di Laura Cuppini
La tachicardia sinusale inappropriata colpisce l’1% della popolazione. Al San Raffaele l’intervento condotto da una cardiochirurga e una e cardiologa
Due donne, una cardiochirurga e una cardiologa. Una ragazza di 21 anni il cui cuore batte troppo velocemente. All’Ospedale San Raffaele di Milano è stato eseguito un intervento ibrido per la correzione della cosiddetta «tachicardia sinusale inappropriata», un’aritmia caratterizzata da aumento della frequenza del ritmo cardiaco, che può raggiungere i 180 battiti al minuto (i valori di normalità sono compresi tra 60 e 100 battiti/minuto).
Il sistema elettrico del cuore
Quando il cuore batte troppo velocemente non è in grado di pompare in maniera efficace il sangue in tutto il corpo: di conseguenza gli organi e i tessuti non ricevono più la necessaria quantità di ossigeno. I sintomi possono essere: respiro corto, palpitazioni, battito cardiaco irregolare, fastidio o dolore al petto, svenimento. La tachicardia sinusale si chiama così perché ha origine nel nodo seno-atriale. Il cuore ha un suo sistema elettrico interno, attraverso il quale viaggiano gli impulsi. Il segnale elettrico nasce in un gruppo di cellule (appunto il nodo seno-atriale) localizzato nell’atrio destro, che determina la frequenza del battito cardiaco. Dal nodo seno-atriale il segnale elettrico si propaga al resto dell’atrio e al vicino atrio sinistro, gli atri si contraggono e pompano il sangue nei ventricoli. Il ventricolo destro invia sangue povero di ossigeno ai polmoni e il ventricolo sinistro invia sangue ricco di ossigeno a tutto il corpo. Quando si altera questo sistema di trasmissione degli impulsi, può accadere che il cuore batta troppo velocemente (tachicardia), troppo lentamente (bradicardia) o con un ritmo irregolare (aritmia).
L’intervento mininvasivo
La tachicardia sinusale può avere cause anche piuttosto banali, come il consumo di caffeina o alcolici, fumo e alcuni farmaci. In altri casi può insorgere a causa di febbre, sforzi fisici, emozioni molto intense, stati d’ansia o condizioni che richiedono un maggiore apporto di ossigeno, come la gravidanza. Più bisogno di ossigeno si traduce in un maggiore flusso sanguigno, che l’organismo riesce a raggiungere proprio aumentando la frequenza del battito. Una volta che le cause si esauriscono, anche il battito torna a essere regolare. La 21enne curata al San Raffaele di Milano soffriva di tachicardia sinusale inappropriata (Tsi) da otto anni. La diagnosi di Tsi viene fatta per esclusione, in presenza di una tachicardia sinusale prolungata e recidivante, non spiegabile in altro modo (da qui il termine «inappropriata»). La sindrome, che colpisce circa l’1% della popolazione, è causa di un battito cardiaco incessante e incontrollabile anche a riposo. L’intervento ibrido innovativo, condotto simultaneamente con approccio chirurgico mininvasivo e mappaggio cardiaco elettrofisiologico, è stato eseguito da un team multidisciplinare coordinato da Elisabetta Lapenna, cardiochirurga dell’Heart Valve Center, e Manuela Cireddu, elettrofisiologa e cardiologa dell’Unità di Aritmologia ed elettrofisiologia cardiaca, in collaborazione con Carlo De Asmundis dell’Heart Rhythm Management Centre di Bruxelles e Mark La Meir, a capo del Dipartimento di Cardiochirurgia dell’Ospedale universitario di Bruxelles.
Una sindrome invalidante
«È un risultato molto importante che evidenzia come la collaborazione multidisciplinare possa portare innovazione continua, con strategie di cura sempre più precise e personalizzate per i nostri pazienti. L’intervento ibrido mininvasivo offre una nuova possibilità per curare quell’1% di persone, in prevalenza giovani donne, che soffrono di questa sindrome invalidante» spiegano Cireddu e Lapenna. Nella tachicardia sinusale inappropriata la frequenza cardiaca, a riposo, supera i 100 battiti al minuto e aumenta al minimo sforzo fisico, in maniera improvvisa e significativa. Il disturbo, incessante e incontrollabile, è più frequente nelle donne tra i 20 e i 50 anni e può compromettere pesantemente la qualità di vita, anche dal punto di vista psicologico. Normalmente la Tsi viene trattata con terapia farmacologica (betabloccanti, calcio-antagonisti o attraverso farmaci selettivi sulla funzione del nodo seno-atriale, come l’ivabradina), volta a ridurre la frequenza. Nei casi resistenti alla terapia vengono eseguite ablazioni transcatetere con radiofrequenza che, tuttavia, non sembrano avere benefici effettivi e duraturi.
Trattati 300 casi nel mondo
L’intervento ibrido eseguito a Milano rappresenta una nuova possibilità di cura: la procedura è stata messa a punto dagli esperti di Bruxelles, con i quali le specialiste del San Raffaele hanno seguito una formazione specifica. Ad oggi sono stati trattati con questa procedura circa 300 casi in tutto il mondo. L’operazione mininvasiva, eseguita in anestesia generale, è stata possibile grazie alla collaborazione tra la cardiochirurga e l’elettrofisiologa, che hanno operato simultaneamente. Attraverso un accesso in toracoscopia è stata eseguita una modulazione – mediante applicazione di radiofrequenza – della conduzione del nodo seno-atriale, dove ha origine l’aritmia. Tuttavia, per identificare le aree specifiche dove agire, è stato necessario il simultaneo mappaggio per via transcatetere dell’atrio destro del cuore. Questo ha permesso di identificare e trattare esclusivamente le aree cardiache all’origine dell’aritmia, evitando le possibili complicanze dell’intervento tradizionale. Il decorso post operatorio è stato rapido: la paziente è stata dimessa dopo quattro giorni dall’intervento e indirizzata alla riabilitazione.
27 ottobre 2022 (modifica il 27 ottobre 2022 | 18:52)
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, 2022-10-27 16:52:00, La tachicardia sinusale inappropriata colpisce l’1% della popolazione. Al San Raffaele l’intervento condotto da una cardiochirurga e una e cardiologa, Laura Cuppini