di Claudio Del Frate
È quanto chiede un referendum sul quale i cittadini elvetici voteranno domenica: il gettito servirà a finanziare produzioni audiovisive nazionali. I sondaggi danno il sì al 56% dei consensi
Il soprannome – lex Netflix – era pressoché scontato dal momento che prevede una tassa sul ricavato delle piattaforme di streaming che vada a finanziare produzione audiovisive locali. Domenica. 15 maggio, l’elettorato svizzero sarà chiamato alle urne in una delle frequenti giornate referendarie per decidere proprio sulla «lex Netflix». Il governo di Berna chiede ai cittadini di approvare un provvedimento che introdurrà un prelievo del 4% sul giro d’affari dei network dell’intrattenimento: una sorta di «tassa di scopo» destinata a fiction, serie, film e altri contenuti culturali prodotti in Svizzera.
Come chiarisce il sito del governo appositamente dedicato alla consultazione popolare di domenica, gia oggi «le emittenti televisive svizzere sono obbligate a investire il quattro per cento della loro cifra d’affari nella creazione cinematografica nazionale». I tempi però cambiano e oggi i canali di consumo degli audiovisivi sono sempre meno quelli tradizionali (tv e sale cinematografiche) e sempre più le piattaforme internet come appunto Netflix, Amazon, Disney+ o altri colossi mondiali. Il referendum chiede con un sì di estendere il prelievo del 4% anche a questi operatori del mercato. «Essi – chiarisce ancora il governo federale – potranno partecipare direttamente alla produzione di film e serie svizzeri oppure versare una tassa sostitutiva a favore della promozione del cinema svizzero. Inoltre dovranno riservare il 30 per cento del loro catalogo a film e serie prodotti in Europa». In Svizzera il settore vale circa 300 milioni di franchi all’anno.
Il Parlamento, a maggioranza, ha raccomandato l’approvazione del provvedimento «per colmare una lacuna venutasi a creare con la trasformazione digitale». Il fronte del no (a cui si iscrive l’Udc, il partito della destra sovranista elvetica ma anche una parte dell’elettorato liberale) teme che in questo modo la Svizzera venga tagliata fuori da una fetta di apprezzate produzioni internazionali e che gli spettatori si ritrovino a pagare tariffe più alte. In pratica una ingerenza nella libertà di mercato e nella libera scelta dei consumatori.
I sondaggi stimano per domenica un esito favorevole ai sostenitori della «lex Netflix». L’istituto demoscopico «Gsf Bern» assegnava la scorsa settimana al sì il 56% dei consensi ma con i contrari in sensibile aumento. Con l’approvazione della tassa del 4% la Svizzera si troverebbe allineata ad altri Paesi europei che hanno già introdotto questa forma di sostegno ai settori audiovisivi nazionali. Capofila di questa politica era stata la Francia dove la quota versata dalle piattaforme streaming arriva addirittura al 26%.
11 maggio 2022 (modifica il 11 maggio 2022 | 14:20)
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, 2022-05-11 12:29:00, È quanto chiede un referendum sul quale i cittadini elvetici voteranno domenica: il gettito servirà a finanziare produzioni audiovisive nazionali. I sondaggi danno il sì al 56% dei consensi , Claudio Del Frate