In una recente lettera aperta al Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, l’insegnante Silvia Sciancalepore ha condiviso la sua storia personale e le preoccupazioni riguardo al sistema di reclutamento degli insegnanti in Italia.
La docente, che inizialmente aveva aspirazioni diverse, ha trovato la sua vocazione nell’insegnamento, sottolineando l’importanza di questa professione nel plasmare cittadini responsabili e critici. Tuttavia, ha espresso preoccupazione per l’uso degli algoritmi nel processo di reclutamento, che secondo lei non riconosce il merito e l’investimento dei docenti.
La sua lettera è stata letta dai rappresentanti ministeriali e, alla nostra redazione, è arrivata una risposta, attraverso il Capo Dipartimento del Ministero dell’Istruzione e del Merito, Carmela Palumbo.
Sebbene non abbia potuto commentare il caso specifico di Silvia, ha fornito una riflessione sul processo di nomina in generale. La dirigente ministeriale ha chiarito che l’algoritmo ha operato correttamente sulla base della normativa vigente, che equipara a rinunciatari coloro che non trovano sedi disponibili fra quelle richieste nel proprio turno di nomina.
Palumbo ha inoltre delineato i miglioramenti apportati al sistema per l’anno scolastico 2023/2024, che hanno permesso di gestire un numero significativo di posizioni in un breve lasso di tempo – oltre 40 mila nomine in ruolo e 160 mila supplenze effettuate in due mesi. Il capo dipartimento ha enfatizzato che tali miglioramenti hanno favorito l’assegnazione dei posti, con una copertura delle supplenze del 90% già a metà settembre. Inoltre, circa 90 mila supplenze hanno riguardato il sostegno, evidenziando l’importanza data a questa area.
Palumbo ha riconosciuto che ci possono essere stati errori nella gestione delle posizioni, attribuendoli principalmente alla non completa ricognizione delle sedi disponibili o all’espressione incompleta o erronea delle preferenze da parte dei candidati. La dirigente ha sottolineato che, sebbene la tecnologia permetterà ulteriori migliorie, l’obiettivo principale rimane quello di garantire l’avvio regolare dell’anno scolastico e il diritto allo studio degli studenti.
La risposta ufficiale mette in luce gli sforzi continui per affinare il processo di reclutamento, pur mantenendo una gestione informatizzata che, secondo il Ministero, ha mostrato miglioramenti notevoli. Tuttavia, la lettera di Silvia Sciancalepore riflette un sentimento condiviso da molti insegnanti precari, evidenziando la necessità di una maggiore trasparenza e comunicazione efficace nel sistema di nomina.
La lettera della docente
La lettera ha messo in evidenza quella che dai precari viene sentita come una stortura del sistema, ossia la compilazione della domanda per gli incarichi al 31 agosto o 30 giugno 2024 senza conoscere le disponibilità. Pertanto si chiamano “150 preferenze”, ma poi sono limitate a quelle disponibili al proprio turno di nomina.
“Lei sa come funziona davvero l’algoritmo per la nomina delle supplenze a tempo determinato? – scrive Silvia Sciancalepore rivolgendosi al Ministro – Noi precari no. Da nessuna parte esistono indicazioni chiare, dettagliate e precise sul funzionamento di questo sistema. Sappiamo solo che risultiamo rinunciatari, se non selezioniamo tutte le scuole possibili, non conoscendo disponibilità effettive e non capendo per quale motivo scuole in cui esistono con certezza posti vacanti, non rientrino nei nostri turni di nomina e cattedre presenti nelle disponibilità, sempre errate e mai puntuali, non vengano assegnate in maniera chiara”.
La risposta di Carmela Palumbo*
Gentile Direttore,
ho letto ieri sul sito di “Orizzontescuola” l’accorata lettera della docente Silvia Sciancalepore sotto il titolo: “Caro Ministro, come può pensare che un algoritmo possa dar merito a chi è iscritto nelle graduatorie provinciali?”.
Non posso esprimermi sul caso specifico della docente, non emergendo dalla sua lettera elementi utili per una risposta puntuale, ma mi pare di capire che ci si riferisca ad una mancata nomina dovuta all’assenza delle sedi richieste dall’interessata fra le disponibilità al momento del suo turno di nomina. Ovviamente, sotto questo profilo, non si può imputare alcunché all’algoritmo, che, al contrario, ha operato correttamente sulla base della normativa vigente la quale, per evitare un continuo rifacimento (e conseguente allungamento) delle operazioni di conferimento delle supplenze, equipara a rinunciatari coloro che non trovano sedi disponibili fra quelle richieste nel proprio turno di nomina.
Piuttosto, vorrei fare qualche considerazione di carattere generale sulla gestione delle nomine di supplenza da parte del Ministero e delle sue articolazioni territoriali, chiarendo subito che la procedura informatizzata ha permesso, assieme all’impiego della piattaforma gemella per le nomine in ruolo, di gestire in un lasso di tempo molto ristretto un enorme numero di posizioni: parliamo di oltre 40 mila nomine in ruolo e di oltre 160 mila supplenze effettuate dai nostri Uffici territoriali in due mesi, da metà luglio a metà settembre.
Inoltre, i miglioramenti apportati ai software di gestione per l’anno scolastico 2023/2024 e l’impegno del nostro personale, hanno favorito l’assegnazione dei posti messi a ruolo (il 79,9% contro il 47,4% dello scorso anno scolastico) e hanno consentito, nel primario interesse degli studenti, un’ottima copertura delle supplenze che, già a metà settembre, risultavano assegnate per il 90% dei posti disponibili. Mi preme evidenziare che fra queste supplenze circa 90 mila hanno riguardato il sostegno.
C’è da aggiungere che sono stati introdotti miglioramenti anche per i docenti, semplificando l’interfaccia delle piattaforme, tant’è che si è ridotto mediamente il tempo trascorso online per la compilazione delle istanze del 35% per le nomine in ruolo e del 50% per le supplenze.
Gli errori che, inevitabilmente, ci possono essere stati in qualche caso nella gestione di un così rilevante numero di posizioni sono da ricondurre prevalentemente alla non completa ricognizione delle sedi disponibili da parte delle scuole e dei nostri Uffici o al non tempestivo aggiornamento delle stesse, come pure possono ricondursi all’incompleta o erronea espressione delle preferenze da parte dei candidati al momento della compilazione delle domande.
Quindi, accanto a ulteriori migliorie che la tecnologia ci consentirà di introdurre alle due piattaforme informatiche, dovremo anche migliorare la gestione delle tempistiche delle operazioni per ridurre la possibilità di errori e permettere l’esatta ricognizione delle disponibilità non assegnate a vantaggio delle fasi successive, ma non potremo certo abbandonare una strada che ci ha consentito di avviare l’anno scolastico regolarmente per rendere effettivo, sin dai primi giorni di lezione, il diritto allo studio dei nostri alunni e studenti.
*Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
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