Tajani e la bufera in Forza Italia: «Divisioni fisiologiche in ogni partito, ma gestiremo questa situazione»

Tajani e la bufera in Forza Italia: «Divisioni fisiologiche in ogni partito, ma gestiremo questa situazione»

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di Paola Di CaroIl coordinatore azzurro e braccio destro di Berlusconi: «Lo scontro tra Ronzulli e Gelmini? Proteste normali, sopratutto a fine legislatura» È tutto «fisiologico», dice. Il malumore, gli scontri, le rivalità che carsicamente si ripropongono in Forza Italia . Antonio Tajani, vicepresidente e coordinatore del partito, ha un ruolo tanto di spicco quanto ingrato. Tenere assieme un partito che scalpita, soprattutto con un Silvio Berlusconi molto più assente dalla scena nel day by day ma, assicura l’ex presidente del Parlamento europeo, sempre protagonista quando si devono prendere decisioni: «Le prende lui, certo. E lo fa in maniera saggia». A sentire lo sfogo di Mariastella Gelmini proprio con lei non è così: Berlusconi subirebbe scelte quasi imposte da un cerchio magico, di cui la Ronzulli fa parte e che lei dovrebbe gestire di più. «Non diamo troppa importanza né a cambiamenti che sono naturali nella vita dei grandi partiti, né a sfoghi che sono altrettanto possibili in momenti delicati. L’amarezza, l’insoddisfazione per qualche scelta, sono appunto cose fisiologiche nei partiti, succede ovunque, tanto più a fine legislatura, quando si guarda anche alle prospettive future. E il mio compito è anche quello di gestire queste dinamiche, di ascoltare chi può lamentarsi. Ma poi è sempre Berlusconi che decide». Lei avrebbe detto che ha tanto da fare, che deve pensare alla Ronzulli, alla Casellati, alla Bernini… «Ma no, io ho spiegato che tutti hanno le loro ragioni e le proprie posizioni e che ci sta che qualcosa non vada bene a uno o all’altro. In un grande partito ci sono tante personalità, ma tutte collaborano per il bene comune, come sempre avviene e come avverrà. Vedrete che anche questa si risolverà come una tempesta in un bicchiere d’acqua». Davvero non esiste un «cerchio magico» in questo momento, come altri in passato, monopolizzato dalla Ronzulli, che condiziona il leader di Forza Italia? «Storia vecchia, sono anni e anni che si dice che Berlusconi è condizionato da cerchi magici, ma non è vero: decide lui, sceglie lui, nel caso della Lombardia poi in particolare, perché è casa sua, la conosce, ci sono le sue aziende, la sua vita, il calcio, le sue esperienze. E se fa una cosa, la fa con il buonsenso del buon padre di famiglia. Non caccia nessuno, non allontana nessuno, non penalizza nessuno, ha sempre dato spazio a tutti, occasioni a tutti. A volte cambiare incarico apre nuove opportunità». Lo pensa seriamente? «Certo! Guardi che anche io fui sostituito da coordinatore del Lazio e poi diventai, attraverso un cammino, presidente del Parlamento europeo. Si chiude una porta e si spalancano portoni, spesso. È un turnover, ed è anche utile ad un partito». La ministra Gelmini non è d’accordo. «Ma da noi tutti sono importanti. I ministri hanno grandi responsabilità e sono importanti, lo sono i sottosegretari, come i responsabili dei territori. Ci possono essere momenti di attrito, ma a Licia Ronzulli non manca certo esperienza e capacità per svolgere il ruolo di coordinatrice. Poi è normale che possano esserci sfoghi, e vivaddio: saremmo un partito morto se così non fosse». Salini è fuori si sé e non accetta altri incarichi. «Parleremo, troveremo la soluzione migliore. È chiaro che certe decisioni prese anche velocemente possono essere difficili da accettare, ma credo abbia senso anche fare le cose con decisione, a volte. Abbiamo tutti grande considerazione per il lavoro di Salini, ma arriva il momento in cui si può cambiare per rendere più efficace un’azione. Lo ripeto, ditemi un partito in cui non succede…». Ma lei non teme che qualcuno a questo punto possa sbattere la porta e andarsene a fare altro? «Sta accadendo esattamente il contrario. Il nostro partito è attrattivo, in crescita, abbiamo appena avuto tre nuovi ingressi dall’Abruzzo e un deputato in più, Nicola Acunzo, altri sono in arrivo. Non siamo un partito di plastica egemonizzato da pochi potentissimi, siamo un partito vivo e aperto, che guarda al Ppe, che riceve attenzione da tutti i mondi produttivi. C’è spazio per tutti per essere gratificati, basta impegnarsi a testa bassa e dare il massimo, a partire da questa campagna elettorale. Venerdì a Napoli terremo una grande convention, e ci sarà grande spazio per tutti, ci saranno imprenditori, esponenti del Ppe come Weber, ospiti che racconteranno la loro esperienza di vita, i ministri al centro di importanti dibattiti. Sarà un momento cruciale di emozione, proposte e unità». 15 maggio 2022 (modifica il 15 maggio 2022 | 21:53) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-05-15 19:55:00, Il coordinatore azzurro e braccio destro di Berlusconi: «Lo scontro tra Ronzulli e Gelmini? Proteste normali, sopratutto a fine legislatura», Paola Di Caro

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