Precari in protesta sul tetto dell’Ufficio scolastico di Milano contro l’algoritmo, il sistema informatizzato di assegnazione delle supplenze. “Un sistema di nomina automatizzato e inefficace” lo definiscono gli insegnanti. “Questi docenti, che hanno dedicato decenni al servizio pubblico educativo – denuncia Adl Cobas -sono stati licenziati in modo discriminatorio da un algoritmo esternalizzato a diverse aziende, con conseguenze disastrose per il sistema scolastico”.
L’intenzione è rimanere a tempo indeterminato in tenda- scrive Ansa. Uno di loro si è sentito male ed è stato trasportato in ospedale.
“Elenco integrativo subito” si legge in uno striscione, ossia “la creazione di un elenco aggiuntivo basato sulle reali disponibilità al 01/09/2023 e eventuali disponibilità ulteriori, al fine di riconsiderare la graduatoria delle esclusioni” spiega Adl Cobas.
Tra i motivi della protesta:
- “Nomine basate su dati non aggiornati: il bollettino di disponibilità per l’anno scolastico 2023-2024 è stato pubblicato successivamente alla compilazione delle preferenze, creando un grave disagio nella pianificazione e nell’assegnazione delle nomine.
- Discrepanze nelle disponibilità pubblicate: le disponibilità pubblicate il 31/08/2023 si sono rivelate parzialmente non conformi alla situazione reale, causando ulteriori confusione e discriminazione nei confronti dei docenti precari.
- Mancanza di revisione degli elenchi GPS: nonostante le immissioni in ruolo, non è stata effettuata alcuna revisione degli elenchi GPS, portando all’assegnazione doppia di incarichi e al conseguente status di “rinunciatari” per molti docenti.
- Scorrimento unico per la prima e la seconda fascia: la decisione di effettuare un unico scorrimento per entrambe le fasce ha privato molti docenti dell’opportunità di ottenere un incarico, basandosi su dati non aggiornati e inefficaci“.
L’algoritmo non torna indietro: ecco perchè
Alla base della protesta dei docenti il sistema su cui è basato l’algoritmo, per cui in base all’OM n. 112/2022 art. 12 “Le disponibilità successive che si determinano, anche per effetto di rinuncia, sono oggetto di ulteriori fasi di attribuzione di supplenze nei riguardi degli aspiranti collocati in posizione di graduatoria successiva rispetto all’ultimo dei candidati trattato dalla procedura, fatto salvo il diritto al completamento di cui al successivo comma 12”
Quindi gli aspiranti per i quali non si è trovata coincidenza tra le preferenze espresse e le disponibilità presenti al turno di nomina sono inevitabilmente considerati rinunciatari e perdono il diritto alla nomina da GPS, finendo per fare affidamento esclusivamente alle supplenze da graduatorie di istituto con le difficoltà che ne conseguono.
Gli Uffici scolastici lo hanno ribadito nel rispondere con documento unico ai reclami pervenuti, giustificando il principio nell’ottica della salvaguardia del diritto allo studio, sia per il principio del buon andamento.
Certamente gli Uffici Scolastici non possono discostarsi dall’applicazione della normativa ma da mesi diciamo che alla base del corretto funzionamento dell’algoritmo e del fatto che i docenti abbiano accettato di compilare le domande senza conoscere le reali disponibilità c’era la corretta procedura per cui già al primo turno dovevano essere inserite TUTTE le cattedre disponibili.
E questo presupponeva aver concluso immissioni in ruolo e assegnazioni provvisorie. Il processo di nomina messo nero su bianco dal Ministero nella seguente pagina presupponeva che ciascuno degli attori di questo procedimento agisse in modo perfetto.
Se così non è stato, se le disponibilità iniziali non erano complete o erano difformi rispetto alla situazione reale, il principio del buon andamento potrebbe esser venuto meno già prima del giro dell’algoritmo.
Questa, anche quest’anno, è una parte del procedimento che a nostro parere merita ancora una riflessione.
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