furioso. Si era messo a scrivere una nota, ma poi, visto anche il silenzio strategico della Lega, ha deciso di soprassedere. La casa per noi una battaglia storica e Giorgia doveva consultarci, decisioni cos importanti vanno concordate — lo sfogo dell’ex premier —. un incidente spiacevole. Per non siamo irresponsabili, non mettiamo a rischio la tenuta dei conti. Mediatori, pontieri e tecnici sono al lavoro in vista dei vertici di domani a Palazzo Chigi, che vedranno a capotavola il ministro Giorgetti e il sottosegretario alla presidenza, Alfredo Mantovano. Intanto il taccuino di Giorgia si va riempiendo di appunti sul destino del superbonus. La premier oggi stesso potrebbe sfogliare le pagine in diretta social, per spiegare agli italiani le ragioni che l’hanno spinta a una di quelle scelte impopolari da lei pi volte annunciate. Scelta inevitabile, causata da riforme scellerate dei governi precedenti. Non cambieremo mai le regole in corso d’opera, aveva promesso la leader della destra pochi giorni prima delle Politiche. Ma quando il ministro del Tesoro le ha mostrato i numeri, 120 miliardi di crediti accumulati nei cassetti fiscali con un trend in crescita di 3 miliardi al mese, lei ha detto basta: Non possiamo lasciare che si apra una voragine nelle casse dello Stato. Ora per deve trovare il modo di convincere i cittadini che la colpa non nostra. Dopo la rivolta di costruttori e sindacati la premier ha aperto a modifiche. Tra Palazzo Chigi e via XX Settembre si ragiona sulle soluzioni possibili. Si parla molto di cartolarizzazione, ma gli addetti ai lavori la vedono come una operazione troppo complessa, che richiederebbe uno scostamento del deficit sul 2023. Pi probabile che si decida di consentire alle banche di compensare i crediti gi maturati con gli F24 dei clienti. Il punto di caduta lontano, quel che certo che si lavora sul pregresso. L’obiettivo chiudere i cassetti fiscali di quei poveracci che hanno migliaia di euro e non possono utilizzarli, spiega un esponente del governo. Niente pi cessioni di credito future, ma sul passato qualcosa si pu fare. Sono allo studio delle eccezioni per determinate aree, a cominciare dalle zone terremotate. In tutte le riunioni di governo, il capogruppo Alessandro Cattaneo spinge per sbloccare la cessione dei crediti pregressi: un atto dovuto. E Berlusconi vorrebbe portare in Parlamento nuovi bonus sostenibili, per promuovere l’edilizia usando la leva fiscale. 18 febbraio 2023 (modifica il 19 febbraio 2023 | 08:32) © RIPRODUZIONE RISERVATA , , https://www.corriere.it/rss/politica.xml,